web analytics
La Bottega del Barbieri

Buying Nothing Day: un giorno senza acquisti

dagli anni ’90 esiste il Buy nothing day, ma pochi se ne sono accorti, quest’anno è il 26 novembre

due siti per farsi un’idea:

http://buynothingday.co.uk/,  buy_nothing_day

Un giorno senza acquisti

 Borsellini e portafogli chiusi. Per 24 ore non uscirà neppure un centesimo. Niente. Basta. E` quanto chiede a tutti i consumatori, cioè a tutti noi, l`Intesa dei Consumatori, ovvero il cartello che riunisce le associazioni Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori. Insomma un vero «sciopero della spesa» per protestare contro «gli aumenti indiscriminati dei prezzi, soprattutto quelli di molti beni di largo consumo, che stanno falcidiando il potere d`acquisto di stipendi e salari e portando il dissesto nei bilanci delle famiglie». Lo sciopero è stato indetto per martedì prossimo e anche a Pisa stanno fioccando le adesioni: tra le prime quella della Cgil che «valuta negativamente l`aumento dell`inflazione e lo scarto tra inflazione e retribuzione, che penalizza le condizioni materiali del lavoro dipendente e delle pensioni».

Ma come funziona la protesta contro il caro-vita? L`Intesa ha compilato una «guida pratica» per i cittadini che il giorno 16 intendono astenersi dagli acquisti. Il primo divieto è quello di fare la spesa: è questa ? garantiscono i promotori ? la forma più efficace di protesta contro gli aumenti dei prezzi. ma ci sono anche altri consigli: ad esempio niente cappuccino, caffé e brioches, meglio gustarsi la colazione a casa. Per un giorno si potrà poi fare a meno di inviare sms e, quanto a cellulare e telefono fisso, meglio servirsene solo per le chiamate di emergenza; portarsi il pranzo o la merenda direttamente da casa; non acquistare birra, gelati né altre bevande; limitare l`utilizzo di Internet; non acquistare sigarette e non fumare (oltre al portafoglio, ne gioverà anche la salute); non andare dal parrucchiere, non effettuare operazioni in banca; non fare shopping; non andare al cinema né al teatro (meglio una bella videocassetta con gli amici); non fare benzina, acquistare il giorno prima il biglietto del bus.
In campo scenderanno anche gli «Angeli Blu», ovvero incaricati delle associazioni che controlleranno i cartellini dei prezzi nei negozi segnalando le anomalie più vistose: «Nessuna caccia alle streghe né attacchi sconsiderati ai commercianti ? dice l`Intesa ?, ma solo un modo per difendere chi vive del proprio stipendio e a fine mese ha diritto di far quadrare i conti».https://codacons.it/un-giorno-senza-acquisti-2/

 

 

Giorno senza acquistare

Il giorno senza acquisto (JSA) o “Acquisto di Nothing Day” (BND) negli Stati Uniti è un manifesto non violento degli acquisti boicottare, per protestare contro il casino del consumatore società. Recupero a livello internazionale di Adbusters, l’operazione è stata lanciata nel 1992 dal canadese Ted Dave con lo slogan “Abbastanza è desideroso!” (“Abbastanza è abbastanza!”). La prima volta che si chiamava “Nessuna giornata di negozio”.

Gli organizzatori di questo evento giustificano la loro azione per protestare contro la società dei consumatori e ciò che comporta: degrado ambientale, sfruttamento delle popolazioni o perdita dei valori umani , presa della pubblicità che cresce ad avere piuttosto che essere.

Giornata mondiale senza acquisti si svolge negli ultimi venerdì (America del Nord) o sabato (Europa) di novembre.

Ogni anno , l’Organizzazione adbuster conduce azioni al Buy Nothth Day, mentre in Francia, l’Associazione pubblicitaria del PUB detiene dal 1999 al giorno senza acquistare.

In Quebec, la rete Quebec per la semplicità di volontariato (RQSV) è stata Organizzare ogni anno dalle attività speciali del 2009 sul “Giorno senza acquisto”.

