8-9 giugno: sciopero Cargo

di Vito Totire (*)

NONO SCIOPERO DEI TRASPORTI CMC : FACCIAMOCENE “CARGO”

SOSTENIAMO LE BRIGATE PARTIGIANE DELLA DECARBONIZZAZIONE

Siamo in una situazione paradossale ; è quasi unanime l’auspicio che il traffico merci sia sempre più spostato su rotaia; se non si trattasse di fumo negli occhi i macchinisti e i lavoratori ferroviari in generale sarebbero considerati gli alfieri o se vogliamo le brigate partigiane della decarbonizzazione; i segnali di “dissociazione politica e sindacale” sono però enormi; sta di fatto che i lavoratori del comparto cargo invece che essere rispettati nel loro diritto ad un lavoro adeguatamente retribuito e rispettoso della loro salute psico-fisica, sono afflitti da forme di nocività e di costrittività inaccettabili; essi subiscono condizioni di lavoro che , passate al vaglio, di una valutazione realistica del rischio “distress occupazionale” non potrebbero essere avallate da nessun esperto in materia di prevenzione e nemmeno ovviamente dai servizi di vigilanza (Ausl e Ispettorato del lavoro) che , tuttavia, al momento non hanno affrontato in maniera sistemica il “problema”; ma prima e più degli esperti ci dice la “soggettitività” dei lavoratori con i quali da anni stiamo di fatto lavorando con la prassi del “gruppo omogeneo” , della non delega ai tecnici e della validazione consensuale;

eppure le “ferrovie” hanno investito risorse in studi, ricerche, committenze in materia di ergonomia, di formazione sui vari fattori di rischio; quali ricadute positive ,in termini di riorganizzazione ergonomica del lavoro, hanno avuto questi incarichi ? molto scarse se non lo zero assoluto; così almeno a noi pare;

il quadro di riferimento, come dicevamo, è molto critico nonché dissociato tra obiettivi dichiarati (dalle istituzioni) e fatti concreti (verificati dai lavoratori); alcuni esempi:

  • a Bologna , dopo 40 anni, il sindaco constata che l’aeroporto ha un impatto acustico insopportabile; si scopre , sempre tardivamente, che uno dei fattori più pesanti è il traffico “cargo” notturno; si ipotizza dunque di evitarlo nella fascia oraria più critica ; imprenditori e CGIL-CISL-UIL-UGL (uniti nella lotta…) “insorgono” sostenendo che così si attacca la “occupazione” ; dunque il “cargo aereo” va bene così come è anche se rompe i timpani (tra lasciamo gli altri organi…) a migliaia di cittadini residenti nella area a rischio, cittadini che il giorno dopo i rumori notturni devono andar a lavorare…in carenza di sonno (e sappiamo cosa significhi questo per la sicurezza sul lavoro)
  • significativo il fatto che la difficoltà a gestire il “rischio rumore” rimbalzi dal cargo aereo al cargo terrestre; in effetti alla origine della penosa questione “suole” c’è proprio una inadeguatezza a mettere in campo misure di mitigazione del rumore e questa inadeguatezza si riverbera in termini di distress sui lavoratori
  • una nota azienda emiliana (vedi Affari e finanza , 5.6.2023) si appunta da sola una medaglia sul petto vantandosi di aver contribuito alla decarbonizzazione spostando su binari ferroviari 13.600 camions all’anno; ovviamente questa “lungimirante” azienda ha usufruito di finanziamenti pubblici ; vale a dire che ha fatto una scelta che avrebbe dovuto essere resa obbligatoria per legge dalle istituzioni e con oneri a carico della azienda stessa ; non si tratta di cercare il pelo nell’uovo considerato che il denaro pubblico viene usato per produrre e smerciare armi…; la azienda in questione presenta questa scelta come sufficiente per accreditarsi quasi come un “ente di beneficenza” (sarebbe infatti diventata una “Società benefit” !); è ovvio che in il ferro decarbonizza rispetto al trasporto su gomma ma è altrettanto ovvio che occorra ripensare globalmente tutto il sistema import/export sia di materie prime che di prodotto finito…approfondiremo a tempo debito anche questo argomento
  • in questo quadro in cui non solo il buon senso e l’ecologia ma persino le istituzioni convergono, in verità solo a parole, sullo sviluppo del trasporto cargo ferroviario ci si aspetterebbe maggiore rispetto per i lavoratori e, contemporaneamente, un piano massiccio di assunzioni; nuove assunzioni che sono necessarie comunque e subito, anche con gli attuali carichi, al fine di superare le attuali costrittività organizzative che sono NOCIVE PER LA SALUTE PSICOFISICA DEI LAVORATORI E PERICOLOSE PER LA SICUREZZA E INCOLUMITA’ PUBBLICA ;

