Scor-data : 29 luglio 1921

nasce Maria Occhipinti, di Daniela Pia (*)

 

Ribelle, decisa ad affermare il proprio diritto alla parola e alla testimonianza, Maria Occhipinti, che nacque a Ragusa il 29 luglio del 1921. rappresentò l’ esempio di donna che, pur provenendo da umili origini , seppe curare, da autodidatta, la propria formazione politica , culturale ed umana . Consapevole di quanta fatica costasse alle ” femmine” manifestare il proprio pensiero, incapace di concepire qualunque  disuguaglianza e subalternità attribuita al genere femminile, si fece paladina della lotta contro l’ inferiorità della donna, convinzione  ancora saldamente presente in gran parte dell’ Italia durante il secondo conflitto mondiale e nei decenni a venire. Quando nel 1944 a Ragusa, esplose l’ insurrezione popolare, denominata ” non si parte” , come opposizione alla nuova chiamata alle armi, la Occhipinti  divenne protagonista e simbolo indiscusso di quei moti popolari. Fu capace, il 4 gennaio del 1945, di porsi come scudo umano davanti un camion militare carico di giovani rastrellati da un quartiere popolare, per cercare di facilitarne la fuga. Aveva ventitré anni e, pur essendo incinta di cinque mesi, non ebbe tentennamenti, così quando nella città fu inviata la Divisione Sabauda, con l ’ordine di porre fine al tumulto, venne arrestata, unica donna, assieme ad un centinaio di comunisti e confinata nel carcere di Ustica.Quando fu rilasciata, dopo due anni, nulla era più lo stesso: la gente del posto non seppe trattenersi dal puntare il dito contro colei che aveva osato assumere un “ruolo maschile”;  la sua bimba non la riconobbe e il marito, nel frattempo, si era legato ad un’altra donna. Per lei non c’ era posto, il disprezzo di chi mal tollerava una donna incapace di piegarsi all’ obbedienza al maschio, era lampante. Se ne andò e cominciò  il suo peregrinare fra le città d’ Italia, sino ad approdare in Svizzera dove si accinse a scrivere la sua storia. L’ autobiografia uscita poi  con il titolo ” una donna di Ragusa” racconta le difficoltà inimmaginabili che dovette affrontare, superate solo grazie alla sua caparbietà. 

Studiò le ragioni dell’ anarchia e aiutò il comunista Erasmo Santangelo condannato in primo grado a 23 anni di carcere con l’accusa di aver ucciso un finanziere durante la rivolta lo accompagnò nella fuga, scatenando l’ira del padre e di quel marito, che pure si era rifatto una vita, i quali ritenevano immorale che una donna si accompagnasse , da sola, ad un uomo che non era suo marito. 

Quando nel 1976, Feltrinelli pubblicò il suo libro,  l’opera suscitò l’ attenzione della critica e del pubblico tanto che, nel dicembre dello stesso anno, vinse il premio Brancati-Zafferana. La sua opera, però, non fu compresa dalla sua gente “Mi sentivo straniera in patria, perseguitata e incompresa. Allora ho cominciato a girare per il nord Italia, per la Svizzera, Francia, Inghilterra, Marocco, Stati Uniti, Hawaii e Messico. Facevo la bambinaia, l’aiuto sarta, la pellicciaia, ho saldato persino le corde delle navi per vivere”. La sua attività rivoluzionaria, comunque, proseguì instancabile con articoli di argomento sociale e politico.  Prese a cuore la sorte delle domestiche che, lavorando al servizio della borghesia, erano anche oggetto di abusi, persino sessuali; si preoccupò di  mettere in evidenzia le ingiustizie implicite nell’espropriazione dei terreni, pagati una miseria,  che erano situati alla periferia di Ragusa. Cominciò  anche a scrivere novelle, ambientate in Sicilia, riunite poi nella raccolta “Il carrubo ed altri racconti”. Lavori pubblicati postumi da Sellerio capaci di raffigurare la società contadina, i pettegolezzi, le cattiverie, le invidie, la credenza  popolare, i matrimoni combinati, l’ arretratezza e l’ostracismo che lei stessa aveva vissuto. Non riuscì mai a liberarsi dell’aggettivo “straniera” termine che l’accompagnerà per tutta la vita. Fu, infatti,  straniera tra i suoi compaesani, straniera nei paesi del mondo che visitava così come lo era stata nella sua città.

La rottura con il PCI che aveva condannato i moti ragusani fece sì che la donna libera, schietta e sincera, incapace di sopportare l’ingiustizia, finisse per essere  considerata un’ ingenua, se non una spina nel fianco, elemento di rottura, capace di sparigliare regole di obbedienza  di partito  consolidate nel tempo,  oltre ad un sistema sociale che sembrava perpetuarsi immutabile. Quando Nel 1979 i socialisti la vollero come candidata al parlamento europeo rispose: “Preferisco mangiare pani e cipudda, ma non voglio andare con nessun partito perché perderei la libertà “. Questa era la Occhipinti,  la stessa che del 1987, a sessantasei anni,  seppe spendersi, a Comiso contro i missili Cruise. Tante le sue battaglie, tutte caratterizzate da un comune sentire: la libertà di espressione sancita dalla Costituzione italiana all’ articolo 21. Quando Morirà il 20 agosto del 1996 a Roma, a tanti fu chiaro che era stato grazie alla sensibilità e al coraggio di persone  come lei che molto si era realizzato affinchè le donne potessero ” manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Il cammino però era ancora lungo e lei lo aveva sperimentato.

mar

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info .

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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