Quindi, nel 2009 e nel 2010, in collaborazione con l’ACEF del sud-ovest di Montreal e dell’Eticoterre, è stata una campagna di vaccinazione chiamata “compra troppo è malato! “, durante il quale i passanti sono stati invitati a ricevere il vaccino” Ha7ac “per proteggersi da” comprare la febbre “. Nel 2011, il RQSV ha lanciato l’operazione semplicemente natale e nel 2012 la campagna comunque un regalo.

https://arteculturadecuba.com/it/giorno-senza-acquistare/ 

 

How to Celebrate

The simplest way to celebrate is, of course, to avoid making any purchases on the day. That means dodging the Black Friday sales, no quick trips to the grocery store, no online purchases, etc. That’s certainly what I do, mainly because I see it as a way to force myself to save a little money, avoid purchasing all those items I “can’t live without”, and reflecting on my daily spending habits.

However, since the day was originally conceived as a protest against consumerism, many people like to do more. For example, some people use the day as a trigger to cut up their credit cards. They may even do this publicly to make a statement. Others like to do the Zombie Walk, where they’ll wander around stores and malls with a blank look, hoping that people will ask them what’s wrong so that they can spread the word.

Others go all out. In addition to not buying anything, they’ll also avoid driving, turning on lights, using their computers, televisions, phones, etc. Perhaps a little extreme for my tastes.

How you celebrate is entirely up to you, but I do urge you to get involved. If you stop for a moment to think about the message behind Buy Nothing Day, I think you’ll see that it’s far more than a day protesting consumerism; it can be the start of a new lifestyle.

http://buynothingday.org/

 

ecco la scheda di un libro interessante, uscito di recente:

 

Il giorno in cui il mondo smette di comprare, di J.B. MacKinnon

I primi ad accorgersi che qualcosa è cambiato sono i commessi dei negozi: quel giorno stanno clamorosamente mancando gli obiettivi di vendita. Poche ore dopo i responsabili di zona mandano resoconti preoccupati ai loro capi. Il giorno successivo gli addetti ai magazzini dei maggiori siti di shopping online vedono i loro ritmi frenetici rallentare. Nel giro di pochi giorni il colore del cielo cambia con il calare delle emissioni di anidride carbonica. Il mondo ha smesso di comprare: non è l’inizio di un romanzo distopico; è l’unica cosa che può salvare noi e la Terra. Parliamoci chiaro: è lo stile di vita basato su un consumo costante la causa principale del collasso ecologico. Siamo disposti ad avviare trasformazioni radicali su scala globale per rendere più verde e sostenibile il nostro stile di vita, ma non a diminuire i nostri acquisti, quello no, è l’ultimo tabù. Se smettiamo di comprare, dicono politici ed economisti, sarà una catastrofe, la fine della nostra società e di milioni di posti di lavoro. Ma è davvero così? Per rispondere a questa domanda, J.B. MacKinnon ha attraversato il pianeta parlando con gli ultimi cacciatori-raccoglitori africani, con dirigenti dell’industria della moda e con chi lavora negli stabilimenti tessili in Bangladesh, con pubblicitari più o meno pentiti e membri di comunità autosufficienti, con chi produce oggetti usa e getta e chi li cura come prodotti artigianali. Ha visitato gli ultimi luoghi degli Stati Uniti in cui i negozi sono chiusi la domenica; ha attraversato città in cui, avendo tagliato l’illuminazione artificiale, si è tornati ad ammirare le stelle; ha scoperto insospettabili sacche di resistenza al consumo nel cuore del Giappone ipertecnologico. Ridurre i nostri consumi non è un processo indolore, ma è possibile, necessario e non rimandabile se vogliamo interrompere la spirale distruttiva che sta devastando le nostre vite e la Terra. “Il giorno in cui il mondo smette di comprare” è la proposta di un futuro diverso, un futuro che inizia da una nostra semplice decisione: devo davvero premere il pulsante «acquista»?

da qui

 

 

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *