«Il cercatore di tenebre»

Claudio Mazzolani sul thriller di Femi Kaiode (*)

Tre ragazzi, un atroce destino.
Il mondo intero ha visto chi li ha uccisi.
Quello che nessuno sa è il perché.

«Il cercatore di tenebre»: la sinossi

Lo psicologo forense Philip Taiwo è considerato in Nigeria uno dei più autorevoli esperti del comportamento e della violenza delle folle.  È per questo che a lui si rivolge un importante manager nigeriano per indagare su un atroce fatto di cronaca che ha visto fra le vittime suo figlio: la tortura pubblica e l’omicidio di tre studenti universitari di Okriki da parte della folla.

Fin dal momento in cui Philip scende dall’aereo che da Lagos lo porta nella remota cittadina, ed è investito dalla frenesia di­sordinata del piccolo aeroporto, si rende conto che l’indagine sarà tutt’altro che semplice. Soprattutto perché gli anni trascorsi negli Stati Uniti gli hanno fatto dimenticare gli usi e le abitudini dei suoi conterranei, il tribalismo ancora forte che regola le relazioni. Con l’aiuto del suo fedele autista personale, Chika, Philip deve lottare contro i tanti che cercano di intralciare le indagini, e più approfondisce più si rende conto che avvicinarsi alla verità è un percorso sempre più pericoloso.

Ispirato a un tragico episodio realmente accaduto, Il cercatore di tenebre è un romanzo che scava alle radici più profonde del male e che spalanca le porte alla magia senza confini del­l’Africa contemporanea, raccontando tutti i contrasti col mondo occidentale e la stupefacente ricchezza di una cultura ancestrale piena di luci e di tenebre.

Femi Kaiode, l’autore

Femi Kayode, nigeriano, ha studiato psicologia e si è sempre dedicato alla scrittura. Ha lavorato a lungo nella pubblicità e nella tv come autore di programmi e di sceneggiature. Il cercatore di tenebre, il suo romanzo d’esordio, ha vinto il Little, Brown Crime Fiction Award ed è stato tradotto in tutto il mondo. Vive in Namibia, con la moglie e i due figli.

Queste sono la sinossi e un breve tratto dell’autore. Potrebbe essere sufficiente questo per farvi correre ad acquistalo o prenderlo in prestito da una biblioteca. In realtà va oltre. Porta il lettore in un continente, in una nazione di cui pensiamo di conoscere qualcosa. Non ne sappiamo niente.

La Nigeria

Il continente si chiama Africa e la nazione Nigeria. Del libro non scriverò, ma è da leggere e non vi deluderà e aspetterete che ne escano altri o che siano tradotti.

Scriverò  della sorpresa che mi ha dato l’andare a studiarmi cosa è quella strano stato che è la Nigeria.

Ma non sappiamo quasi niente anche di tutte le altre nazioni o pseudo tali che sono in Africa. Il colonialismo e prima ancora il commercio di schiavi ha devastato un intero continente. Sarà difficile che qualcosa possa tornare come prima. La devastazione sta continuando e ora è il capitalismo che sta facendo strage di tutto e ancor più ferocemente.

La Nigeria è uno Stato Federale, il più popolato dell’Africa con oltre 200 milioni di abitanti e in rapida crescita demografica.

Gli Igbo in Nigeria

Ci sono circa 250 gruppi etnici e ognuno con le proprie peculiarietà.

Gli Igbo sono uno dei tre gruppi etnici più grandi in Nigeria. La maggior parte di loro credono di far parte del popolo d’Israele, più specificatamente di essere una della dieci tribù perdute. Queste si sarebbero perse nell’ottavo secolo d.C., quando il Regno del Nord fu conquistato, e ne fanno parte anche gli ebrei d’Etiopia.

Questo per darvi la misura della diversità che regna. L’indipendenza coloniale dalla Gran Bretagna fu in realtà una sorta di ammucchiata di etnie nel nome del vecchio motto colonialista divide et impera tutto in nome di una continuità colonialista.

I tre maggiori gruppi etnici della Nigeria

Semplificando ci sono tre gruppi che sono maggioritari, Yoruba, Hausa-Fulani e Igbo che formano i cosiddetti Big Three e il territorio è diviso tra Nord, di maggioranza mussulmana, e il Sud prevalentemente cristiano protestante e cattolico. In percentuale si equivalgono.

Gli Hausa-Fulani sono nel Nord, gli Yoruba nel Sud-Ovest, gli Igbo nel Sud-Est. Tre macro-regioni per un totale di 36 Stati e ora c’è lotta per crearne altri 3 nel Delta del Niger in rappresentanza di Ilaje, Urhobo e Ijaw, quali unica soluzione ai conflitti etnici che infiammano la regione.

MAPPA NIGERIA

Già così inizia ad esserci un po’ di confusione e di lotte.

Il petrolio nel delta del Lagos

Ora aggiungiamoci il petrolio che si trova nel Delta del fiume Lagos, una delle zone più devastate del mondo. Qui imperano i grandi gruppi petroliferi mondiali, Eni in prima linea.

L’economia nigeriana è la 26ª economia mondiale per PIL nominale ed è la prima del continente africano. Ma la ricchezza del petrolio ha solo sfiorato gli abitanti del Delta e anche del resto della Nigeria. La Nigeria rimane un paese dove la povertà regna sovrana annegata in un mare di ricchezza e corruzione. Meglio dire che la corruzione è il motore dell’economia.

Il Biafra

Facciamo un passo indietro. Vi ricorda niente il Biafra? Il Biafra era uno degli stati e cercò di rendersi indipendente e tale lo fu dal 1967 al 1970. Non sto a raccontarvi la storia ma potete immaginare la causa scatenante se vi dico che il Biafra è nella zona del Delta del Niger dove c’è il petrolio.

Furono sconfitti e lo Stato fu smembrato e le amministrazioni finirono in mano ad altri gruppi etnici. Gli Igbo divennero l’etnia più povera della Nigeria.

L’ambientazione del libro

Il libro è ambientato in questo territorio ma si fa fatica a capirne le dinamiche che si muovono in Nigeria. Per un nigeriano forse si, per un abitante del Delta un poco di più, ma noi dobbiamo iniziare a capire che il mondo non lo conosciamo e che è più complicato di quanto la nostra più sfrenata fantasia può arrivare.

Nel Delta è in corso, malgrado neghino, una guerra civile. Per i dipendenti delle compagnie petrolifere andare a lavorare nel Delta del Niger è come andare alla Cayenna. Pur venendo strapagati e vivendo una vita blindata e super protetta nessuno vuole tornarci, se ci è stato una volta.

Questo stupendo libro mi ha dato l’occasione di scalfire appena quella che è la storia di quel paese e del continente. Continente che sarà l’unico che vedrà un incremento significativo della popolazione, il resto del mondo è in parte stabile e in parte in recessione.

L’incremento della popolazione del mondo sarà quasi tutta in Africa. Questo sarà un problema per chi ne sta sfruttando le risorse. Se ora iniziate a volerne sapere di più ne sono contento, era lo scopo che mi ero prefissato.

(*) ripresa da www.magozine.it

 

Redazione
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