Ancora un operaio morto per i “fuochi”

di Vito Totire

Dopo la orrenda strage di Modugno (Bari, 2015) la strage di operai continua…
Ancora una volta per produrre una “merce sbagliata o oscena” (Giorgio Nebbia).

Dino Trignani operaio di 63 anni della ditta Di Blasio fireworks (fireworks come Bruscella, Modugno) è morto il 16 febbraio nell’area esterna della fabbrica a seguito di uno scoppio. Ferito un collega di 43 anni.
La morte sul lavoro comporta sempre un lutto irreparabile, ma in certi casi al lutto di aggiunge persino l’assurdità della ostinazione a produrre una merce che è di per sé intrinsecamente nociva e mortifera.

Da decenni proponiamo il bando della produzioni di morte (in primis le armi) e certamente dobbiamo riconoscere con rammarico di essere quasi una vox clamans in deserto.
Periodicamente le istituzioni promettono maggiori controlli e misure di sicurezza più stringenti ma si tratta di parole al vento.
Certo nella nostra attività abbiamo fatto tesoro, letteralmente abbiamo fatto nostra, la analisi d Giorgio Nebbia sulla necessità di “interrogarsi sulla sofferenza che c’è dietro ogni tipo di merce”, e dunque abbiamo fatto nostra la critica alla produzione e commercializzazione di merci nocive, sbagliate, inquinanti, oscene (alcuni di questi aggettivi sono stati appunto proposti da Nebbia).
Col passare dei decenni la produzione si è spostata, con la logica della divisione capitalistica internazionale del lavoro, verso i paesi più poveri o meno attenti a rischi e inquinamento e l’Italia si è riservata, piuttosto, la attività di commercializzazione.
Le recenti stragi sono infatti oggi più frequenti nei paesi “poveri” e produttori.

Neanche la orrenda strage di Modugno ha smosso le acque: abbiamo incontrato interlocutori distratti, scettici, pavidi, non responders.
Ma sotto questo strato superficiale una volontà di accumulazione di profitti che ha continuato a seviziare l’ambiente e i lavoratori.

I dati dell’Arpa Piemonte relativi alle poveri sottili il primo dell’anno (parliamo del 2023) mostrano con evidenza il contributo dato all’inquinamento dai botti e dai fuochi artificiali, ma sono dati che quasi nessuno ha commentato.
Tacere oggi significherebbe rassegnazione e rinuncia alla necessaria lotta per il cambiamento.
Dobbiamo invece insistere facendo appello al numero enorme di cittadini e comitati ecologisti che hanno sempre appoggiato la nostra campagna, nonostante i tentativi di silenziarla.
Il quotidiano Il resto del Carlino, tra le poche fonti che hanno parlato della nostra proposta (a parte ovviamente alcuni ossidabili bloggers), ha scritto che “questa proposta non passerà mai”.

Grazie dell’incoraggiamento, andiamo comunque avanti:

– Fuochi e botti inquinano con una ampia gamma enorme di inquinanti anche cancerogeni
– Incrementano i livelli di polveri sottili ambientali e quindi danneggiano la salute anche con effetti acuti e non solo con effetti dopo lunga latenza
– Vero è che sono calati alcuni tra gli inquinanti tradizionali (esempio S02) ma E’ CRESCIUTO IL RISCHIO DI EVENTI DISASTROSI ACUTI A CAUSA DEL MAGGIOR USO E RICORSO A NANOTECNOLOGIE.

Che l’operaio Dino Trignani sia davvero l’ultima vittima di attività produttive di cui non dobbiamo mettere in discussione solo il modo, ma anche il contenuto, quindi la merce prodotta.
Condoglianze ai familiari agli amici e compagni di lavoro. Auguri di pronta guarigione al collega ferito.
ZERO MORTI SUL LAVORO , BOICOTTIAMO E ABOLIAMO LA PRODUZIONI DELLE MERCI DI
MORTE
Vito Totire, medico del lavoro, RETE NAZIONALE LAVORO SICURO, CAMPAGNA PERMANENTE PER IL BOICOTTAGGIO DELLA PRODUZIONE DI MERCI NOCIVE via Polese 30, Bologna. vitototire@gmail.com

 

Ricordare la strage di Modugno, dieci lavoratori morti : un dovere etico, sociale e politico !

di Vito Totire (24.7.2022)

Mettere finalmente fuori legge produzione e uso di fuochi artificiali, come per l’amianto !

