Dieci cose che voglio dire a mia figlia

 di Lindsey Mead Russell

Traduzione e adattamento di Maria G. Di Rienzo

 

Grace sta per passare la curva dei dieci anni. Non mi rendo nemmeno conto di come sia possibile. Mi sento più consapevole della sua infanzia e della sua adolescenza in boccio e di tutte le cose che vorrei lei sapesse, come se in qualche modo potessi instillare valori e convinzioni dentro di lei, allo stesso modo in cui si preme una monetina dentro la creta soffice. So che non posso. Il meglio che posso fare è continuare a parlare di quei valori, continuare a scriverne, continuare a viverli. Ecco le dieci cose che voglio la mia figlia decenne sappia:

1) Non è compito tuo mantenere costantemente felici le persone che ami. Non me, non il tuo papà, non tuo fratello, non le tue amiche. Te lo giuro, non è compito tuo. La dura verità è che, a ogni modo, non puoi.

2) La tua audacia fisica è una forza. Per favore, continua ad usare il tuo corpo nel mondo: corri, salta, arrampicati, lancia. Adoro vederti scalmanata sul campo di calcio, o mentre passi velocemente in mezzo ad una fila di sbarre, o quando ti spingi più in alto su un albero. Nell’attività fisica e nelle sfide ci sono salute e senso di padronanza.

3) Non dovresti mai aver paura di condividere le tue passioni. A volte sei imbarazzata perché ti piace ancora giocare con le bambole, per esempio, e ti preoccupi che le tue amiche ti prendano in giro. Chiunque ti canzoni per qualcosa che ami fare non è un vero amico. Questo è duro da accettare, ma è essenziale.

4) Va bene essere in disaccordo con me o con altre persone. Sei grande abbastanza per avere un punto di vista, e io voglio sentirlo. Così desidera chiunque ti ami. Non ti sto incoraggiando a far baruffe, ovviamente, ma quando pensi davvero che io mi sbagli, per favore dimmelo. Mi hai già sentito ammettere che avevi ragione e mi sono già scusata per il mio comportamento o il mio punto di vista quando ho capito che erano sbagliati. La tua prospettiva è valida e ha valore, non temere di esprimerla.

5) Tu sei davvero bellissima. Il tuo viso, ora, trattiene la bimba che sei stata e mostra la fanciulla che stai rapidamente diventando. I miei occhi e il mio mento breve e il colore di tuo padre si combinano in qualcosa di unico, qualcosa di puramente tuo. Posso vedere come le nuvole dei miti sulla bellezza si stiano addensando su di te, manifestandosi nella tua crescente auto-attenzione. Ti supplico di non perdere di vista la tua propria bellezza: così tanto di essa viene dal fatto che il tuo spirito corre appena sotto la superficie del tuo corpo, vicinissimo alla pelle.

6) Leggere è essenziale. E’ la gioia centrale della mia vita, come tu sai. Sono immensamente orgogliosa e compiaciuta nel vedere che tu la condividi. L’identificazione che provi con i personaggi, il senso di transitare in un altro mondo, di perdersi felicemente in esso, sono cose che non se andranno mai. Benvenuta nel club.

7) Tu non sei me. Ci somigliamo molto, ma tu sei una persona a parte, intera, completa in te stessa. Io lo so, te lo giuro, anche quando lo perdo momentaneamente di vista. So che il separarti da me è uno dei compiti fondamentali della tua adolescenza e ne vedo i segni ammiccare all’orizzonte. Temo questa cosa, mi fa sentire come se avessi ghiaccio nello stomaco, temo quello spazio, quella distanza essenziale, ma voglio dirti che so quanto vitale è. Io ci sarò per te sempre, in qualsiasi circostanza, Grace. Il filo rosso che ci lega si allungherà, ecco tutto. So che accadrà. E so anche che una volta la transizione sia completa ci sarà fra noi una vicinanza nuova e migliore.

8) La maggior parte delle volte non dipende da te. Quello che intendo è: quando delle persone agiscono in un modo che ti ferisce o ti rende insicura, la cosa ha certamente a che fare con qualcosa che sta accadendo dentro di loro, e non dipende da te. Io lotto grandemente con questa faccenda e ce l’ho messa davvero tutta per non dirti mai che sei «troppo sensibile» o di «fartela passare» quando ti senti ferita. Credimi, conosco come i sentimenti possano frantumare il cuore, anche quando la tua testa ne sa di più. Ma forse, solo un pochino, ti aiuterà ricordare che anche le altre persone stanno lottando con i loro demoni, anche quando si imbattono accidentalmente in te.

9) Non esiste la singola persona che possa diventare “tutto” per te. Fai molta attenzione a non conferire questo potere a una qualsiasi persona. Sospetto che tu stia tentando di riempire una solitudine interiore del tipo che ti rosicchia e sospetto che tu l’abbia ereditata da me. Quel sentimento, la «vuotezza rispetto al cuore della vita» di cui parlava Virginia Woolf, è parte del vivere. Tentare di riempirla con altre persone (o con qualsiasi altra cosa, come l’alcool o altri “storditori” di cui tu non sei ancora neppure conscia) è una causa persa. Niente funzionerà: ti sentirai abbandonata e abbattuta e, peggio ancora, quella solitudine resterà al suo posto qualsiasi cosa tu faccia. Io sto imparando ad accettarla, come parte di ciò che sono. Spero di aiutarti a fare altrettanto.

10) Sto davvero facendo del mio meglio. So di non essere la madre che meriti. Sono impaziente, fallibile, alzo la voce. Mi dispiace. Amo te e tuo fratello più di chiunque altro al mondo e spero sempre di diventare migliore per voi. Ammetto che a volte il vostro comportamento non mi piace e che sono svelta a dirvelo. Ma ogni singolo giorno, vi amo e vi amerò con ogni fibra del mio essere. Qualunque cosa accada.

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *