Appello per Afrin
Questo è il messaggio che Jacopo, redattore di Infoaut che si trova nel cantone di Afrin dall’inizio dell’aggressione turco-jihadista, ha fatto arrivare poco fa ad amici italiani della rete di solidarietà con il Kurdistan e che volentieri riproduciamo integralmente (*)
Nelle ultime ore la situazione ad Afrin si è fatta più critica: l’esercito turco invasore e le bande jihadiste sue alleate si sono avvicinate alla città da diversi lati, in particolare dalla direzione di Shera. Sono a 2,5 km di distanza e minacciano direttamente la città. La situazione dentro Afrin è quella che c’era già in questi giorni, quindi alta densità di popolazione, tanti rifugiati dai villaggi che qui hanno trovato rifugio dalla guerra e dai bombardamenti, mancanza di acqua perché quando i jihadisti e l’esercito turco hanno preso la diga di Meidanki hanno tagliato la fornitura e bombardato le stazioni di pompaggio in altri villaggi. Mancano anche alcuni generi di prima necessità. Adesso il rischio concreto è che nelle prossime ore ci sia una situazione sempre più critica e che attacchino la città; già in questo momento ci sono bombardamenti di artiglieria e di aerei nelle zone periferiche della città.
Il Tev Dem ha chiamato a una mobilitazione generale, a una sollevazione in tutti i posti e le piazze del mondo per difendere Afrin, per fermare il progetto di pulizia etnica che Erdogan e i jihadisti vogliono attuare sulla popolazione di Afrin, per chiedere una no fly zone che fermi i bombardamenti aerei, che sono anche quelli che causano un numero elevatissimo di vittime civili e che se in questa città dovessero aumentare ancora e arrivare fino in centro produrrebbero sicuramente un massacro. Queste azioni sono già in essere in molte città europee, anche in Bashur.
Adesso quello che bisogna fare è rompere il silenzio della comunità internazionale che di fatto è complice con questo piano; questo è quello che a tutti i popoli del mondo viene chiesto di fare per sostenere Afrin e la sua popolazione, per supportare la rivoluzione della Siria del nord e quindi la speranza e l’esempio della rivoluzione del nostro secolo per una società libera e democratica in cui tanti popoli diversi possono vivere assieme e che sia anche una proposta di pace per la Siria. Una sollevazione per difendere Afrin ma anche per difendere una speranza per tutta l’umanità.
#DefendAfrin
(*) ripreso da www.pressenza.com
Erdogan tiene in ostaggio l’Unione Europea grazie alla politica scandalosa di vari Stati Europei verso i rifugiati : questa situazione, che costituisce una violazione flagrante dei Diritti Umani, è la causa dell’omertà dell’Unione Europea che ora lascia Erdogan massacrare impunemente la popolazione civile di Afrin.
E’ gran tempo perché l’Unione Europea ponga i Diritti Umani al di sopra di ogni altra considerazione egoistica !!!
Luigi Mosca
a Roma – in piazza Madonna di Loreto – alcune centinaia di manifestanti si sono riuniti per chiedere l’immediato cessate il fuoco ad Afrin; cfr https://www.pressenza.com/it/2018/03/afrin-sotto-assedio-manifestazione-a-roma/
QUI l’appello di UIKI: http://www.uikionlus.com/appello-urgente-per-afrin-fermare-questa-invasione-e-diventata-una-responsabilita-storica/
vale segnalare “Tutta la città ne parla” su Radiotre visto che è l’unica (MI PARE) teasmissione Rai che ogni tanto parli di Rojava e dintorni; qui il link alla trasmissione di ieri: http://www.raiplayradio.it/audio/2018/03/TUTTA-LA-CITTAapos-NE-PARLA-6200b405-0b12-4f22-9a20-b80d7a18a09d.html (soollecitata da una telefonata di “Giovanni da Bolzano”)
http://www.manifestosardo.org/we-are-afrin/#more-26863
L’aggressione turca avanza e gli abitanti di Afrin resistono nonostante l’enorme disparità di armamenti, ma i tempi per scongiurare una strage sono stretti. Per questo motivo Venerdì 16 marzo 2018 alle ore 17.30, a Cagliari in Piazza Yenne, si svolgerà il sit-in di solidarietà della Rete Kurdistan Sardegna, per chiedere che l’Onu intervenga per fermare l’invasione turca di Afrin, e per chiedere che la comunità internazionale imponga l’immediato cessate il fuoco e garantisca la consegna di aiuti umanitari e sanitari necessari.
Saleh Muslim: “La resistenza dei curdi è giusta” di Simona Deidda
http://www.manifestosardo.org/saleh-muslim-la-resistenza-dei-curdi-giusta/