Accade a Cesena (eppure ci riguarda)

Storie di cinema e alberi raccontate da Davide Fabbri. A seguire «Bentornato piccolo vulcano», una nota della “bottega”

OMBRE SULLA GESTIONE DEI BANDI DEL COMUNE DI CESENA SUL CENTRO CINEMA SAN BIAGIO. LE RESPONSABILITA’ POLITICHE DELL’ASSESSORE CASTORRI. CERCASI CHIAREZZA, TRASPARENZA, CORRETTEZZA, TEMPESTIVITA’ NELLE SCELTE
Esattamente 5 anni fa. Firmai – assieme ad oltre 600 persone – una significativa petizione cittadina nel marzo 2015 per la difesa di una (ex) eccellenza culturale della nostra città: il Centro Cinema San Biagio di via Aldini 24.
Una petizione che si era resa necessaria per tentare di bloccare le scelte insensate e pericolose dell’ex sindaco Paolo Lucchi e dell’ex assessore alla Cultura Christian Castorri (ora vicesindaco di Enzo Lattuca): si stava mettendo in atto lo smantellamento pericoloso di un patrimonio della città.
Il progetto di snaturamento del San Biagio negli anni successivi si è compiuto.
Perdita di autonomia del Centro Cinema, spodestati dalla Fondazione Cineteca di Bologna (che riceve dal Comune di Cesena 65.000 euro l’anno).
Spostamento illogico di servizi del San Biagio all’interno della Biblioteca malatestiana.
La petizione fu promossa da un comitato cittadino formato soprattutto da artisti e professionisti del settore; si chiedeva la realizzazione di un autentico progetto di rilancio volto a valorizzare il San Biagio nella sua autonomia e integrità, quale patrimonio cittadino, insieme al teatro Bonci e alla Biblioteca malatestiana.

