Finisce l’estate. Ed è colpa mia

db – ovvero Daniele Barbieri – propone una “metereoteologia” seminuova

Andai in prima media con un anno di anticipo, per volontà di mio padre: se c’era un motivo non lo ricordo. Però rammento benissimo che – forse a causa dello choc (“lascio le elementari, che sarà di me?”) – passai un’estate ansiosa. Sì, proprio a Ostia Lido come facevano le famiglie romane. Speravo che il caldo non finisse, perchè così avrei evitato la nuova scuola. Fu allora che cominciai vagamente a pensare: «se finisce l’estate è colpa mia, evidentemente sto sbagliando qualcosa». Ma dove cercare una porta sempre aperta sull’estate come il gatto Pete di un famoso (*) romanzo?

Poco dopo andai alla scuola sconosciuta con quel pensiero fisso in testa – «è colpa mia» – e subito ne parlai ai nuovi “colleghi”. Stranamente per l’epoca mi trovai in una classe mista e multi-etnica. Un ragazzetto che rimase molto colpito dalla mia teoria fu Claude Lévi-Strauss: «devo lavorarci sopra» mi confidò e aggiunse, con un minimo di scherno: «secondo me non è tutta farina del tuo sacco… qualcosa del genere nei popoli primitivi c’è ma non sono ancora sicuro che primitivi sia il termine più corretto».

La mia ideuzza piacque anche a un tipo furbo, Stefano Rota (**) che poi ci fece su i soldi, senza dirmi nulla.

Al banco dietro al mio c’era Leopold Sedar Senghor che era simpaticissimo ma ogni tanto diventava taciturno. La più espansiva della classe si chiamava Vandana Shiva: durante la ricreazione abbracciava gli alberi; fu lei a spiegarmi che le stagioni non sono le stesse in ogni parte del pianeta e questo mi sconvolse. Fu forse anche per “colpa” sua che decisi due cose: da grande non avrei fatto il metereologo, come mi suggerì Robert Zimmerman che voi conoscete con altro nome (***); poi. se tutto era così complicato, per capire meglio dovevo laurearmi almeno in teologia, astrofisica e science fiction… Avevo appena imparato il termine leggendo qualche Urania: fui fortunato perchè trovai subito Asimov, Sturgeon e compagnia sognante (****).

Crebbi un po’ diversamente dal previsto e per inciso cominciai a odiare la scuola almeno quanto lei odiava me. Delle mie previste lauree feci a meno però diventai quasi un guru della buona fantascienza. E su questa strada incontrai Riccardo Mancini (*****). Ed era appunto un’estate X oppure Y quando dissi al mio fratellone adottivo che neanche quell’anno mi stavo comportando bene e dunque – per colpa mia – l’estate si sarebbe interrotta lasciandoci al grigio (relativo) e al freddo (opinabile). Ne fu così colpito Riccardo che perse la partita a boccette però non me ne volle, anche se quell’anno mi ero spinto talmente oltre che a Roma nevicò. Anzi, fu proprio Riccardo a dirmi: «immaginiamo invece che il caldo non finisca». Al massimo della saccenza gli risposi: «ci sono almeno 10 storie di fantascienza che illustrano questo scenario». Non lo fregai, infatti rispose: «appunto, scriviamo un articolo». Lo facemmo. Piacque. Così ne scrivemmo un altro immaginando l’opposto, ovvero che il freddo non finisse mai. L’idea che a Roma nevichi 11 mesi l’anno, per dire, è una delle peggiori che mi sfiorò, prima del pensiero che Giorgia Meloni vincesse – con qualche aiutino – le elezioni.

Io e Riccardo (lui chiamò Pete il suo primo gatto) continuammo a usare la buona fantascienza come grimaldello per scardinare alcune porte sui futuri possibili. Fatelo anche voi. Per costruire un domani bisogna prima sognarlo.

Da dove cominciare? Uno dei migliori alfabeti inizia così: Asimov (o Adams); Bradbury (oppure Ballard); Clarke è la più classica C però sorprendetevi con la giovanissima Franci Conforti, che è pure biologa; poi Dick e/o Doctorow ovviamente; alla lettera E c’è un bolognese (potrebbe non essere Evangelisti?); il resto ve lo sussurro all’orecchio in un ristorante alla fine dell’universo. E se credete a un alfabeto di sole 27 lettere siete fuori strada.

Ovviamente scusatemi ancora. Se la vostra estate ogni volta si è interrotta sul più bello, adesso lo sapete: è colpa mia. Oppure di uno dei due genitori biologici che mi fece fare quarta e quinta elementare insieme.

NOTE

(*) Robert Heinlein, «La porta sull’estate» appunto.

(**) «L’estate sta finendo» incisa dal duo Righeira ovvero Stefano Righi e Stefano Rota.

(***) ovviamente Bob Dylan.

(****) questo è vero: fui un lettore precoce.

(*****) l’articolo è dedicato a Riccardo Mancini che è volato via troppo presto, senza lasciare un indirizzo. Ma anche a Luigino Scricciolo che fu davvero mio compagno di banco alle medie; anche lui se n’è andato in fretta.

UNA NOTA PER CHI VA SU MARTE-dì IN BOTTEGA con successiva notarella sulle due fotine

Quando io ero la seconda metà di Erremme Dibbì (cioè così mi firmavo con Riccardo Mancini scrivendo sul quotidiano «il manifesto» e altrove) ero giovane e sciagurato, così non conservai i miei-nostri articoli… su caldissimo, iper-freddo e tiepido. Qui in “bottega” nel 2016 buttai giù due appunti  – cfr Il grande freddo ci salverà? – dalle parti dell’ibernazione; e subito si fece vivo il solito “astrofilosofo” (Fabrizio Melodia) giurando che, dopo il suo scintillante Ma che freddo fa: criogenia e fantascienza, avrebbe scritto puntate a go-go su ibernazione e science fiction perchè solamente fra «Star Trek» e anime giapponesi c’erano già almeno 500 pagine frementi… Non so voi ma io (lo) sto ancora aspettando, intendo “melodiot”. Nel frattempo sono finito, in versione più seria,  su MICROMEGA -https://www.micromega.net/l-estate-finisce-ed-e-colpa-mia-una-metereo-teologia-seminuova/ – mentre il rapporto dell’Ipcc sta ancora valutando la mia attendibilità; mi chiedono se posso far nevicare un mese nel Sahara e voi capite che se prima del fioccare NON mi accordo con un venditore di sciolina avrei poca convenienza.

 

nelle piccole, vecchie foto qui sopra due dei “figuri” che si intravedono (a Modena, forse) potrebbero essere Daniele Barbieri e Riccardo Mancini. O i loro sosia ? In merito si registrano pareri assai discordi fra paleontologi, archeologi e necrofili dell’Alto Lazio; in particolare Heinrich Schliemann e Howard Carter rispetto ai “reperti” si schierano per il sì (“sono loro due”) ma senza decidersi quale sia Erremme e quale invece db... E adesso chi vuole scommettere un cent contro mille rubli vegani?

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

6 commenti

  • Andrea ET Bernagozzi

    Grazie delle spiegazioni, adesso sono meno dispiaciuto che l’estate finisca. Scuse accettate!

  • Fiorella Iacono

    Bellissimo racconto di te.
    Nelle foto io c’ero…

  • Fabrizio Melodia

    Vieni amico mio, vieni qui a Venezia che ti porto nei mitici tre luoghi magici e nascosti, dove varcata la soglia potrai andare in posti bellissimi e in altre storie, parola di Corto… Ehm di Fabry.
    Eh i nostri amati autori di fantascienza se la staranno ridendo a crepapelle, visto come le loro visioni si stanno avverando, anche quella più poetica di Moebius con la sua Venezia Celeste. Ti sei dimenticato del buon Brunner e non solo… Ma è peccatuccio di gioventù, se pensiamo che non ti sei degnato nemmeno per il buon J.G. Ballard.
    E ti ringrazio per il memorandum, sai come a volte (molto spesso, malignano alcuni) sono sbadato. Raccolgo la sfida ehm il memoriale e t’ invito a una bella partita a Quintet, che ne dici?!

  • Giorgio Monestarolo

    Ma se tu sei la causa della fine dell’estate, sei anche la causa dell’inizio dell’inverno ( che signoria mia le mezze stagioni non ci sono più) e allora sei tu quell’uomo per tutte le stagioni che fin da bambino sento evocare, che cercavo e cercavo e mai che trovavo! Eh allora li mortacci aridammi un po’ di quelle stagioni che tieni tutte per te, che quasi quasi ci faccio un altro giretto, con ‘ste stagioni! Voster semper,
    Ps. Quel Mancini che santo!

  • Chelidonio Giorgio

    Riflessioni memorabili, facili e dilettevoli da scorrere ma improbabili da sezionare (perché inimitabili !?).
    Insomma..un mosaico fanta-sognante o un sogno caleidoscopico?

  • clelia pierangela pieri

    Non avremo più stagioni, resteranno le intuizioni e chiudendo gli occhi, forse, potremo ricordarci di esistere.
    Daniele grazie!
    c.

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