film che non invecchiano (2)

art s uge

(visti da Francesco Masala)

I racconti delle luna pallida d’agosto (Ugetsu monogatari) – Kenji Mizoguchi

un film del 1953 che non finisce di stupire.
violenza, amore, fantasmi, avidità, la vita sotto i nostri occhi.
Genjurō lascia moglie e figlio, Miyagi e Gen’ichi, novello Ulisse, parte per fare soldi, e sarà stregato da una magia, tornerà a casa, distrutto e pentito, tutto (anche lui) sarà cambiato.
la condizione umana è fragile.
non perdetevelo, se vi volete bene ( QUI il film completo con sottotitoli in italiano)

http://markx7.blogspot.it/2016/07/i-racconti-delle-luna-pallida-dagosto.html

 

L’ascesa – Larisa Shepitko

nella neve dell’inverno dei primi anni quaranta, quando i nazisti volevano piegare i russi, Larisa Shepitko gira un film che è un classico, all’altezza di Bresson e di un Dreyer, per dare qualche riferimento, se serve.

una storia di eroismo e tradimento, di coraggio e viltà, quei temi eterni del grande cinema.

cercatelo e guardatelo, non è una passeggiata, i capolavori sono così.

ps: Elem Klimov, il marito di Larisa Shepitko, gira nel 1985 “Va’ e vedi”, un capolavoro che sembra una “costola” de L’ascesa.

http://markx7.blogspot.it/2015/07/lascesa-ascent-larisa-shepitko.html

 

 

La caccia – Arthur Penn

si fa bene a cercare i “vecchi” film.
spesso si trovano dei gioiellini che neanche uno s’immagina, La caccia, del 1966, è uno di questi.
Arthur Penn è un maestro, qui si toccano i temi eterni del cinema (e non solo), la giustizia, il potere, la dignità, i soldi, l’amore, l’ipocrisia, il coraggio, tra le altre cose.
le scene sono spesso accompagnare da un coro greco, la massa, il buon senso, la vendetta.
non si pensi a un film a tesi, freddo, è cinema vivo che non può non coinvolgere, in un crescendo senza pause.

Marlon Brando, Jane Fonda, Robert Redford, Rober Duvall e Angie Dickinson sono i protagonisti.
recuperatelo, se potete, non ve ne pentirete

http://markx7.blogspot.it/2016/05/la-caccia-arthur-penn.html

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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