Due ottimane di passione 13 – Re Travicello


Da lunedì a lunedì, seconda ottimana (di passione)
13 – venerdì: la favola di Re Travicello

Di cosa diavolo andate in cerca? Avete voluto il buon governo? Eccovelo il vostro buon governo! il migliore. Mettete mano al portafogli e fate come dice, altrimenti è peggio;

altrimenti chi ha nelle mani il potere si arrabbia e ci getta tutti sul lastrico.
Non lo sapevate che un governo è buono solo nei rispetti di chi possiede, e molto? Agli altri non riserva che cattiverie, sguardi torvi e tagli, un sacco di tagli. E ancora tagli.
Mettiamoci d’accordo una buona volta. Decidiamo di fare senza. Governiamoci da soli. Ci abbiamo già tentato una volta, è finita come è finita, possiamo però sempre riprovarci.

Bisogna sempre dare ascolto alle favole. Re Travicello mandarlo pure via. ma preparando una calorosa accoglienza a colui che verrà a sostituirlo.
Mauro Antonio Miglieruolo

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

  • Non ho capito. Sinceramente. Chi sia re travicello. Quello che c’è adesso? O quello che c’era prima? Il riferimento (sembrerebbe sarcastico, ma chi può dire) al buon governo starebbe a sottointendere che quello prima era meglio? E se sì, quanto, prima? Il penultimo? Il terzultimo? Governiamoci da soli, ci abbiamo già tentato – quando? – questa me la sono proprio persa…
    Proprio vero, bisognerebbe ascoltare di più le favole, sembra che mi sia perso qualche puntata di troppo…

  • Lei è un lettore faticoso (ma non sa quanto gradito: ce ne fossero! un lettore è vero quando fa le bucce a ciò che legge. Che ci prova, almeno). Faticoso perché non omogeneo (non omogeneo alla mia formazione teorica e politica. Alla mia mentalità). Per cui mi costringe a continui sforzi per rimodulare il linguaggio. Per riuscire a parlare a tutti, anche a chi non la “pensa come me”. Opera meritoria, dal mio punto di vista.
    Lei chiede “quando?” a proposito del governarsi da soli.
    Domanda non banale.
    Mi spiego.
    Per me ciò che succede a Zanzibar succede a casa mia. Un Colpo di Stato in Brasile lo vivo (per fortuna solo in quanto frustrazione) da brasiliano, pur essendo italiano. Per formazione mentale, ma anche per i riflessi sulla realtà che vivo. Nel mondo di oggi, quel che succede, succede a tutti. Il Colpo di Stato in Cile, a esempio, ha dato il là all’attuale offensiva reazionaria che sta mettendo in ginocchio i lavoratori.
    Quel che hanno fatto i lavoratori russi (e poi cinesi) in piccola parte è esperienza anche mia. Mi sento cittadino del mondo, non solo cittadino italiano. Di quell’esperienza i nostri padri si sono serviti. Ampiamente serviti. Se in Italia dal dopoguerra in poi fino alla metà degli anni settanta qualche progresso è stato realizzato, è stato anche come conseguenza di quella rottura realizzata nel campo capitalista. Che ha indicato la strada e insegnato come percorrerla. Per il terrore che ha provocato nelle classi dominanti. Per l’influenza che ha avuto sulla Resistenza. Russi e Cinesi lo hanno fatto e la classe operaia lo ha fatto insieme a loro. Se non altro per l’aiuto fornito alla riuscita di quelle due rivoluzioni con le loro lotte, le manifestazioni, il sostegno dato ai partiti non interventisti.
    Ma, in fondo, la spiegazione sta nel mio considerarmi cittadino del mondo, del mio essere un piccolo granello di sabbia nell’immensa spiaggia costituito dal proletariato mondiale.
    Mam

