I Devo e la de-evoluzione
di Ignazio Sanna
L’estate 2025 è stata piena di “grandi eventi musicali”, uno peggio dell’altro. Ho visto un telegiornale locale in cui si decantava l’esibizione di Jennifer Lopez, mi pare a Porto Cervo (a questi livelli di kitsch un luogo mitizzato dai media vale l’altro). Ebbene, quel breve estratto trasmesso in tv mi ha permesso di realizzare che lo spettacolo non era granchè (due donne su trampoli altissimi e non so che altro) ma in compenso la musica faceva schifo, trattandosi praticamente di scadentissima disco music anni Settanta arrangiata secondo il gusto mainstream corrente. Sembrava la parodia della parodia di Lady Gaga in un episodio dei Simpson (https://www.youtube.com/watch?v=n6uaEL94Ia8), in un corto circuito esemplare.
Tutto questo per dire che i Devo hanno perso la loro battaglia contro la de-evoluzione, inevitabilmente (romanticamente) destinata alla sconfitta.
Ma chi saranno questi Devo?
Secondo me uno dei più grandi gruppi di tutti i tempi, ma chi non mi crede può scoprirlo guardando l’interessantissimo documentario disponibile su Netflix, intitolato semplicemente Devo (qui alla premiere al Sundance Film Festival 2024: https://www.youtube.com/watch?v=RUoRZyhvX4U) per la regia di Chris Smith.
Mark Mothersbaugh e Gerald Casale, i due fondatori del gruppo, ne raccontano le origini. Nel 1973 esordiscono live come vero e proprio gruppo musicale, ma negli anni immediatamente precedenti le loro menti sono concentrate sull’arte, soprattutto visiva, influenzati in particolare dal dadaismo, ma anche da nuovi artisti come Andy Warhol. Il concetto-chiave del loro pensiero, da cui il nome del gruppo, è la de-evoluzione, ovvero quel tipo di evoluzione distorta, regressiva, prodotta dal capitalismo e dalla American way of life esportata ovunque nell’Occidente, con tutti i guasti annessi e connessi. Del resto, se così non fosse, sarebbe mai potuto accadere che l’inquilino della Casa Bianca fosse oggi il mascalzone golpista (https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/assalto-capitol-hill-incriminate-trump-37089) che sta facendo danni tutti i giorni negli USA e nel mondo?
Le basi teoriche per la de-evoluzione risalgono agli anni in cui il giovane Mark Mothersbaugh ricevette da un suo insegnante un pamphlet anti-evoluzionista intitolato Jocko-Homo. E così avrebbero intitolato in seguito uno dei loro pezzi manifesto, incluso in «The Truth About De-Evolution», filmato nel quale la parte del generale è affidata al padre (!) dei fratelli Mothersbaugh. A precedere il brano una cover di Secret Agent Man di Johnny Rivers (1966) (https://www.youtube.com/watch?v=fTFztCfy5e8).
Il titolo completo del libretto, firmato da Bertram Henry Shadduck, è «Jocko-Homo: The Heaven-Bound King of the Zoo» (1924).
Jocko-homo è un termine antiquato che sta per uomo-scimmia. Da qui i due “futuri Devo” – insieme a Bob Lewis – elaborano una teoria, dimostrata ogni giorno dalla tv, secondo la quale le facoltà intellettive degli esseri umani non progrediscono ma si riducono sempre più. In effetti è facile richiamare alla mente, soprattutto nei mass media, il gran numero di pecoroni pronti a credere a qualunque stupidaggine; o di stupidotti che credono di essere qualcuno perché appaiono in tv o hanno migliaia di followers sui social. Negli Usa, come in Italia e nel resto del mondo, va diminuendo sempre più la capacità di concepire un pensiero critico, e tanto più un pensiero astratto. A prevalere sono la mercificazione di qualsiasi cosa, dal sesso alla politica, e l’accettazione acritica dei valori-disvalori propugnati dai mezzi di comunicazione di massa.
Il 4 maggio 1970 Mark Mothersbaugh e Jerry Casale, studenti d’arte alla Kent State University in Ohio si trovano coinvolti nelle proteste studentesche represse nel sangue, con quattro studenti uccisi dalla Guardia Nazionale. Così si convincono che atti di ribellione o semplici proteste non portino a nulla e cercano un’altra via attraverso l’arte, per lo più provocatoriamente. Avviato il gruppo, non si fanno problemi a dichiarare in un’intervista quanto sia sciocco da parte degli statunitensi ritenersi una grande nazione senza però dimostrarlo in alcun modo. Il successo attuale del movimento MAGA (Make America Great Again) dimostra quanto avessero ragione, ma anche – lo abbiamo ricordato all’inizio – come le loro idee fossero destinate all’incomprensione e all’insuccesso. All’intervistatore televisivo che li definisce cinici per quello che dicono rispondono di non esserlo, ma che semplicemente guardano i telegiornali. Emblematica una loro affermazione tratta dal documentario: se il capitano di una nave che sta affondando dice che la nave affonda non lo si definisce pessimista, sta soltanto descrivendo ciò che accade.
The Beginning was the End (titolo originale: Der Anfang war das Ende – Der Mensch entstand durch Kannibalismus del 1971) di Oscar Kiss Maerth, secondo il quale l’intelligenza umana sarebbe derivata dal cannibalismo praticato da alcune scimmie progenitrici, è un altro loro testo di riferimento, dato che promuove di fatto la teoria della de-evoluzione.
Sul loro canale Youtube DEVOvision sono disponibili gli episodi di Devolutionary Times. Il primo s’intitola “The Beginning Was The End – The Truth About De-Evolution”: https://www.youtube.com/watch?v=aSzkOsADr74. Mentre Inherit the Wind del 1960 (in italiano … e Dio creò Satana) – film di Stanley Kramer con Spencer Tracy – porta altra acqua al mulino della de-evoluzione, come afferma Mark Mothersbaugh nel documentario.
Al loro primo concerto, se così possiamo chiamarlo, assiste una ventina di persone che, come i dieci piccoli indiani di Agatha Christie, spariscono ben presto uno dopo l’altro, sfiancati da un suono lancinante durato vari minuti, con i nostri che, con la solita ironia, li richiamano indietro: aspettate, il pezzo è solo a metà. Furono tra i primi, se non i primi in assoluto, a creare video, che consideravano più importanti della musica, per i loro pezzi; e infatti la neonata MTV all’epoca ne trasmetteva parecchi. Gli altri membri del gruppo erano i due Bob (Mothersbaugh e Casale) e all’inizio anche il terzo fratello Mothersbaugh, Jim – che sperimentava con le prime forme di elettronica applicata alle percussioni – poi sostituito da Alan Myers. Nel loro bel sito web c’è un sacco di materiale sulla band, attività live compresa: https://clubdevo.com.
Piuttosto interessante, a mio parere, la puntata di “What’s in My Bag” (https://www.youtube.com/watch?v=xwjIs4xuOVk&t=302s) con Mark Mothersbaugh come protagonista, ma veramente deliziosa quella dedicatagli da “Show Us Your Junk” (https://www.youtube.com/watch?v=AMkflBcYNKA) dove vediamo il nostro cantare l’inizio di Girl You Want (qui il video ufficiale: https://www.youtube.com/watch?v=g4-2onb62y8) accompagnato da una specie di harmonium (!!!).
Ma l’aneddoto su Iggy Pop che gli strappa di mano il microfono durante una prova e comincia a cantare Praying Hands (brano incluso nel primo album) in tedesco è ai limiti dell’incredibile! Notevole anche il colpo di fortuna che permette ai Devo di vedere i Pink Floyd mentre buttano in discarica un sintetizzatore primitivo e su una loro richiesta … glielo regalano.
Oggi l’attività principale di Mark Mothersbaugh è quella di rispettabile autore di colonne sonore, il che però non significa affatto che si sia normalizzato.
Tra i fan illustri dei Devo spicca la figura di David Bowie, che inizialmente si era offerto di fare uscire il primo album, poi prodotto da Brian Eno.
Spassoso nel documentario il racconto dell’esperienza fatta nella lavorazione del disco in Germania, nello studio di Connie Plank nei pressi di Colonia, con Bowie e Eno che aggiungevano parti quando i Devo non erano in studio e il gruppo che in seguito abbassava i cursori del mixer alla chetichella per eliminarle.
Molti anni sono passati dalla pubblicazione dei loro primi tre incredibili album, tra i più belli e innovativi di sempre. Mi piace pensare che con il terzo, Freedom of Choice (1980), abbiano letteralmente inventato il technopop, sia pure senza fare a meno delle chitarre. Eccone un esempio, Girl You Want, splendido video finto live dalla tv francese: https://youtu.be/2ceebA2KOX4. Dal primo album Q: Are We Not Men? A: We Are Devo! (1978) traiamo poi un devastante rock’n’roll mutante, Come Back Jonee: https://www.youtube.com/watch?v=dftEL1PhFjE. Stesso pezzo, con Debbie Harry dei Blondie alla voce: https://www.youtube.com/watch?v=sHi9DTqqxbg. E che dire poi di un pezzo come Shrivel up (https://www.youtube.com/watch?v=z8kMzfUhDY4) sempre dal primo album? Puro genio!
Ma il loro brano più conosciuto probabilmente è Whip it, dal terzo album, qui nel video ufficiale la cui ironia però non è stata colta da tutti: https://www.youtube.com/watch?v=bDVuQyzDECs.
Molto nota anche la cover di Satisfaction (https://www.youtube.com/watch?v=QmKQ2Z1odSc) dei Rolling Stones, che pare abbia avuto l’ok da Mick Jagger in persona, pubblicata anch’essa sul primo album dei Devo.
Ma non è tutto. Infatti sono esistiti i Dove (https://www.youtube.com/watch?v=KOct3-QiWoo), gruppo fantasma costituito da loro stessi (Dove è anagramma di Devo) come gruppo spalla ad alcuni loro concerti, spesso insultati dal pubblico che voleva vedere subito i Devo.
Non possiamo passare sotto silenzio un altro colpo di genio, i Devo 2.0, versione bambina del gruppo, di cui faceva parte anche l’attrice Jacqueline Emerson, vista in seguito in The Hunger Games (2012), qui alle prese con un pezzo dal quinto album Oh, No! It’s Devo (1982), Big Mess: https://www.youtube.com/watch?v=mc3HvSUl248.
A tempi più recenti risale quello che sembra essere più che altro un divertissement, il progetto solista di Jerry Casale, Jihad Jerry & the Evildoers (qui con Find Out, pezzo già dei Devo: https://www.youtube.com/watch?v=Y-Vekb54A7o) aiutato dagli altri Devo e dal loro ultimo batterista, Josh Freeze, noto per aver fatto parte di gruppi piuttosto diversi, come i Vandals prima e gli A Perfect Circle in seguito. Dispiace doverlo dire, ma i Devo sono (stati) a un altro livello.
Esistono poi le Deva (!), cover band femminile dei nostri, qui alle prese (nel 2024) con Uncontrollable Urge (https://www.youtube.com/watch?v=YFJQgRSqc3I) pezzo d’apertura del primo album.
Per concludere segnalo due pezzi dei Devo tra i miei preferiti: The Day My Baby Gave Me A Surprize (https://www.youtube.com/watch?v=s6GQOQYDQv4), da Duty Now for the Future (1979) e It Takes A Worried Man (https://www.youtube.com/watch?v=fUJNty7Q76k).
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