Due poesie di Maria Luisa Spaziani
Appuntamento con “la cicala del sabato” (*)
Scilla
Il peschereccio che dà un ritmo al mare,
che ne segna il respiro con rantoli e tonfi
tu non lo scorderai, Amleto ossessionato
dal silenzio inconsueto.
Nel vasto vuoto – pieno solo di cielo –
le parole salivano, mongolfiere d’argento,
a incidersi in azzurri troppo tersi.
Si persero nel nulla. Le raccatta il ricordo.
Altra illusione, i versi.
(da «Geometria del disordine»)
Un verso
Un verso è un re, che con la cortesia
dei re giunge puntuale a ogni convegno.
Non nasce mai cinque minuti prima
di congiunzioni fissate ab aeterno.
Sarebbe un deragliare di pianeti.
Un verso è un dio che si presenta, trema
ai tuoi vetri, ha freddo, non trova le parole.
E qualche volta muore per la bianca
paura di non nascere.
(da «Geometria del disordine»)
In “bottega” cfr Maria Luisa Spaziani: «Vorrei mordere il tempo», e 7 poete (o poetesse, se così vi pare)
(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, Cicala invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana i versi da regalare alla “bottega”. E se cicala va in vacanza noi rubiamo qualcosa dal suo marsupio… dove c’è di tutto come se fosse l’Eta Beta amico di Topolino. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni.