Gian Antonio Stella: un giornalista antirazzista meritevole di plauso oppure…

… un generico piratello di brandelli di ricerche altrui?

di Salvatore Palidda

Si legga qua di seguito l’ultimo articolo di Stella e si capirà. Non è la prima volta che dà prova di questa sua abitudine che, come si sa, è comune a tanti suoi colleghi più o meno illustri … salvo che gli editori preferiscono pubblicare e pompare quasi come best sellers i Stella anziché i ricercatori. Peraltro, non è dato sapere se poi i signori Stella o Saviano o Camilleri e altri almeno donano qualche borsa di laurea o di master o di dottorato per i giovani che spesso sono costretti ad andare a cercarla all’estero. Ciò che è ancor più deplorevole è che i giornalisti avvezzi a questo genere di articoli non si curano neanche minimamente di approfondire qualche aspetto essenziale né di citare le fonti. Per esempio, a proposito di questo celebre linciaggio degli italiani a New Orleans perché Stella non cita il film-documentario Pane Amaro dell’italo-americano Gianfranco Norelli che per realizzarlo fece ricerche per 10 anni (in inglese e in italiano da poco tolta da youtube e sostituito da quello di Roberto Olla per la Rai: https://www.youtube.com/watch?v=8Xd3J0OyHxw&t=5s). In Pane Amaro si mostra non solo l’eccidio di New Orleans, ma anche il fatto che dopo i neri gli italiani sono stati i più numerosi fra le vittime del Klu Klux Klan. Inoltre, secondo il documentario di Olla il capo della polizia pare fosse stato assassinato per un regolamento di conti con la criminalità di cui era complice. E ancora, i casi di razzismo e linciaggio di italiani in diversi paesi di immigrazione sono stati molteplici (fra altri quello di Aigues Mortes in Francia nel 1893). Infine Stella non dice nulla su quanto scrissero Lombroso e i suoi discepoli a proposito dei meridionali (che cominciavano sotto il 45° parallelo cioè sotto il Po): la “razza maledetta” – che popola tutta la Sardegna, la Sicilia e il Mezzogiorno d’Italia, ch’è tanto affine per la sua criminalità, per le origini e per i suoi caratteri antropologici alla prima – dovrebbe essere ugualmente trattata col ferro e col fuoco e dannata alla morte co-me le razze inferiori dell’Africa, dell’Australia ecc. [citato da VITO TETI in La razza maledetta. Origini del pregiudizio antimeridionale (1993) manifestolibri].

Insomma il razzismo assassino è sempre stato tipico dei Paesi di immigrazione e istigato fra la popolazione autoctona a sostegno dell’inferiorizzazione degli immigrati. Negli Stati Uniti come altrove si volevano gli italiani solo come neo-schiavi (in alcuni casi erano pagati meno degli stessi neri). E come si dice alla fine del film Pane Amaro, la storia si ripete: oggi negli Usa la razzializzazione colpisce ancora i neri ma anche gli ispanici, così come in Italia nei feudi leghisti e non solo colpisce gli immigrati a cui si vuole negare ogni diritto (vedi Mobilità umane, 2008).

Vendetta, libro di Richard Gambino sugli italiani linciati a New Orleans

di Gian Antonio Stella

Corriere della Sera, 10 aprile 2019 / http://www.ristretti.org/Le-Notizie-di-Ristretti/qvendettaq-di-richard-gambino-gli-italiani-linciati-a-new-orleans

Il libro “Vendetta” del docente americano Richard Gambino che ricostruisce il linciaggio del 14 marzo 1891 a New Orleans, dove la prigione della contea fu presa d’assalto da migliaia di “bravi cittadini” decisi a uccidere 11 italiani, compreso un disabile mentale di nome Emmanuele Polizzi, che erano stati assolti al processo per l’omicidio di un poliziotto, David Hennessy, racconta dettagli agghiaccianti sulla cieca ferocia degli assassini.

Gli organizzatori del linciaggio “fecero disporre in fila alcuni dei cadaveri in una vasta stanza, per consentire alla gente di sfilarvi davanti. Migliaia di individui, tra i quali si stimò ci fossero circa 2500 fra donne e bambini, continuarono ad affluire per cinque ore. (…) Alcune delle donne inzupparono i propri fazzoletti di pizzo nel sangue dei morti per ricordo”.

Quanto odio occorre accumulare per arrivare a tanto? Quanto? Il libro “Vendetta” del docente americano Richard Gambino che ricostruisce il linciaggio del 14 marzo 1891 a New Orleans, dove la prigione della contea fu presa d’assalto da migliaia di “bravi cittadini” decisi a uccidere 11 italiani, compreso un disabile mentale di nome Emmanuele Polizzi, che erano stati assolti al processo per l’omicidio di un poliziotto, David Hennessy, racconta dettagli agghiaccianti sulla cieca ferocia degli assassini. Ed è una consolazione sapere che il sindaco della città della Louisiana, come scriveva giorni fa il nostro Paolo Di Stefano, chiederà scusa giovedì alla comunità italiana per quell’eccidio che il “Republic” di St. Louis bollò subito come razzista spiegando che i nostri erano stati linciati “in forza dell’unica prova disponibile, quella di essere dagoes”. Uno dei nomignoli sprezzanti con cui erano definiti.

Ma come fu gonfiata, giorno dopo giorno, quella bolla di odio contro i nostri nonni? Dice tutto una vignetta pubblicata dalla rivista “The Mascot” edita a New Orleans il 7 settembre 1883. Sotto il titolo “Regarding the italian population” (a proposito della popolazione italiana) c’erano cinque vignette con le relative didascalie. La prima mostrava immigrati italiani che bivaccavano in mezzo alla strada: “Un fastidio per i pedoni”.

La seconda italiani accatastati l’uno sull’altro: “Gli appartamenti in cui dormono”. La terza italiani che si accapigliavano a coltellate: “Un piacevole passatempo pomeridiano”. La quarta italiani ammassati dentro una gabbia calata con una carrucola in mare: “Come sbarazzarsi di loro”. La quinta italiani rabbiosi portati via dal carro dell’accalappiacani: “Come arrestarli”.

Così vedevano i nostri immigrati in America, allora. Lo stesso il sindaco di New Orleans, Joseph Shakespeare, dopo l’omicidio del poliziotto, sfogò i suoi peggiori pregiudizi accusando i siciliani d’essere gli “individui più abietti, più pigri, più depravati, più violenti e più indegni che esistano tra noi”. Brutta storia il razzismo. Peccato che molti se ne accorgano solo quando lo subiscono loro…

NOTA DELLA BOTTEGA

Vale segnalare che sul linciaggio di New Orleans, il quotidiano il manifesto ha pubblicato (il 12 aprile) un’aggiornata ricostruzione di Giuseppe Galzerano; nel sommario – nel testo no – c’è un errore: si parla del 14 aprile 1891 invece che del 14 marzo. Le immagini sono riprese dalla rete.

 

Redazione
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Un commento

  • giuseppe callegari

    È una cosa tristemente vera. Anche il sottoscritto ha inviato un manoscritto a Umberto Galimberti e lui l’ha utilizzato a piene mani in un suo libro senza citare la fonte.

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