le attuali condizioni di lavoro dei macchinisti Cargo sono infatti inaccettabili in quanto :

  • connotate da gravi costrittività che interferiscono con i normali ritmi fisiologici e circadiani degli esseri umani (ritmo sonno veglia,alimentazione, assenza di una separazione chiara tra tempo di vita e tempo di lavoro)
  • impongono attività ripetitive e in condizione di rischio rispetto alle eventuali esigenze di soccorso sanitario immediato
  • impongono distress e rischi evitabili : dal riposo fuori residenza (che assomiglia più all’ora d’aria della persona privata della libertà che a un “normale” tempo di vita e che, per questo, quando davvero inevitabile, deve essere considerato e retribuito come effettivo orario di lavoro) ; dalla questione delle “suole frenanti “ ( fattore di rischio fisico di incendio- ripresentatosi nientemeno che proprio a Viareggio l’otto febbraio 2023!- e di distress per la attribuzione coatta di responsabilità incongrue) ma IN SOSTANZA tutta la organizzazione del lavoro, come abbiamo detto, interferisce con i ritmi fisiologici umani ;

a fronte della imposizione di tempi, ritmi e costrittività organizzative, il datore di lavoro- lo abbiamo visto anche in incontri col Ministero- rimane INDISPONIBILE AL DIALOGO che stiamo invece cercando ostinatamente non per rivendicare “nuovi diritti” o ulteriori prerogative per i lavoratori ma SEMPLICEMENTE PER RICONDURRE IL LAVORO A QUEI PRINCIPI di “RIORGAZZAZIONE ERGONOMICA” CHE E’ OBBLIGATORIA PER LEGGE da sempre e in maniera del tutto esplicita dal decreto 626/1994 ANCHE SE questa esigenza , DA ALCUNI CHE PURTROPPO RITENGONO DI POTER PARLARE A NOME DEI LAVORATORI, E’ STATA “DIMENTICATA”.

PIENO SOSTEGNO DUNQUE AL NONO SCIOPERO DEI LAVORATORI CARGO (NON SOLO MACCHINISTI) CHE AVRA’ LUOGO DALLE ORE 21 DELL’OTTO GIUGNO 2023 ALLE ORE 21 DEL GIORNO SUCCESSIVO 9 GIUGNO

UNO SCIOPERO PER LA SALUTE DI LAVORATORI/LAVORATRICI MA ANCHE PER LA SICUREZZA DELLA INTERA COMUNITA’

Per questa valenza di tutela della salute e di sicurezza collettiva proponiamo un nuovo criterio giuridico e sindacale :

la perdita di salario , a vertenza conclusa, deve essere restituita : i lavoratori non stanno lottando per interessi corporativi (cosa che infatti non succede mai salvo che per certe gerarchie ristrette e privilegiate) ma stanno lottando per il diritto alla salute sancito dalla Costituzione e per la sicurezza della collettività.

Pieno sostegno e buona riuscita.

(*) Vito Totire, medico del lavoro, portavoce «RETE NAZIONALE LAVORO SICURO»

nella foto la stazione di Bologna: troppo distress, molte cicche…

 

Redazione
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