  • Dimenticavo: la metafore sono metafore, cioé astrazioni che servono a chiarire meglio il proprio pensiero. Occorre prenderle sul serio, ma non troppo sul serio. Altrimenti succede come nelle barzellette che a spiegarle (cioé a prenderle troppo sul serio) perdono ogni efficacia. O l’intuito soccorre o è meglio chiudere le orecchie e occuparsi d’altro.
    Avrei potuto utilizzare l’altrettanto conosciuto detto “dalla padella nella brace”; forse il dubbio non le sarebbe venuto, ma sarebbe stato meno appropriato, non avrebbe colto la differenza che ho inteso sottolineare. Ne terrò conto comunque la prossima volta. Quando commenterò le malefatte del prossimo governo. I governi sono tutti diversi tra loro, le facce dei componenti più o meno pulite, i comportamenti personali più o meno orribili, equalizzati tutti dalla volontà di nuocere ai piccoli e favorire i “grandi”. Nel caso di uomini politici che non abbiano questa intenzione non arrivano al governo. E se contingenze straordinarie glielo concedono, non durano molto. E se accennano a durare (esempio: Allende) non vivono moolto.
    Se colpiscono tanto o poco poi non dipende dalla loro volontà, ma dalla forza di cui dispongono.
    L’attuale ha molta forza, in quanto emanazione diretta della classe dominante. Non è né meglio né peggio del precedente: ha solo mano libera nell’attuazione del programma.
    Si prevedono tempi ancora peggiori per la povera gente.
    Mam

  • Lei parla del “terrore” provocato alla classe dominante (come se
    provocare terrore a chicchessia fosse un plusvalore) e poi mi sceglie
    l’esempio davvero infelice di Russi e Cinesi che il terrore l’hanno
    inflitto è vero, al proletariato con decenni di totalitarismo senza
    pietà (altro che il nostro caudillo Berlusconi).
    Comunque la ringrazio per il tempo che mi dedica e anche per il
    paternalismo un po’ condiscendente con cui mi spiega la vita e la
    storia…

    Per il resto, non sono affatto sicuro di “non pensarla come lei”.
    Anzi, credo che nella sostanza delle cose siamo molto vicini…
    senz’altro mi considero di sinistra, per quel che può importare come
    mi consideri io.
    Però ho una vera allergia verso quella sinistra monolitica, totalitaria, manichea, la sinistra di chi ha capito tutto, di chi sa sempre e benissimo dove sono i cattivi – e chiaramente i cattivi sono sempre
    supercattivi a tutto tondo, 100% cattiveria pura senza possibilità di
    redenzione. La sinistra del pensiero omologato ed uniformante e dei
    fedeli alla linea, e ammetto un mio sentimento contradditorio nei
    confronti di questo blog, che sento vicino nelle posizioni di partenza
    ma che mi respinge quanto ad omologazione di pensiero – davvero sembra
    tutto un po’ scritto dalla medesima, granitica, paraocchiuta mano.

    Adesso il supercattivone è Monti, chiaramente, e siccome gli scagnozzi
    di Monti sono le Banche, ecco che il grido del momento è bruciamo le
    banche, anzi bruciamo le bbanche, non fermiamoci a ragionare per
    carità se il fallimento delle banche significherebbe l’impossibilità
    di pagare gli stipendi o la scomparsa dei risparmi di milioni di
    lavoratori, non importa. Bruciamolebbanche e basta.

    Ci sarebbero invece critiche doverose, puntuali, motivate e
    circostanziate che si potrebbero fare e che si dovrebbero fare a questo governo, ma a una critica ragionata viene preferito il gran polverone; ad esempio, più che rimproverargli un po’ ingenualmente la difesa delle banche, perchè nessuno chiede a Monti il motivo per il quale non ha pensato di
    imporre e formalizzare i tetti salariali dei relativi supermanager e
    CdA?
    Solo per fare un esempio, anche un po’ stupido forse, il primo che mi
    viene in mente.

    Ma no: un atteggiamento di critica ragionata che inchioderebbe chi ci
    governa alle proprie responsabilità non viene praticato perchè
    richiederebbe preparazione, cultura, ed è molto più facile attaccare
    indistintamente chiunque sia al potere in questo momento. Facendo in
    questo modo un grandissimo favore al potere medesimo, che del gran
    strepitare indistinto si fa un baffo a torciglione. Bruciamo le
    bbanche (tanto è sempre soltanto a parole), e così sia.

  • Zhivago ha detto:
    Lei parla del “terrore” provocato alla classe dominante (come se
    provocare terrore a chicchessia fosse un plusvalore)

    Le parlerò forse un po’ rudemente, in modo da non rischiare di passare per paternalista: credo prorpio che abbia pisciato fuori dal vaso. Non ho dato un giudizio di valore sul “terrore”. Ho semplicemente enunciato un fatto: che solo l’ampio uso della forza proletaria, un uso tale da provocare terrore nelle classi dominanti, può indurle a desistere dalle loro pratiche politiche che comportano l’uso sistematico (non quindi una tantum, spinti dalla necessità, come è per il proletariato) dello sfruttamento e del terrorismo giudiziario e militare. Questo naturalmente è un fatto del quale sono il primo a dolermi, ma che ogni mia macerazione interiore o esteriore non può minimamente influenzare. Posso mettendomi a gridare quanto voglio che non dovrebbe essere così, che l’uso della violenza è abominelvole ecc. ecc. (cose che per altro pure penso), non cambierei una virgola di questo elementare per chiunque voglia imparare dalla storia di sempre e confermata dalla storia dell’ultimo secolo e sottolineato con la penna rossoblu dagli ultimi venti anni. La classe dominante, i padroni per parlare fuori dai denti (spero non le dispiaccia) non hanno alcunissima intenzione di invertire la rotta. Di smettere di imporre arretramenti ai lavoratori, affamare i pensionati, bombardare tutti quelli che si oppongono all’esterno, criminalizzare quelli che si oppongono all’interno (lo sta facendo anche lei, sia pure non volendolo fare: le idee dominanti, se non si sta attenti, diventano idee dei dominati: bisogna stare attenti, molto attenti!), e soprattutto non si sognano nemmeno di interrompere le pratiche finanziarie che permettono a questa accozzaglia di vampiri privi di scrupoli, di aumentare costantemente i profitti: CON UNA INCONTINENZA TALE, PRIVA DI LIMITE, DA METTERE IN PERICOLO LA STESSA SOPRAVVIVENZA DELL’UNICO SISTEMA, QUELO ATTUALE, IN CUI TALI PRATICHE SONO AMMESSE E ANZI ESALTATE.
    Glielo ripeto, con lei è necessario farlo fino alla nausea, sarei ben felice di poter cambiare l’esistente utilizzando la sola ragione, con la forza degli argomenti e il teatrino delle periodiche campagne elettorali (campagne truccate per votazioni truccate, delle quali è garantito l’esito). Solo che io so e dovrebbe saperlo anche lei, ma rifiuta di saperlo, che qualsiasi movimento politico arrivi a sfiorare (non dico mettere in discussione) gli equilibri complessivi in questa società diviene oggetto di attacchi forsennati tesi a stroncarlo utilizzando ogni qualsiasi mezzo. Legittimo o illeggittimo. Di preferenza i più crudeli e atti a intimorire gli avversari. E per confondere le acque, per dissuadere i più smaniosi dei metodi demovratici e di tutelare la propria tranquillità (tra i quali mi ci includo, a causa del mio innato desiderio di pace, ma vaccinato contro gli effetti di questa indole dalla conoscenza diretta dei metodi e mentalità della genia malefica che ci governa: uso volutamente questo linguaggio “forte”, per offlirle l’occasione di sofferamarsi sulle parole e non sui concetti): metodi democratici che essi usano come manganelli, insieme ai manganelli e alle carceri, per allontanare le persone dalla presa di coscienza della realtà dello stato di cose esistenti. Ai padroni non basta avere in pugno la scuola, i giornali, i mezzi materiali per fare politica (e i soldi per acquistare le competenze di chi è addestrato a fare politica), ha bisogno anche della disoccupazione e dell’esistenza di fasce di bisogno. Divide et impera dicevano i latini. Lo stesso oggi. Dividere le persone per impedire alle persone di prendere ciò che è loro, frutto del loro lavoro, del lavoro dei padri e dei nonni.