La petizione affermava: «il Centro Cinema è stato un progetto molto innovativo e coraggioso del Comune alla fine degli anni ’70. Dopo oltre 30 anni di attività e una programmazione cinematografica costante, ha oggi 2 sale cinema e un prestigioso patrimonio visivo-culturale: una biblioteca tematica tra le più importanti d’Italia, 130.000 fotografie, 350 periodici, una sala studio con 5 postazioni audiovisive, una collezione di 13.000 film, 10.000 ore di programmi didattici, fondi speciali unici sia in VHS che in DVD, un archivio che è preziosa memoria visiva del cinema di ieri e di oggi. Dopo qualche anno di programmazione ridotta e lo spostamento, nel 2014, di parte della mediateca e del suo personale, il Centro ha subìto un inevitabile rallentamento affrontato dal Comune, sino ad oggi, con un generico intento di valorizzazione, senza chiarire, con i dovuti particolari, i progetti in atto per gestire al meglio una ricchezza cittadina che dovrebbe essere uno dei nostri fiori all’occhiello, sia per la vita culturale cittadina che per la promozione del territorio. Alla mancanza di un progetto definito si è sopperito negli ultimi mesi con intenti e azioni che non tracciano una rotta chiara né presentata chiaramente alla città. Negli ultimi mesi è stata deliberata la “strategica necessità” di trasferire una parte del materiale del Centro Cinema nella “vetrina culturale” della Biblioteca malatestiana, rischiando di ammucchiare il rimanente in “magazzini” non ben specificati, che oltre a non essere accessibili al pubblico, rischiano di compromettere l’integrità del materiale. Si era poi deliberato di destinare gli spazi resi così disponibili ad attività di valorizzazione cinematografica e culturale ma in realtà sono stati utilizzati ad altre destinazioni che nulla hanno a che vedere con l’argomento cinema. Si chiede un progetto mirato, chiaro e condiviso, che contempli un’unica sede operativa, senza separare le sale di proiezione, nucleo vitale, da tutte le altre funzioni ad essa connesse, perché il Centro Cinema possa continuare ad essere un vero Centro di tutte le attività legate al cinema (conservazione, proiezione, produzione, didattica, intrattenimento), frequentato da cittadini e turisti di tutte le età, come luogo di proiezioni, mostre, concerti, dibattiti, laboratori, incontri, visite di scolaresche, studiosi e cinefili, e quindi anche luogo di intrattenimento e valorizzazione del nostro centro storico. Una progettazione chiara e verificabile necessita risorse, ma permette di attirarne, come gli importanti finanziamenti europei sulla diffusione della cultura degli audiovisivi. Il programma “Media 2014-2020” attinge ad un bilancio nell’ordine di grandezza di 1,8 miliardi di euro e promuove attività di sensibilizzazione del pubblico che consentiranno enorme diffusione dei progetti stessi: un Centro Cinema di storico valore dovrebbe essere cruciale in questo processo di acquisizione di risorse. I firmatari della presente petizione sono convinti che questa fase possa essere l’occasione per tanti cesenati di riscoprire, come nel caso della Malatestiana, un patrimonio della città e, per la città, di realizzare un rilancio nel territorio di una favolosa esperienza qui radicata, coinvolgendo portatori di interesse di area vasta, anche in senso culturale, sia pubblici che privati. Il San Biagio ha sempre rappresentato infatti occasione di arricchimento culturale per Cesena, che di certo ha un forte interesse verso il cinema, come dimostrano il diffuso utilizzo della mediateca e la popolarità di eventi, come “Piazze di Cinema” o gli incontri con i professionisti del settore: Luigi Lo Cascio, Davide Ferrario, Pupi Avati, Mario Monicelli, sono solo alcuni degli attori e registi che hanno conosciuto Cesena grazie al centro Cinema e se ne sono affezionati. Non dimentichiamo poi che nel 1979, anno in cui nasceva il San Biagio, un gruppo di giovani appassionati, tra cui il Club Cinema Il Cortile/Specchio delle mie brame, “occupava” creativamente con proiezioni e attività culturali alcuni locali ancora da restaurare del complesso conventuale. Un’esperienza che vedeva tra i protagonisti alcuni nomi che si ritrovano anche oggi tra i sottoscrittori della petizione, registi, esperti di cinema e amministratori: Cesare Ronconi, Mariangela Gualtieri, Franco Bazzocchi, Corrado Bertoni, Franco Mescolini, a cui si sono aggiunti quelli di altri appassionati, cinefili e professionisti da tutto il mondo, Nicoletta Braschi, Fabio de Luigi, Marco Mueller, Franco Brogi Taviani, Luciano Manuzzi, Marina Massironi, Milena Canonero, la costumista italiana premio Oscar, che ha sottoscritto la petizione, insieme a molti cittadini e associazioni romagnole e locali che hanno frequentato il Centro Cinema. Chiediamo a tutti di unirsi a noi e loro nel chiedere attenzione vero questa eccellenza della nostra città».

Tale petizione è risultata inascoltata dalla politica di governo del PD dell’ex sindaco Paolo Lucchi e dell’ex assessore alla cultura Christian Castorri, ora vicesindaco nella Giunta del sindaco Enzo Lattuca.

Sta ora passando in secondo piano una vicenda – che riguarda il Centro Cinema del San Biagio – che desidero narrare.