Quella del 24 luglio 2015 nella “Bruscella fireworks” la abbiamo definita la strage operaia più rimossa della storia occidentale.
Passano altrettanto rimosse altre stragi, ricorrenti e ancora frequenti, in paesi poveri. Poiché non apparteniamo alla schiera dei soggetti inclini alla rimozione dobbiamo mettere il “dito nella piaga” non solo per “ricordare” ma anche e soprattutto per guardare al futuro:

  • Il territorio di Modugno è stato teatro di una altra tragedia rimossa: la omicida produzione della Tecnovar (mine anti-uomo , per la precisione “anti-bambino”).
    Le abbiamo bonificate tutte nel mondo ?
    Abbiamo risarcito tutte le vittime ?
    Vogliamo fare un “bilancio” della impresa Valsella sud/Tecnovar, eventualmente anche con una commissione parlamentare di inchiesta ?
    Quando avremo fatto questo “bilancio” vorremo finalmente riflettere sulla necessità inderogabile di interrogarci “prima” sull’oggetto della produzione ?
    Se questa “merce” risponda a criteri non solo economicistici di profitto immediato ma anche a criteri si sostenibilità sociale e ambientale ?
  • Prima e a latere della vicenda della fabbrica di fuochi artificiali molti lavoratori di Modugno sono stati esposti a rischi rimasti misconosciuti che tuttavia hanno avuto un impatto sanitario rilevante.
    E’ questo un tema che dovremo sviluppare e approfondire con le persone disponibili e oneste che vivono nel territorio e che possono raccogliere ulteriori informazioni rispetto a quelle che sono in nostro possesso.
    Facciamo appello in particolare agli operai della zona industriale
  • Per venire alla strage del 24 luglio 2015: dobbiamo fare il quadro preciso e sistematico della strage anche per quello che riguarda i risarcimenti, nella consapevolezza che probabilmente non si è andati oltre quelli previsti dall’Inail che sono notoriamente minimali se non integrati da quelli previsti dai procedimenti in sede penale e in sede civile.
    QUI DOBBIAMO RIBADIRE UNA NOSTRA PROPOSTA CHE AVANZIAMO DA TEMPO E IN GENERALE A PARTIRE DAI PROCESSI PER LE STRAGI DA AMIANTO E CHE AVRA’, A BREVE, PROBABILMENTE UNO SBOCCO PARLAMENTARE: in assenza di un responsabile civile/penale (per morte dello stesso o difficoltà di identificazione) LO STATO DEVE RISARCIRE IN SUA VECE.
    LA MOTIVAZIONE E’ SEMPLICE: STANTE LA OMISSIONE DELLE MISURE DI SICUREZZA E’ RESPONSABILE DELLA STAGE  “SOLO” IL DATORE DI LAVORO O, A MODUGNO, SONO CORRESPONSABILI LE ISTITUTUZIONI E LO STATO CHE NON HANNO VIGILATO SU QUELL’IMPIANTO PRODUTTIVO ?
    CHE VIGILANZA PUBBLICA E’ STATA GARANTITA INFATTI DALLE ISTITUZIONI ? NON SOLO IL DATORE DI LAVORO MA ANCHE LO STATO E LE ISTITUZIONI SONO CREDITORI DI SICUREZZA NEI CONFRONTI DEI LAVORATORI !
  • CIRCA IL FUTURO: si continua a produrre e ad usare una merce inquinante, nociva, ad altissimo rischio per i lavoratori e per l’ambiente nonostante la condizione ambientale esistente sul pianeta, in Europa, in Italia (vedi incendi in Versilia e in tutto il continente).
    Dalla festa della porchetta alla festa del “santo patrono” ogni occasione è buona per sprecare, inquinare, diffondere rischi evitabili.
    ABBIAMO AVVIATO UN DIALOGO CON LA CHIESA E CI PARE CHE DA PARTE DELLA CHIESA PIUTTOSTO CHE UN CONSENSO CI SIA UN DISSENSO ANCORCHE’ NON ESPLICITATO NEI CONFRONTI DELL’USO DEI FUOCHI ARTIFICIALI (CON LA “SCUSA” DELL’IGNARO SANTO PROTETTORE…)
  • E’ ORA DI ROMPERE GLI INDUGI: AL BANDO PRODUZIONE, LA COMMERCIALIZZAZIONE, L’USO DI FUOCHI ARTIFICIALI, ANCHE CON UN PROVVEDIMENTO URGENTE (DECRETO) DA PARTE DEL GOVERNO SUPPORTATO E ANTICIPATO DA ORDINANZE DEI SINDACI CHE VORRANNO COLLABORARE. Invitiamo a segnalarci i siti comunali in tutta Italia nei quali sono previste manifestazioni con fuochi artificiali e facciamo pressing tutti insieme sui sindaci (e sui parroci, quando è il caso) affinché si desista dallo “sprecare per inquinare”.

Grazie della attenzione e dalla collaborazione a tutti le persone che vorranno contribuire alla lotta.

Vito Totire, medico del lavoro, portavoce circolo “Chico” Mendes, “Rete europea per l’ecologia sociale” via Polese 30 40122-Bologna

Per adesioni: vitototire@gmail.com

Redazione
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