Barbara Romagnoli – Otto marzo sempre

Spero che sia un otto marzo senza mimose quest’anno, senza mimose retoriche color giallo artefatto.

Spero che sia un otto marzo che piova, così che tutti aprano i loro ombrellini rossi, perché cadere nelle pozzanghere del perbenismo è sempre più facile ed e’ l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno.

Spero che sia un otto marzo senza discorsi di ministre e faccendiere, senza alleanze fondate sulla presunta femminilità e improbabile sorellanza.

Spero sia un giorno in cui ricominciare a dirsi femministe senza timore di essere prese per matte, tanto lo siamo già ogni volta che immaginiamo un mondo diverso da questo.

Spero che sia un otto marzo vuoto di festeggiamenti rituali, ma pieno di volti nuovi che interrogano, chiedono, indagano, inventano nuovi significati per questa giornata.

Spero sia un otto marzo di pace per le piazze libiche, un otto marzo di gioia per le donne egiziane e tunisine protagoniste delle rivoluzioni nonviolente che hanno cambiato i loro paesi.

E vorrei che anziché le sciarpe bianche, le donne che hanno riempito le piazze il 13 febbraio tirassero fuori bandiere rosse per lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 6 maggio prossimo.

Perchè se si fermano le donne, davvero si ferma il paese.

E ne avremmo tanto bisogno, per riprendere in mano il nostro futuro.

 

ripreso da TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 485 del 5 marzo 2011

www.nonviolenti.org

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per informazioni e invio testi:
clelia pierangela pieri – xdonnaselva@yahoo.it
luigi di costanzo       – onig1@libero.it

 

Clelia

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