In questi ultimi giorni tutti sono concentrati – dal neo sindaco Lattuca, al gruppo consiliare del PD che ha presentato una interpellanza tesa a confondere le acque, agli organi di informazione – sulla possibile controversia legale legata alla recente asportazione-sottrazione dei proiettori digitali (del valore di 120.000 euro, acquistati nel 2013) degli ex gestori della società Cineforum Image snc (dei fratelli Fabio e Sergio Baraghini) con possibili danni causati alla pavimentazione della vecchia struttura del San Biagio di via Aldini – un ex convento – nel corso dello smontaggio di tali proiettori. I Vigili del Fuoco sono dovuti intervenire, su esplicita richiesta dei gestori delle sale cinematografiche, apponendo sigilli di sicurezza all’ingresso del foyer e a prevedere l’immediata chiusura dei locali.
Il Comune di Cesena sostiene che i proiettori digitali erano stati offerti all’istituzione comunale in sede di gara, che una clausola del contratto di concessione prevedeva che la società dei fratelli Baraghini – che dal lontano 1995 hanno in gestione le sale cinematografiche del San Biagio – avrebbe dovuto lasciarli al loro posto, avanzando la grave ipotesi del reato di appropriazione indebita.
I fratelli Baraghini – difesi dall’avvocato di diritto amministrativo Gabriele de Bellis – rivendicano la proprietà e la legittimità dell’asportazione dei proiettori, effettuata a conclusione della gestione del servizio; affermano che il pavimento dell’ex convento era già compromesso prima dello smontaggio dei proiettori. La società Cineforum Image sostiene che la clausola è di fatto nulla, poiché ha un carattere vessatorio, ed in ogni caso i proiettori digitali in questione non sono stati inventariati dal Comune come beni di proprietà comunale, non hanno sostituito la dotazione originaria ma sono stati aggiunti.
Un aspetto fondamentale e trascurato della vicenda è il seguente.
Il 28 febbraio scorso è scaduto il contratto fra Comune e Cineforum Image, sono state restituite le chiavi, è avvenuta la riconsegna dei locali e dei beni mobili.
Il Comune di Cesena non si è adoperato per tempo per indire una gara di evidenza pubblica, al fine di evitare l’interruzione dell’importante servizio culturale alla città.
Il contratto formalmente era scaduto a settembre 2019, prorogato in attesa dell’indizione del bando della gara di evidenza pubblica.
Il Comune di Cesena ha deciso recentemente di effettuare una gara-ponte: un affidamento diretto e temporaneo previo avviso esplorativo di indagine di mercato con richiesta di offerta (ad una decina di operatori) per l’affidamento diretto in concessione del servizio di attività cinematografica delle due sale del Centro Cinema del San Biagio (sala Rossa e sala Verde) di via Aldini e dell’arena estiva di Palazzo Guidi di via Serraglio, per 14 mesi, da aprile 2020 a giugno 2021.
L’affidamento diretto si è reso necessario poiché il Comune di Cesena non si è attivato tempestivamente per bandire la nuova gara; procedure di bando che solo ora vengono portate avanti a contratto pressochè scaduto.
Che il contratto scadesse il 28 febbraio 2020 si sapeva da tempo; gli uffici competenti della dirigente Elisabetta Bovero del settore Biblioteca malatestiana e Cultura ne erano a conoscenza da tempo; politicamente la responsabilità di questi ingiustificati ritardi è dell’assessore alla Cultura dell’ultima giunta Lucchi – Christian Castorri – ora vicesindaco della Giunta Lattuca. Come mai almeno un anno prima della scadenza di tale contratto non si sono avviate le procedure per una nuova gara d’appalto aperta di evidenza pubblica? Le responsabilità politiche sono appunto evidenti e ricadono sull’assessore Castorri,

In questa vicenda sono mancati i princìpi cardine di una buona amministrazione: sono state calpestate la trasparenza, la correttezza, la tempestività nelle scelte.
Ho scritto “almeno un anno prima”, poiché l’istruttoria per una nuova gara della concessione del servizio di attività cinematografica deve coprire un lungo arco temporale di almeno otto / dodici mesi dalla pubblicazione del bando.
A fronte di un ritardo grave e plateale dell’ex Giunta Lucchi (con Castorri assessore alla Cultura) solo verso la fine di dicembre 2019 la Giunta dell’attuale sindaco Lattuca (con vicesindaco Castorri) approva le linee guida per la nuova concessione del servizio di gestione dell’attività cinematografica delle sale Cinema San Biagio e dell’Arena estiva in seguito alla scadenza in data 28 febbraio 2020 dell’attuale contratto, affidato come si è detto alla società Cineforum Image snc.
Si procederà all’affidamento della concessione del servizio per una durata di 5 anni e per un valore complessivo stimato di €1.080.940, tramite una procedura aperta che sarà aggiudicata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi del nuovo codice degli appalti.
Stride il fatto che il Comune debba continuare a pagare ad ASP (proprietario dell’immobile) spese ingenti per la locazione degli spazi: 2.500 euro al mese, 30.000 euro l’anno.
Inoltre le spese condominiali del Centro Cinema in capo al Comune appaiono eccessive: le spese per acqua-riscaldamento-luce ammontano a circa 2.000 euro al mese, 24.000 euro l’anno.

