Dalle parti di Cesena distruggere boschi…

si chiama «denudamento vegetale»

di Davide Fabbri

CONTINUA IL SACCHEGGIO DEL TERRITORIO

Distruzione di un bosco in adiacenza al fiume Savio. Ancora business per i cavatori di ghiaia e sabbia. Questa volta siamo a Mercato Saraceno, in località Borgo Stecchi, vicino alla frazione di Taibo. I cittadini possono bloccare questa nuova cava. Entro l’8 giugno 2020 tutte le persone interessate a difendere il territorio contro il continuo saccheggio, possono presentare una osservazione per chiedere lo stralcio di tale previsione di cava.

Non bastasse il coronavirus, altre tipologie di aggressioni sono in arrivo. Quelle all’ambiente e agli habitat naturali. Il potere del cemento è ancora forte. Si continua a prevedere e a dare attuazione alle attività estrattive in adiacenza al fiume Savio. Dopo la cava già ripetutamente denunciata di Ca’ Bianchi a Cesena (area di 20 ettari inserita nel perimetro di «una area di riequilibrio ecologico»), la stessa società cesenate dei cavatori (Impianti Cave Romagna srl di Mauro e Massimo Giorgini) intende realizzare un’attività estrattiva a Mercato Saraceno. Quello che amareggia non è assistere alle legittime richieste di imprenditori nel settore delle costruzioni, che fanno esportazioni dei materiali estratti anche fuori Provincia e Regione per uso commerciale e industriale, per continuare a fare business milionari sulle cave; quello che indigna è la politica equivoca degli amministratori pubblici del PD (in questo caso il sindaco è Monica Rossi) in materia di tutela ambientale. L’assessore all’edilizia pubblica e privata di Mercato Saraceno Leopoldo Raffoni (che vive a Gatteo, ex dirigente dei servizi tecnici della Provincia di Forlì-Cesena) intervistato dalla stampa locale a fine marzo 2020, di fatto sponsorizza queste istanze imprenditoriali, con la solita retorica.

L’emergenza da Covid 19 ha fatto emergere – fra l’altro – in maniera inoppugnabile tutti i limiti di un modello produttivo che ha dominato in questi anni i nostri territori con al centro l’approccio predatorio nei confronti dell’ambiente e delle risorse naturali. Che aveva al centro lo sfruttamento e il consumo del bene comune “ambiente”.

Questi i fatti. Il 25 marzo il Comune di Mercato Saraceno ha pubblicato un avviso sul proprio sito web relativo a un progetto che deve subire la verifica di assoggettabilità a valutazione d’impatto ambientale (screening).

Chi vuole realizzare la cava è la ditta Impianti Cave Romagna srl di Cesena, la stessa che ha presentato recentemente istanza di inizio lavori alla cava di Ca’ Bianchi a Cesena. E’ una società della Lega delle Cooperative che ha incorporato ditte importanti operanti nel settore delle costruzioni, come la Socob Cesena srl, Calcestruzzi del Savio srl e la Società Cooperativa Braccianti Riminese.

IMPORTANTE: entro il prossimo 8 giugno, chiunque puo’ presentare in forma scritta osservazioni al progetto di attività estrattiva di Borgo Stecchi a Mercato Saraceno, dopo aver letto e studiato tutta la documentazione, che è disponibile sul sito web del Comune di Mercato Saraceno. Si vuole realizzare un’attività di estrazione di ghiaia e sabbia da utilizzare per conglomerati per eventuali lavori stradali ed edilizi. Estrazione massima prevista: 71.245 metri cubi, in un arco di 5 anni.

L’area – la vedete nelle foto – è di circa 14 ettari, quasi interamente ricoperta a bosco: è adiacente al fiume Savio, in sponda sinistra idrografica, poco lontano dalla strada provinciale 138 “Savio”. E’ un’area coperta da bosco di salici e pioppo nero, densissimo e in alcune parti impenetrabile. A formazione in evoluzione naturale, poiché è un’area riconquistata dalla natura, dopo che l’area è stata sfruttata in passato come cava. Oltre al salice e al pioppo nero, sono presenti robinie, aceri, sambuchi e qualche ailanto, l’albero del paradiso. Tutto distrutto perchè il progetto prevede l’eliminazione di questo bosco, che i progettisti simpaticamente chiamano «denudamento vegetale», con conseguente alterazione morfologica prodotta dall’attività estrattiva, e dunque cancellazione di fauna e flora.

L’area è molto delicata ed è soggetta a zona di tutela, ai sensi del PTCP cioè Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale:

– Zona di tutela dei caratteri ambientali del fiume (articolo 17);

– Zona caratterizzata da potenziale instabilità in quanto deposito alluvionale terrazzato (art. 27);

– Zona di tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei (art. 28);

– Zona di vincolo paesaggistico, tutela prevista dall’articolo 142 del Decreto legislativo 42 del 2004.

Sto preparando un dossier per chiedere alla Giunta di Mercato Saraceno di stralciare – per ragioni ambientali – la proposta.

