Contro la pistola Taser nasce un comitato
L’appello e le prime adesioni.
Appello per la immediata messa al bando della “pistola taser”
Al presidente della Repubblica
A tutte le persone interessate
Ai sindaci e alle sindache italiani/e nella loro veste di autorità sanitaria locale
La pistola taser è strumento di tortura e crimine di pace.
Per un programma di interventi di “ordine pubblico” a basso/nullo impatto sanitario e psicosociale.
Benché già definita da fonti autorevoli “mezzo di tortura” la pistola taser si sta diffondendo nel territorio
sponsorizzata anche da rappresentanti del governo pro tempore e proposta apertamente a singoli sindaci come dotazione pure per la polizia locale.
Riteniamo che la pistola taser debba essere immediatamente bandita sulla base delle motivazioni che qui avanziamo:
• Quella principale è che la pistola taser viene usata contro persone di cui l’utilizzatore non sa nulla
circa la eventuale condizione di vulnerabilità; questo è del tutto inaccettabile sul piano etico e dal
punto di vista sanitario; è come se il medico usasse un mezzo di contrasto senza essersi accertato
che il paziente non è allergico; come è noto gli effetti avversi possono essere anche mortali.
• Nonostante l’uso “al buio” che assomiglia ad una “roulette russa” piuttosto che ad una procedura di
sicurezza , anche agli occhi chi non sia particolarmente esperto in materia di medicina , pare
evidente che in definitiva la pistola taser sia stata usata proprio su o per la esattezza, contro una
coorte di persone a più alto rischio rispetto alla popolazione generale di cosiddetta “sana e robusta
costituzione” (definizione di vecchia memoria, giustamente oggi desueta) ; il rischio di morte
secondo il produttore dell’arma, è 0.25% (un decesso su 400 persone colpite) ma si tratta di
stime fatte da soggetto in conflitto di interessi (come chiedere all’Eternit se l’amianto è
cancerogeno): stime che certamente non si riferiscono ad una popolazione selezionata/vulnerabile
come quella che ha subìto fino ad oggi le scariche elettriche (55.000 volt) in tutto il mondo.
• Gli effetti fisici e collaterali della pistola taser dunque, significativi per tutti, si impattano ed entrano
in sinergia con fattori di rischio di cui le persone colpite sono quasi sempre portatrici (recente
assunzione di psicofarmaci, di sostanze stupefacenti , cardiopatie ed altro a volte neppure
diagnosticate ); la scarica elettrica della pistola taser può entrare in sinergia negativa anche con
condizioni parafisiologiche come una tachicardia da sforzo ; una tachicardia è peraltro spesso o
sempre presente in certi frangenti di concitazione anche a prescindere da rilevanti condizioni di
vulnerabilità individuali.
• Negli ultimi mesi abbiamo purtroppo assistito in Italia al decesso di 4 persone dopo l’uso della
pistola taser (Olbia,Genova, Reggio Emilia e Napoli) ; alcuni decessi si sono verificati anche nel
2024; inquietanti e drammatici sono poi i dati epidemiologici internazionali (dove e se sono stati
raccolti…) : fonti autorevoli riferiscono di più di mille persone morte negli USA dal 2000 ad oggi
dopo l’utilizzo della pistola taser ; è ovvio che una successione cronologica di eventi non deponga
automaticamente o in ogni caso a favore di un nesso eziologico certo, ciononostante la evidenza
epidemiologica pare lampante pur tenendo conto di eventuali fattori di confondimento ; anche
per questo abbiamo costituito un “archivio/osservatorio” sugli effetti della pistola taser; a differenza
di chi, non avendone le competenze professionali , ha commentato erroneamente referti autoptici
di cui è venuto in possesso (non si sa a quale titolo). Noi stiamo raccogliendo, grazie alla
collaborazione dei familiari e degli avvocati di difesa delle persone colpite, le relative
documentazioni sanitarie e psicosociali ; tuttavia dalle attuali “fughe di notizie” si intravedono
chiare conferme alla nostra tesi cioè che la pistola taser può essere, per persone portatrici di
pregresse vulnerabilità e in termini di ragionevole certezza. la concausa determinante del decesso
oppure la causa unica della morte.
• Se gli effetti fisici della pistola taser sono prevedibili (di questi come abbiamo detto non sono del
tutto al riparo i soggetti di cosiddetta “sana e robusta costituzione”) la letteratura medica evidenzia
anche effetti e postumi di tipo psicologico fino al disturbo post-traumatico da stress; ci siamo posti
domande per esempio sulla morte del giovane minorenne immigrato detenuto a Treviso; a
differenza di quel sindacato di carabinieri che ha “assolto” il taser dopo una lettura, a nostro avviso
del tutto errata, di una perizia medico-legale, noi non facciamo affermazioni perentorie per il ragazzo
morto a Treviso ma, anche in questa circostanza, facciamo appello a chi vorrà collaborare (ancora
una volta familiari /avvocati/cittadini e associazioni) a contribuire alla implementazione
dell’Archivio-osservatorio a cui abbiamo dato avvio.