    Per quanto attiene specificamente all’uso della violenza e al gran conto in cui tengono i “metodi democratci”, a parte il recente caso della Grecia e le reazioni alla proposta di consultare i cittadini con referendum, le rammento due episodi storici, diversi e pure simili. Miracolosamente in Finlandia nel 1918 i socialisti ottengono la maggioranza assoluta in parlamento con il metodo democratico (unico caso al mondo). Negli anni sessanta la stessa fortuna cade (pesantissima) sulle spalle di Allende che nopn ottiene la maggioranza, ma i larghi poteri presidenziali. Le mosse della borghesia sono le medesime: strangolamento economico, costituzione di bande armate in Finlandia, ricorso ai generali felloni in Cile, colpo di stato, massacro dei comunisti. Analoga storia negli anni venti in Cina (Comune di Canton, il potere consegnato agli “alleati” del Kuomintang, colpo di stato, messa fuori legge dei comunisti, massacro di Operai, decapitati o legati alla bocca dei canni e maciullati). Lo stesso che in Indonesia, paese in cui i comunisti collaboravano al governo (esclusione dal governo e immenso pogrom, con un milione di comunisti uccisi). Su tutti spicca però l’esperienza della Comune di Parigi. Insegnamento degli insegnamenti per chi vuol vedere. Dubito lei voglia. Gli operai, anche perché indignati per il pessimo comportamento dell’esercito francese nella guerra Franco-prussianna, conquistano il potere. Gli eserciti fino a ieri ostili si alleano, assediano Parigi, la bombardano, la conquistano. Ne consegue un massacro tale che la stessa borghesia che pure aveva promossa la repressione protesta per gli eccessi delle banda in divisa. La furia dei militari finisce con il danneggiare la stessa classe dominante. Trentamila comunardi uccisi. Per anni a Parigi diventa difficile reclutare operai, tanti ne sono stati ammazzati
    I comunisti hanno commesso atrocità analoghe? non mi soffermo su questo sua affermazione. Bisogna vedere chi, come, quando. Non giustifico e non condanno. Le dico solo che è così che, ancora oggi purtroppo, gli uomini regolano le loro controversie. Se qualche empito di umanità può essere praticato questo è solo dalla parte del proletariato. Almeno finché l’esasperazione non interviene a esacerbare gli animi. Come in Russia, dove l’insurrezione bolscevica costa al paese in tutto 47 morti. Niente a che vedere con le migliaia presi a cannonate da Kerensky e prima ancora dallo scià di tutte le russie. Poi bianchi scatenano la guerra civile ed è tutta un’altra storia. Un contingente cecoslovacco prigioniero si mette al servizio della aristocrazia russa, i generali che poco prima erano stati liberati sotto giuramento di non combattere il nuovo potere – TUTTI. dicasi tutti, tutti quelli che ci riescono – vanno a ingrossare le fila delle controrivoluzione. Poi c’è l’attentato a Lenin. Da quel momento ha fine la storia delle moderazione e comincia quella della difesa a oltranza del nuovo potere. Ma, ripeto, questo è il modo con cui, anche chi non vorrebbe, è costretto a misurarsi nel momento in cui si avvicina al potere.
    Non fingo di non vedere gli errori e gli orrori della mia parte. Le riconosco però il vantaggio di tentare, almeno tentare, di frenarsi (salvo non arrivino i funzionari del capitale di Stato – del quale sono azionisti tramite il proprietario-partito unico – ma qui torniamo nel discorso dei padroni, anche se padroni con la stella rossa sul petto e le responsabilità dei comunisti cessano). Ma prima di riconoscere la buona volontà di mantenersi entro margini di civiltà, finché può, finchè le è concesso (e anche quando non le è concesso: da qui alcune sconfitte quasi senza colpo ferire – vedi Cile), alla sinistra riconosco la volontà positiva di suddividere equamente le risolse sociali, volontà di far sì che nella suddivisione entrino anche i più deboli. Le riconosco di pensare a tutti e non solo a alcuni. Q!uesta è la mia parte. Quando agisce in questo modo, non quando si definisce “sinistra”.
    Vuole che mi rassegni a non difenderla? E, al contrario, ometta di denunciare chi cerca di offenderla, solo perché costui ha la faccia pulita? Mi importa poco abbia la faccia pulita. Mi importa solo questo: sta facendo o meno qualcosa per aumentare il reddito dei lavoratori? i loro diritti? la loro dignità? Il loro potere?
    Se la risposta è negativa, lo combatto. Punto.
    Le ricordo un’ultima cosa, natata prima di me da rivoluzionari Russi. Che a volte è successo di ottenere di più dai partiti di destra, che non hanno da ingraziarsi la borghesia della qualle hanno già la fiducia, che da quelli di “sinistra” il cui scopo è appunto di guadagnarsi questa fiducia (finché si rivolgeranno ai lavoratori, anche solo per blandirli, non l’avranno mai. Beffe della storia).
    Che vuole che le dica di più? Non pretendo di convincerla. Solo che rispetti le mie effettive convinzioni. E non mi attribuisca pensieri e valutazioni che non sono mie.
    Che anzi sono le calunnie che usano i padroni per sfuggire al merito delle questioni che i rivoluzionari pongono.
    Che costantemente pongono.
    Mam

