A una festa di poeti

di Natalino Piras

Nico Orunesu Coro de iskuricore-Battaglia

A una festa di poeti, diversi anni fa

“Io sono della guerra, là in Afghanistan e sono qui in licenza, a questa festa di poeti che tutti cantano di battaglie lontane come fosse ancora l’Iliade o Gerusalemme liberata. E se c’è da piangere piangono solo noi quando capita di morire, il nostro esercito, la nostra armata.

Il resto è ipocrisia.  Non mi pare vera la pietà che dicono di provare per i caduti dell’altra parte. Adesso tu mi vedi in abiti borghesi ma di solito, quasi ventiquattro ore su ventiquattro, sono un soldato carico di armi tradizionali e armi le più moderne. Quelle sì che le aggiornano e noi non le usiamo  per fare bene e carità. Noi siamo un’armata diversa dalla Caritas. Ci pagano per seminare morte.

Se fosse possibile faremmo come qui, nei nostri paesi, al tempo della prima e della seconda guerra mondiale. Quando non potendo diversamente amici e nemici nascondevano bombe in campagna e nel centro abitato. Tutti oggetti di forma strana e amichevole, rilucenti. Facevano strage di bambini.  Ricorda che tu mi vedi  adesso  in abiti borghesi, e sono qui che partecipo a questa festa di poeti, e rido e canto e mangio insieme a voi e siamo tutti felici e contenti sia che i versi escano perfetti oppure zoppichino qua e là. Ma di solito io vesto una divisa militare e sono armato sino ai denti per fare la guerra, noi stranieri, a gente che se ne sta a casa sua. Tu dirai: ma sono fermi all’Iliade e alla Gerusalemme liberata. E tu credi che noi andiamo a liberarli dal loro Medioevo?”

Natalino Piras

 

https://www.facebook.com/natalino.piras

Immagini: Nico Orunesu

 

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