• Un ulteriore elemento depone a favore del bando dell’uso e della stessa produzione : la cosiddetta
legge di mercato determina inevitabilmente la diffusione della pistola taser, per così dire,
“ovunque” ; si ha notizia infatti che sia stata usata (non stiamo parlando ovviamente delle forze di
polizia) in risse tra bande giovanili , per effettuare rapine e persino per attaccare picchetti di operai
in sciopero contro condizioni di lavoro schiavistico; la diffusione nel territorio della pistola taser (in
ambito legale o illegale che sia) si trascina dietro inevitabilmente dinamiche di escalation degli
scontri e delle violenze.
• OVVIAMENTE NON RITENIAMO CHE , MESSA AL BANDO, LA PISTOLA TASER SI GIUNGA AL
“MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI” ma riteniamo che il bando della pistola taser debba essere
inserito in una strategia sistemica complessiva, propiziata da solide “linee guida”, una
strategia-progetto che possiamo definire “UN ALTRO ORDINE PUBBLICO E’ POSSIBILE”.
• Questa strategia consiste nell’elaborare modalità organizzative e nell’adottare strumenti tecnici
che consentano di realizzare interventi a basso o se possibile nullo impatto sanitario e psicologico;
capacità di negoziazione, formazione del personale nel campo delle tecniche non violente,
personale adeguato sia dal punto di vista numerico che dal punto di vista della dotazione di
dispositivi di protezione individuale (specifici , ergonomici e diversi da quelli in dotazione ai
lavoratori edili o metalmeccanici), uso della forza che non metta in campo un divario ingiustificato
in quanto a capacità lesionistica. Come già detto : un altro ordine pubblico è possibile; meglio un
livido che una aritmia ventricolare mortale; ma se possibile dobbiamo evitare anche il livido…
• In questa strategia deve essere inclusa una efficace separazione tra tempo di lavoro e tempo di
vita che eviti di portare le armi al proprio domicilio ; se l’arma è uno strumento di difesa per
contrastare i rischi in ambito professionale (per gli appartenenti alle forze di polizia) questa a fine
turno deve essere lasciata sul posto di lavoro; i recenti omicidi e suicidi con le “pistole di ordinanza”
ripropongono una questione che si discute da decenni; non siamo così ingenui da ritenere che la
misura che proponiamo sarebbe sufficiente a prevenire i tragici eventi di cui stiamo parlando ma la
esperienza dimostra che la disponibilità dell’arma facilita il “passaggio all’atto” e/o ne amplifica gli
effetti.
• Le “motivazioni” a favore dell’uso della pistola taser sono del tutto infondate ; è fuorviante e
illogico presentare la pistola taser quasi come una politica di “riduzione del danno” , una sorta di
“metadone metaforico” per competere con la eroina di strada (sempre in chiave metaforica); la
propaganda dei “piazzisti” di taser ha insinuato o persino dichiarato apertamente che “meglio la
scossa elettrica che le pallottole” ; se pensiamo a eventi come quello di Villa Verucchio del 31
dicembre 2024 quando il giovane egiziano Mohammed Sitta è stato colpito con una arma da fuoco
sorgono inevitabili alcuni interrogativi ed alcune riflessioni; un primo interrogativo è come mai –
nonostante la (infondata) tattica della “riduzione del danno” a Villa Verucchio – sono stati sparati 13
proiettili; la pistola taser non era disponibile ? così come non era disponibile in occasione di un
tragico evento alla stazione di Verona solo qualche mese prima? la riflessione è che anche a Villa
Verucchio sarebbe stato possibile intervenire altrimenti, senza taser e senza armi da fuoco;
certamente la prevenzione dei comportamenti a rischio e dei comportamenti etero o auto-
aggressivi deve cominciare il “giorno prima” dell’evento acuto, ma se la prevenzione ha fallito la
gestione degli scompensi comportamentali deve essere affrontata, per quanto tecnicamente
possibile, con metodi non cruenti.
• C’è una circostanza ( è solo uno dei tenti esempi che possiamo fare) che rivela definitivamente la
infondatezza della tesi della riduzione del danno : l’uso che è stato fatto della pistola taser
nell’aprile del 2024, bersaglio un giovane militante ecologista – impegnato nella resistenza
contro la cementificazione del parco don Bosco – colpito con taser e spray al peperoncino : nessuno può ragionevolmente sostenere che, non avendo in dotazione la pistola taser, in quella circostanza le
“forze dell’ordine” avrebbero potuto usare le armi da fuoco ; la tesi della riduzione del danno è
frutto di falsità o di ipocrisia.
• Per essere ancora più chiari : ci sono territori per esempio in cui viene messo in campo un
certo uso della forza per la esecuzione dei Tso psichiatrici (anche con arma da fuoco come è
successo a Genova) ; in certi territori è accaduto che qualche piccolo sindacato di vigili urbani abbia
rivendicato l’uso dello spray al peperoncino per l’attuazione dei trattamenti sanitari obbligatori; ma
ci sono territori in cui il problema della forza non si pone neanche (non vi è cioè bisogno di
discutere del quantum di forza da esercitare) perché non vengono effettuati tso (ci riferiamo
alle aree che più di tutte sono state influenzate dalla prassi del movimento basagliano).
• Ovviamente i Tso sono solo una parte della problematica del cosiddetto “ordine pubblico” e non
sono paragonabili a tante altre condizioni (rapine, condotte violente contro persone ed altro) che
potrebbero costituire una “tentazione” all’uso del taser ma la “prevenzione primaria” è sempre, in
generale, la strada maestra anche se praticabile secondo livelli di difficoltà differenti da caso a caso.
In conclusione chiediamo la messa al bando della pistola taser non come “provvedimento isolato” ma
nell’ambito di un approccio alla gestione del cosiddetto ”ordine pubblico” radicalmente diverso da quello
attuale (esacerbato peraltro da recenti provvedimenti governativi) e gestito nell’ambito di pratiche a basso o nullo impatto sanitario e psicosociale; è evidente che la via maestra per gestire l “ordine pubblico” è la PREVENZIONE DI TUTTE LE FORME DI DISAGIO PSICOSOCIALE CON LA CAPACITA’ DI INTERVENIRE “IL GIORNO PRIMA” DEGLI EVENTI E NON , IN MANIERA CRUENTA, IL ”GIORNO DOPO”.
A partire da queste premesse facciamo appello:
– al Presidente della Repubblica perché inviti il Parlamento e il governo a ridiscutere le procedure che hanno autorizzato l’uso della pistola tase, il che aprirebbe la prospettiva di un dibattito che includa la ipotesi della dismissione totale dell’uso e anche ovviamente del divieto di fabbricazione e di commercializzazione.
– “Indagare” il singolo operatore che ha usato il taser con gravi effetti sulla persona colpita ha senso (nel caso di uso del tutto abusivo) ma ha senso se contestualmente viene indagato anche chi ha “sdoganato” e legittimato la dotazione (governi e ministeri).
– in subordine (soprattutto come forma di attenzione per gli scettici ma in buona fede) chiediamo un provvedimento di moratoria totale, per tutti i corpi di polizia, per 5 anni che consenta un vero confronto sulla nocività dello strumento.
Facciamo infine appello a cittadine/cittadini per costituire UN COMITATO NAZIONALE per la messa al bando del taser nell’ambito di un progetto che affermi la necessità dell’uso di tecniche e procedure organizzative a basso o nullo impatto sanitario e psicosociale (progetto che prevede l’avvio immediato di un archivio/osservatorio orientato anche allo studio di esperienze in Paesi diversi dall’Italia).
Bologna , 15.10.202
PRIMI FIRMATARI:
Carmine Abate
Daniele Barbieri
Patrizia Beneventi
Francesco Domenico Capizzi
Francesco Cappuccio
Luna Casarotti
Alessandra Cecchi
Francesca De Carolis
Savio Galvani
Ezio Gallori
Maria Clara Labanca
Davide Lifodi
Francesco Masala
Benigno Moi
Giuseppina Pantaleo
Franca Pisano (madre di Igor Squeo)
Marcello Maria Pesarini
Vincenzo Fabrizio Pomes
Rossella Scarponi
Enrico Semprini
Vito Totire
ASSOCIAZIONI:
Centro per l’alternativa alla medicina e alla psichiatria Francesco Lorusso
Circolo “Chico” Mendes
Circolo Rete nazionale lavoro sicuro
Forum nazionale salute mentale
Yairaiha
Scienza, Medicina, Istituzioni, Politica, Società OdV
Ulteriori adesioni, comunicare a : vitototire@gmail.com
Bologna , 15.10.202
Non usiamo metodi di coercizione indegni in un Paese che si professa democratico e che dichiara di tutelare i diritti umani!
Disumanizza chi la usa e chi la subisce