  • Dimenticavo di farle notare un altro piccolo errore. Non c’è grande omogeneità in questo blog. Le opinioni sono diversissime. Se a qualcuno possono apparire vicine è perché sono accomunate da un elemento. Il rifuito di anteporre le questioni di tattica politca, che pure contano, ai principi e ai valori, che contano molto di più.
    Il sollievo prodotto dalla caduta di Berlusconi a esempio, è durato solo un giorno, perché già il giorno dopo è apparso evidente (per me lo era già da prima) la natura del successore. Chiari i suoi scopi.
    Nessun tema di tattica politca può farci dimenticare chi è e cosa sta facendo questo Monti.
    Il resto non mi riguarda. Lo lascio ai “ragionevoli”. A coloro che pestando continuamente l’acqua nel mortaio lasciano alle mercé dell’oppressione e dello sfruttamento le masse che si ostinano a credere in loro. Che si attaccano a questa speranza per non dover prendere atto dei terribili avvenimenti e terribili sacrifici che si dovranno decidere a affrontare se vorranno avere un po’ di tregua. Meglio: un po’ di pane e relativo companatico da mettere sotto i denti.

  • “I comunisti hanno commesso atrocità analoghe? non mi soffermo su
    questo sua affermazione. Bisogna vedere chi, come, quando. Non
    giustifico e non condanno”.

    No eh? – ma guarda che strana questa improvvisa amnesia totale quando
    invece si vanno ad enumerare i caduti di ogni singolo moto insurrezionale… 😉
    …potrei rinfrescarle un pochino la memoria, che so, solo nei Gulag
    18.000.000 di prigionieri dei quali quasi 3 milioni di morti… per
    non parlare della persecuzione sovietica degli ebrei… e decenni d oppressione,
    di privazione della libertà di pensiero e di espressione, di fame, di
    soprusi, di discriminazioni, di annullamento dei diritti civili…
    altro che i 47 morti della rivoluzione…

    ma no, le risparmio questo dispiacere perchè se ho capito una cosa, è
    che discutere in questi termini è assolutamente inutile.
    Ad una persona, lo spero davvero,”ragionevole” come lei definisce
    quelli come me, e le assicuro che è un gran complimento, è veramente
    difficile non pensare alla malafede intellettuale quando si leggono
    certe affermazioni da manuale della propaganda.
    Non si può discutere con la precostituzione del pensiero, ma va
    benissimo così, sa cosa mi importa di convincerla. Peccato però per
    questo Paese perchè finchè la sinistra sarà incapace di ragionare
    oggettivamente su se stessa, finchè le argomentazioni saranno le sue,
    saranno queste, nel nostro futuro non vedo altro che dei Monti (se ci andrà male) o dei Berlusconi (se ci andrà peggio).

    Ma di governare da sinistra moderna, con queste basi, con le sue basi, non se ne parla. E va bene anche questo, perchè probabilmente abbiamo quello che ci meritiamo. Non sarebbe giusto, e probabilmente nemmeno educativo, che avessimo una classe politica migliore di noi. Quindi va tutto bene. Solo, per favore, non mi venga a raccontare di pluralismo di idee e di pensiero autonomo perchè io qui, da lei e attorno a lei, vedo soltanto un ragionare per slogan e macinare rosari di idee precostituite.
    Ma ripeto, contento lei. Bruciatelebbanche, bravi, continuate così che avete capito tutto