Agli ambientalisti, agli ecologisti, all’intera popolazione interessata e sensibile ai temi di salvaguardia ambientale, chiedo di inoltrare osservazioni a tale progetto, inviando raccomandata entro l’8 giugno a: Comune di Mercato Saraceno, Settore Sviluppo e Gestione del Territorio, piazza Mazzini 50, 47025 Mercato Saraceno.

Cesena, 26 maggio 2020

Davide Fabbri, ecologista e blogger indipendente

 

Davide Fabbri

Un commento

  • In merito alla nuova attività estrattiva già sottoposta a verifica di assoggettabilità a VIA (screening), denominata “Ambito estrattivo 2R Borgo Stecchi” in Comune di Mercato Saraceno, interviene con cognizione di causa il WWF Forlì-Cesena, che ha già presentato osservazioni all’Amm. Comunale di Mercato Saraceno (FC), chiedendo lo stralcio di tale previsione estrattiva.
    Quello che segue è l’intervento del WWF Forlì-Cesena:
    “A sostegno di questa istanza si é osservato che la stessa andrebbe a interessare un’area di notevole interesse ambientale e paesaggistico caratterizzata da un’ampia estensione di bosco fluviale e ripariale, posta nelle immediate vicinanze del Fiume Savio, in zona tutelata dall’art 17 del PTCP, comma 2 a) b) “Zone di tutela dei caratteri ambientali di laghi Zone di tutela dei caratteri ambientali di laghi, bacini e corsi d’acqua …”
    Risulta inoltre sottoposta alle norme di tutela e sicurezza idraulica definite dai seguenti art. del PTCP:
    Art. 27 – Zone ed elementi caratterizzati da potenziale instabilità (zone ed elementi caratterizzati da potenziale instabilità- Depositi alluvionali terrazzati))
    Art. 28 – Zone di tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei
    comma 2, Zona A (area caratterizzata da ricchezza di falde idriche):
    Zona A (area di alimentazione degli acquiferi sotterranei):
    6. In entrambe le zone A e B di cui al precedente secondo comma sono inoltre vietati:
    f) la realizzazione di opere o interventi che possano essere causa di turbamento del regime delle acque sotterranee ovvero della rottura dell’equilibrio tra prelievo e capacità di ricarica naturale degli acquiferi, dell’intrusione di acque salate o inquinate.
    Considerato che la previsione estrattiva riguarda un’area di 14,62 per un quantitativo estraibile di 120.000 mc x 5 anni, di materiali costituiti da depositi di sabbia e ghiaia, il WWF FC ha evidenziato che ciò avrebbe un impatto duraturo e permanente per lungo tempo anche post operam. Un’adeguata ripresa della copertura vegetazionale, richiederebbe inoltre diverse decine di anni e sarebbe in ogni caso costituita (come solitamente avviene nei terreni che hanno subito manomissioni antropiche) da flora ruderale o avventizia, costituita perlopiù da specie opportunistiche e invasive. Il tratto fluviale interessato da questa nuova escavazione costituirebbe inoltre ulteriore rovina per le sponde del fiume Savio, dopo i danni causati negli ultimi decenni del secolo scorso dai cantieri dell’E45, e dell’acquedotto di Romagna Acque! Tenendo pure conto del già previsto progetto del metanodotto SNAM Sestino-Minerbio, che passerà anch’esso lungo le sponde del Savio e che nell’insieme rischiano di protrarre lungamente nel tempo un danno pressoché irreparabile per la falda freatica del fiume, impedendogli di svolgere la sua fondamentale funzione di ricarica dell’acquifero!
    Si evidenzia peraltro che in questo tratto la falda idrica del Savio risulta essere poco spessa ed esposta in superficie sulla sottostante, impermeabile, Formazione a Colombacci, quindi una falda molto delicata che gioverebbe non compromettere con nuove attività di scavo.
    Ciò avverrebbe peraltro in un periodo come quello attuale, in cui il riscaldamento del clima ha determinato un preoccupante calo della piovosità e delle portate idriche in tutti i corsi d’acqua del nostro Paese.
    Appare inoltre contraddittorio che il Comune di Mercato Saraceno promuova in un simile contesto, un progetto con valenza turistica-ambientale di pista ciclabile che seguirà il corso del Savio verso l’Appennino!
    Dunque, invece di autorizzare nuove devastazioni destinate ad un settore sempre meno strategico come quello edilizio, bisognerebbe dare priorità al recupero paesaggistico-ambientale del territorio, facendo si che le sponde e le falde acquifere del Savio, fossero adeguatamente tutelate dopo le devastazioni che gli sono state causate con la costruzione dell’E45 negli anni 80/90!
    Si invitano pertanto i cittadini e le associazioni che condividono queste valutazioni di presentare entro l’8 giugno 2020 al Comune di Mercato Saraceno le loro osservazioni chiedendo lo stralcio di tale previsione”.
    WWF Forlì-Cesena

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