Albouzizi: l’affermazione della dignità

di Adel Jabbar

Tornano i sogni ad abitare lo sguardo arabo dallo Yemen al Marocco, Dal Mare Arabico fino all’oceano Atlantico.

Gli Arabi tornano a frequentare il sogno dopo un lunghissimo tempo costellato da incubi, da paura e da subalternità.

Mohammed Albouzizi, il giovane tunisino di Sidi Buozid, ha acceso la luce per indicare a milioni di arabi la via da percorrere, la via della dignità.

Dal Marocco allo Yemen la gente chiede e rivendica: libertà , dignità, giustizia, indipendenza, sovranità e rispetto.

Il rispetto che i vassalli dispotici locali hanno calpestato tutti i giorni, in tutti i modi, praticando ogni tipo di violenza e di ingiustizia per assoggettare le popolazioni.

Attivisti, intellettuali, studenti, operai, contadini, imprenditori , donne, uomini sono stati sottoposti per lunghi anni a ricatti, a umiliazioni, a intimidazioni, a incarcerazioni, a minaccia di perdita del proprio lavoro. Tante e tanti quegli che hanno trovato scampo nei luoghi dell’esilio.

Da due mesi (al shabab) La gioventù tunisina, yemenita, giordana e algerina s’è scrollata di dosso la paura, hanno sconfitto la cultura della paura e stanno indicando con un impressionante coraggio e con una forte determinazione la via da percorrere verso un’ altra epoca senza paura, un’ epoca per la speranza, un’epoca in cui la libertà(alhurriya)a, la dignità(alkarama) e la giustizia(al’adala) siano i nuovi e sicuri compagni nella vita.

I giovani Arabi stanno dando una straordinaria dimostrazione di civiltà, di responsabilità, di nonviolenza e notevole consapevolezza politica non ideologica. Questi coraggiosi giovani dimostrano un’eccezionale sensibilità di comprensione e di accettazione della diversità del mondo d’oggi.

E’ un obbligo etico e politico la ferma condanna della violenza e della repressione esercitate dalle milizie governative(Baltaciya) sui dimostranti e per questo credo che oggi è fondamentale il sostegno e la solidarietà ai giovani che stanno dando una formidabile lezione di coraggio e di civiltà.

Redazione
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