    • Vedo che mi risponde senza aver letto ciò che lo ho scritto. La prego di ripetere la lettura e, ove vi fossero passi in cui non mi esprimo bene, di segnalarmeli. Non di interpretare. Le darò conto di tutto il possibile e l’immagimabile, purché si tratti di ciò che ho scritto, non di ciò che le piacerebbe io avessi scritto.
      Quanto al pluralismo, cosa cerca di più? Accetto il dibattito sul piano che le è gradito, il dibattito tra sordi. E le rispondo pure (anche ora che sono un po’ barcollante, per una influenza dalla quale non mi sono liberato). Non per paternalismo, ma per rispetto. E sempre per rispetto, di me stesso questa volta, senza attribuirle le idee che a me fa comodo dire che lei porta avanti, per poterla agevolmente confutare (questo si chiama stalinismo, brutta pratica dei “comunisti”, ma che, come nel caso della violenza, utilizzato molto più dagli anticomunisti che dai comunisti medesimi; salvo il caso dei stalinisti, che invece ne hanno abusato. Del tutto in linea, restando in Italia, con i Democristiani, i craxiani e ora certi militanti del PD); ma sforzandomi di capire. E aspettando che lei mi indichi dove ho frainteso, per potermi scusare.
      Questo si chiama essere comunusti. Non discutere per avere ragione. E in un certo senso neppure per convincere. PER OFFRIRE ALL’INTERLOCUTORE MATERIA PER LA QUALE, SE LO DESIDERA, OTTENERE LA POSSIBILITA’ DI ALLARGARE IL PROPRIO PUNTO DI VISTA. Aspetto, dopo tanto discutere, che lei mi offra argomenti seri, non luoghi comuni sui cattivi comunisti, per allargare il mio.
      Non altro
      Rinnovo gli auguri di buon anno. Tanta felicità. E un poco di benessere. Il sublime Monti permettendo.

  • Mi rendo conto di essere stato troppo generico e di averle sottratto la facilitazione di capirmi. Quando parlavo di non giudicare e non condannare, era in relazione non a una mia volontà di lavarmene le mani ma, come credevo di avere chiarito, al fatto che è inutile analizzare la storia con gli strumenti del moralismo. Gli uomini sono quel che sono (lo ribadisco), A me piacerebbe più che a lei fossero diversi, ma dato che di Dio è uno e io non faccio parte delle ristrettissima cerchia della Trinità, mi devo rassegnare a prendere i miei simili per come sono. Per come io stesso sono.
    Sostenevo inoltre che quelli della mia parte, i proletari, sono infinitamente più disponibili alla pietà che tutti coloro della parte opposta.
    Quanto ai milioni che lei enumera, per glissare sugli esempi che le ho portato, avesse letto meglio ciò che ho scritto, non ineriscono a delitti della mia parte, ma a delitti sommessi da coloro che in Russia hanno usurpato il potere proletario, quelli che Trotsky (primo e più efficace denunciatore dei delitti di Stalini: vada a guaradarsi “I crimini di Stalin” libro degli anni trenta) individuava come potere dei burocrati; e che più propriamente gli operai ribelli polacco degli anni settanta definivano “borghesia rossa”. Le riporto il brano inn cui cerco di dirle la stessa cosa: (salvo non arrivino i funzionari del capitale di Stato – del quale sono azionisti tramite il proprietario-partito unico – ma qui torniamo nel discorso dei padroni, anche se padroni con la stella rossa sul petto e le responsabilità dei comunisti cessano). Detto male, ma non impossibile da capire. Può essere discutibile, ma allora bisogna discutarla, non fingere non sia detto.
    Peccato che lei non operi sforzo alcuno per capire. Me ne dolgo. Non mi dolgo invece dei suoi continui glissare sugli argomenti. Sicuramente è una bella persona. Credo anzi che in lei oscuramente il bisogno di verità tenti di farsi strada. Non si prostituisca dunque al pernicioso istinto di voler avere ragione. Lei non merita questo. Cerchi di entrare anche nelle mie ragioni, tenti almeno. Come io credo di tentare di entrare nelle sue. Non per accettarle, ma per fornirle risposte adeguate alle sue argomentazioni.
    Di nuovo cordiali saluti

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