Cesena, 9 marzo 2020

UCCISIONE DI ALBERI SANI A CASE FINALI DI CESENA.
Il potere del cemento avanza inesorabilmente.
Appello pubblico al sindaco di Cesena Enzo Lattuca: modifichiamo il vecchio progetto di urbanizzazione dell’area al fine di evitare nuovi e previsti abbattimenti di splendidi pini all’interno dell’area.
Sono appena tornato da un triste sopralluogo. Siamo all’inizio di via Rio Marano a Case Finali di Cesena. Cinque bellissimi pini – sani e rigogliosi – sono stati uccisi per dare spazio alla solita e banale urbanizzazione e cementificazione di un’area posta al termine di via Fiorenzuola.
Altri pini ora vivi – li vedete nelle foto che pubblico qui – sono a rischio di abbattimento poiché il vecchio progetto prevede la loro eliminazione.
Dimostri il neo sindaco Lattuca sensibilità ambientale autentica. Lo invito a porre una moratoria al vecchio progetto approvato, a sospendere temporaneamente i lavori al fine di trovare una soluzione tecnica tesa alla salvaguardia delle alberature esistenti, a modificare il progetto con perizia di variante in corso d’opera. Stiamo parlando di un datato progetto di opere di urbanizzazione del Piano Urbanistico Attuativo di Case Finali, di via Fiorenzuola, via Rio Marano. Del comparto 03/08 di un’Area di Trasformazione. Che prevede un’altra rotonda e l’allargamento della via Rio Marano. I progettisti sono l’ingegnere Angelo Farneti e l’architetto Arnaldo Montacuti, che si spacciano per ambientalisti.
Sconcerta il parere favorevole della Soprintendenza ai Beni Ambientali, dell’ufficio Verde pubblico, del Consorzio di Bonifica.
Alla luce di questi continui e infiniti abbattimenti di piante sane, mi rendo disponibile – da ecologista storico – a tenere (gratuitamente) corsi di formazione per tecnici e amministratori per far comprendere l’importanza della salvaguardia del verde urbano. Gli alberi – oltre ad abbellire l’ambiente e il paesaggio – producono ossigeno, purificano l’aria, agiscono come barriere acustiche e visive, riducono l’anidride carbonica, catturano polveri, particolati e PM10, ci aiutano a risparmiare energia grazie al potere rinfrescante in estate e alla protezione dai freddi venti in inverno.

Cesena, 9 marzo 2020

«BENTORNATO PICCOLO VULCANO»:

Oggi due post, in un colpo solo, di Davide Fabbri e presto ne vedrete altri (sono già arrivati). In mezzo a tante tragiche o cattive notizie il ritorno del vulcanico DF è una piccola, bella novità. Per la cronaca Davide non era sparito ma si era impegnato – anima e corpo, come è lui – in un nuovo circolo culturale (La Rimbomba di Bertinoro). Chi segue la “bottega” sa che DF concentra le sue denunce e proposte su Cesena e dintorni eppure i suoi coraggiosi e documentati interventi hanno un respiro non solo locale: a volte per i temi (per dirne uno: i supermercati sempre più arroganti che mangiano spazio e verde pubblico) e sempre per il metodo perchè DF mostra come si fa informazione, cioè fatti, indagini, fotografie al posto di vaghe chiacchiere. Ad avercene di blogger come lui ora che i media sono più silenziosi (distratti o asserviti?) che mai mentre le forze politiche “tradizionali” fanno pena o peggio. Per questo suo ostinato coraggio DF negli anni si è beccato un bel po’ di denunce, non per ristabilire qualche verità ma per intimidirlo (e poi i processi costano, fanno perdere tempo ecc). Fra le denunce ce n’è una davvero esageeeeeeeeerata con Conad a chiedere a DF un milione di euro: boom. Se non conoscete la vicenda – fra poco arriverà la sentenza – del gigante Goliad contro il piccolo David eccovi il link a un post del primo marzo: Solidarietà concreta. Per tutto questo chiediamo ad altri siti (locali e non, ecologisti o “generali”) di riprendere i post di DF: non solo per il loro valore ma appunto per esprimergli vicinanza nelle sue battaglie nonviolente. Quando lui scrive – come qui sopra – sulla bellezza e utilità degli alberi (o del buon cinema) gli ignoranti delle destre e delle ex sinistre non capiscono o fanno finta di non capire. Ma se la voce di DF diventasse, grazie a noi, un coro… perfino i “sordi” – di comodo – dei Palazzi comincerebbero a sentire qualche brivido. [db per la piccola redazione bottegarda]

 

Davide Fabbri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *