Da Keynes a Posalaquaglia

di Gianluca Cicinelli

La lotta politica moderna e contemporanea era cominciata basandosi su letture di Smith, Ricardo, Marx e Keynes, ma il testo di economia politica fondamentale adesso è La Cambiale – il film di Camillo Mastrocinque – con i cugini Posalaquaglia & Posalaquaglia a fare da garanti dell’operazione. Vederla così è l’unico modo per non aumentare i profitti dei produttori di anti depressivi, credetemi.

Per inquadrare la retromarcia che il governo sta prendendo in considerazione sul cashback – per non perdere i voti dei renziani che hanno fatto la proposta, minacciando di mandare sotto l’esecutivo in Commissione Bilancio – dobbiamo fare un passo indietro. L’operazione cashback (che già rientrava fin dall’inizio nella campagna di attacco al contante che colpisce chi vive miseramente alla giornata e non chi ricicla capitali illeciti) aveva persino dato i suoi frutti. Principalmente quello dell’aumento dei costi dei servizi bancari per le operazioni già chiesto dagli istituti di credito per l’inevitabile incremento di pagamenti elettronici (ormai quasi del tutto automatizzate). Ma anche a voler magnificare l’incremento dell’uso della carta e del bancomat dopo l’avvio del provvedimento, ecco là un governo traballante che compie il suo capolavoro per perdere definitivamente consensi rendendosi odioso agli occhi dei cittadini.

Riassunto: tu paghi con la carta per determinati acquisti e il governo ti dà indietro un rimborso semestrale del 10% di quanto speso, entro un tetto di 3000 euro in un anno, quindi 300 euro di rimborso, questo era il patto. Anzi, siccome ormai avere qualche soldo per sopravvivere è una fortuna, botta di culo per botta di culo allora mettiamoci sopra la lotteria, non quella dei rigori, quella degli scontrini: per ogni acquisto è sufficiente esibire un codice lotteria all’esercente che lo trasmetterà all’Agenzia delle Entrate in abbinamento allo scontrino e a ogni acquirente che partecipa spetta un biglietto virtuale per ogni euro speso, con estrazioni settimanali, mensili e annuali. E’ un peccato che Mario Monicelli non sia qui a gustarsi lo spettacolo.

Bene. Accade che la viceministra dell’economia Castelli (e con questo ho già detto tutto, come usava chiosare proprio uno dei cugini Posalaquaglia in un’altra celebre commedia), mandata avanti a sondare gli umori, non escluda affatto di spostare quel rimborso già promesso – 4,7 miliardi di euro – dalle tasche dei cittadini al provvedimento sui ristori. Niente contro i ristori naturalmente, ma esistono i contorni della truffa verso chi, magari di malavoglia ma incentivato dal parziale rimborso, ha utilizzato carta e bancomat in questi mesi per assecondare il cavallo di battaglia del governo Conte, perchè tale era il provvedimento sul cashback durante questa pesantissima crisi economica. Il prezzo per tenere in vita un governo politicamente morto è ricaduto sui cittadini come un governo Amato qualsiasi.

Nessuna meraviglia, non siamo verginelli della politica. Perchè è lo stesso principio sul breve periodo che è stato utilizzato nel lungo periodo da tutti i governi verso le pensioni. Persone che hanno stretto e rispettato un patto con le norme previdenziali in vigore al momento del loro pensionamento si sono viste ridurre unilateralmente la pensione con altre norme stabilite successivamente e su cui non hanno avuto voce in capitolo. Siamo arrivati al punto di dover consolare e asciugare le lacrime sgorgate dagli occhi della Fornero, firmataria della più sciacallesca riforma pensionistica mai fatta in Italia i cui danni sono ancora attualità e non passato. Perchè in fondo la fortuna di questa gente è che nonostante tutto la maggior parte degli italiani sono brave persone e ciò che avrebbero voluto fare a chi ha rovinato la loro vita si sono limitati a pensarlo e non ad attuarlo.

Quando lo Stato non rispetta i patti i cittadini si sentono sempre più autorizzati a non rispettare nemmeno loro il patto sociale. Le conseguenze di questa crisi diventano sempre più imprevedibili e sempre meno prevedibili in positivo. La sottovalutazione della vita reale, del dolore quotidiano, già privato della socialità e giunto alla soglia dell’insostenibilità economica per singoli e famiglie sta raggiungendo un punto di non ritorno del quale sarà facile approfittare per chi si fa beffe della democrazia. La destra cavalcherà questa situazione e quando le rivolte guidate dai professionisti dell’odio esploderanno noi non avremo Ciampolillo al nostro fianco per salvarci, dovremo fare da soli.

ciuoti

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