Chi contesta Maroni ha ragione

Perquisizioni e misure restrittive a Bologna
dissentire non è reato
Operazioni della Digos contro attivisti accusati di aver partecipato alla contestazione a Maroni
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/dissentire-non-e-reato/5802

21 / 9 / 2010
Una brutta giornata a Bologna.
Questa mattina la Digos sta eseguendo perquisizioni e consegnando atti di misure restrittive delle libertà personali ad attivisti accusati di aver partecipato alla contestazione a Maroni lo scorso anno.
Numerosi, troppi, obblighi di firma, un arresto domiciliare.
Le accuse sono vaghe e generiche.
A mesi di distanza, appare immediatamente il carattere provocatorio e persecutorio di questi provvedimenti.
Chi perseguita i migranti, chi è complice oggettivo degli affondamenti nel Canale di Sicilia, chi finanzia la loro reclusione nei lager libici è eroe
della legalità padana. Chi dissente, invece, viene ritenuto un pericolo per la democrazia.
A breve aggiornamenti.
Fin da ora la conferma che a tutti gli indagati va il nostro sostegno e la nostra solidarietà.

A QUESTO COMUNICATO AGGIUNGO.
Dovunque si contesta Maroni per le sue leggi razziste io ci sono: come semplice partecipante, fiancheggiatore, organizzatore, teorico, cattivo maestro e quant’altro sia possibile. Dunque chiedo anch’io di essere denunciato con gli altri e le altre.
Contestare ovunque Maroni è giusto, possibile, necessario. Ieri, oggi e se continua così anche domani, dopodomani… La domanda da porre non é : perchè voi lo fate? La domanda giusta da porsi è: io perchè non c’ero?
Daniele Barbieri

Redazione
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2 commenti

  • Mario Sumiraschi

    anch’io ci sono…

  • Raffaele Mantegazza

    Signor Ministro Maroni,

    non ho partecipato lo scorso anno alle manifestazioni contro di Lei; me ne dolgo aspramente. Spero di poter in qualche sede recuperare il debito. Quando questo sciagurato Governo si e’ insediato pensavo che la Sua presenza al Ministero degli Interni potesse far presagire una politica moderata e di dialogo. Mi ero lasciato ingannare dalla Sua aria apparentemente civile, lontana dagli urli sconnessi di Bossi, Calderoli, Borghezio. Mi pareva che Lei rappresentasse una Lega medio-alto-borghese che aveva interesse mettere da parte i toni gutturali per provare a cercare un dialogo. Quanto mi sbagliavo! Fin dal primo giorno la Sua politica e’ stata degna del peggior Scelba, del peggior Tambroni, del peggior Cossiga. Lei ha incarnato in modo forte e chiaro l’anima razzista della Lega, il suo aspetto piu’ vicino ai nazismi e ai fascismi, il suo modo tutto-pancia di impostare e cercare di risolvere i problemi. Lei non ha saputo usare altre parole, altri gerghi, altri codici, nell’esercizio delle Sue funzioni, che quelli della violenza, della prevaricazione, dell’intolleranza. Frasi razziste si sono affiancate ad affermazioni intolleranti, e sempre, sullo sfondo di ogni Sua proposta c’era l’idea di una società “pura” assediata che non può e non deve fare altro che attaccare, dare il primo colpo, picchiare per prima per picchiare più forte. Forse, in qualche chiassosa sede del Suo movimento, tra cassoeula e vino della Valtellina, queste cose possono anche far ridere. Ma dette da un Ministro dell’Interno, in una situazione come quella italiana, con migliaia e migliaia di disperati che bussano A PIENO DIRITTO alle nostre porte e migliaia e migliaia di potenziali criminali razzisti che non vedono l’ora che il loro odio viscerale per ogni forma di diversità sia legittimata da qualche politico, in un’Italia di questo tipo, signor Ministro, Lei è un pericolo; per la democrazia, per la tolleranza, per la pace. Lei non sente la responasbilità di governo, che è quella di fare proposte chiare e realistiche e di portarle a termine; lo dimostra l’affare grottesco delle ronde, fallito certo, ma che ha seminato nei cittadini -nella fronda più retriva, quasi animalesca dei cittadini- l’idea che sia legittimo difendersi da sè; e non certo dai mafiosi o dai pusher (e che siamo scemi?) ma dai disperati che vendono due elefantini di finto avorio al mercato o che cercano quotidianamente di sopravvivere in una società disumana e malata. Ora, signor Ministro Maroni, c’è però un’ultima cosa che mi ha sconcertato: ho letto da qualche parte che Lei da giovane avrebbe militato in Democrazia Proletaria. Io sono stato un militante di DP e non ho mai sentito parlare di Lei; ma anche solo l’idea di aver potuto militare in un partito che vedesse la Sua persona come simpatizzante mi sconvolge. DP -con tutti i suoi limiti- lottava per una società multirazziale, libera e gioiosa. La prego, mi dica che non è vero, mi dica che la notizia è falsa. Mi dica che tra me e Lei non c’è stato NIENTE in comune tranne il fatto che siamo creature basate sul ciclo del carbonio, con due braccia, due gambe e due occhi. Stavo per aggiungere: un cuore. Ma quello, solo uno di noi due può realmente dire di averlo

    Cordialmente

    Raffaele Mantegazza

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