Il gatto di Anna Achmatova
di Mauro Antonio Miglieruolo
Su gentile richiesta da parte di Carmen (vedi commento al post di Alessandra Berardi: http://danielebarbieri.wordpress.com/2013/05/18/anna-achmatova-posterebbe-gatti/) presento una poesia di Achmatova in cui si parla di un gatto.
Spero si tratti di quella richiesta. Ma una o l’altra, i versi di Anna Achmatova valgono tutti, tutti seducenti e fascinosi. Com’era lei. Donna speciale e speciale perché donna.
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Ho appreso a vivere semplice e saggia
Ho appreso a vivere semplice e saggia,
a guardare il cielo, a pregare Iddio,
e a vagare a lungo innanzi sera,
per fiaccare un’inutile angoscia.
Quando nel fosso preme la lappola
e il sorbo giallo-rosso piega i grappoli,
compongo versi colmi di allegria
sulla vita caduca, caduca e bellissima.
Ritorno. Un gatto piumoso mi lecca
il palmo, fa le fusa più amoroso,
e un fuoco vivido divampa al lago
sulla torretta della segheria.
Solo di rado un grido di cicogna,
volata fino al tetto, squarcia il silenzio.
E se tu busserai alla mia porta,
mi sembra, non sentirò nemmeno.