Il giro del mondo in 80 jazz o viceversa
1 – Meglio dal vivo ma se non potete… ecco alcuni ottimi cd in edicola; 2 – una nuova rivista; 3- chiamo in causa Francesco Masala.
Il giro del mondo in jazz lo fece anni fa John Coltrane – per inciso: siamo a 90 anni dalla sua nascita – con l’ottimo «Around The World» che il mensile «Musica jazz» ha “cangurato” in luglio; ed è proprio quella musica che sto ascoltando e godendo ora mentre scrive. Da tempo si sa che il giro del mondo in 80 giorni di Verne potrebbe essere un «Giro del giorno in 80 mondi» e infatti il trombettista italiano Enrico Rava chiamò così un suo disco del 1976.
Nel numero di agosto di «Musica Jazz» (in edicola a 9,90 compreso il cd) invece potete ascoltare Eric Dolphy: l’ottimo «Berlin Concerts +1»; lo strano titolo si spiega con il fatto che 7 brani furono registrati a Berlino mentre l’ultimo viene dalla radio svedese.
Dunque il grande Dolphy suona su questo «Musica Jazz». E parla in due vecchie (degli anni ’60) interviste di Leonard Feather e di Martin Williams. Visto il contesto, nulla si dice della sua morte ma qui in “bottega” Pabuda ha raccontato – cfr Scor-data: 29/06/1964 – che morì, proprio a Berlino, il 29 giugno 1964, per un misto di ignoranza e razzismo: durante un concerto Dolphy ebbe un malore, in ospedale pensarono a un’overdose – era un musicista “negro” … no? – mentre era uremia, lo stadio terminale dell’insufficienza renale.
Sull’ultimo numero della rivista c’è molto altro di interessante: sul brasiliano Hermeto – «o bruxo» (lo stregone) – all’anagrafe Hermeto Pascoal; su Logan Richardson; sul libro «Conversazioni con Steve Lacy» (edizioni ETS); sulla lunga e «strana» vicenda di Teddy Wilson; sul cubano Alfredo Rodriguez; mentre l’articolo «Il jazz sopra i generi» di Paolo Vitolo spazia fra pittura, cinema, razzismi, infiltrazioni e indebite appropriazioni; più le consuete recensioni e segnalazioni di nuovi dischi, festival e concerti.
Se non avete frequentazioni con il jazz… sarebbe ora di rimediare, già questa estate con i concerti dal vivo: ce ne sono quasi ovunque. E un po’ di più in Sardegna dove si è appena concluso il festival di Berchidda ma dal 21 agosto al 2 settembre potete godere di «Nuoro jazz» (15 concerti e vari seminari) e/o di «Musica sulle bocche» (a Santa Teresa Gallura) e/o dell’ormai famosa «Ai confini tra Sardegna e jazz» dal 1 al 10 settembre a Sant’Anna Arresi. Anche fuori dall’Isola c’è molto: per dirne due il bravo Kamasi Washington il 27 agosto a Loco Rotondo oppure una serie di concerti a Roma in settembre.
In alternativa ovviamente i cd. Sempre in edicola prosegue la serie «I grandi solisti del jazz: dal bebop al free» (6,90 ognuno) con il «Corriere della sera», o anche senza il quotidiano, che questa settimana è arrivata a «Jazz advance» di Cecil Taylor. Una bella serie che si era aperta con «A love Supreme» – vedi John Coltrane: (il mio) «A love supreme» – e aveva offerto poi molti altri cd eccellenti. I miei favoriti sono: Sonny Rollins «Saxophone Colossus», numero 4; «Workin’ With the Miles Davis quintet», il 5; «Karma» di Pharoah Sanders, il numero 7. A seguire: Charles Mingus, il 19 agosto; McCoy Tyner, il 26; Archie Shepp il 2 settembre. E quando uscirà Archie Shepp – se il tempo non mi morderà le caviglie – vorrei recuperare un mio ricordo dell’unica volta che lo sentii dal vivo…
Sulla rivista «Classic Jazz» (001 datato giugno-luglio; 130 pagine per 9,90; in digitale la trovate su www.myabb.it/classicjazz) che si presenta come «La rivista che mancava» si propongono i «100 album fondamentali della storia del jazz: da Fats Waller a Brad Mehldau». Per quel che valgono le classifiche di questo tipo ritrovate tre dei titoli citati sopra: ovviamente «A love Supreme» e poi «Saxophone Colossus» e «Karma». Suggerisco invece al nostro super cinefilo Francesco Masala di dare un’occhiata – sul «Classic Jazz» citato – all’elenco «10 film sul jazz da non perdere» di Giandomenico Curi; ipotizzo che potrebbe farci sopra un ampio post.
Sì lo so che è anacronistico commentare i blog ma sto cercando di capire l’anno esatto dell e interviste a Dolphy riprese da MJ.
Grazie. E complimenti per tutto il resto del pezzo.
su «Musica Jazz» si legge così: «Martin Williams da “The Jazz Review”, giugno 1960» e «Leonard Feather data sconosciuta, forse 1964». Altro io non so.
Grazie del commento: non so se sia anacronistico commentare i blog ma … fa piacere a chi scrive e spesso si aggiungono informazioni utili; a volte si aprono PERFINO discussioni interessanti, sperando non arrivi qualche troll in spe – “servizio permanente effettivo”
Per chiunque si stesse appassionando a questa discussione (ognuno ha le proprie perversioni ed alcune di queste riguardano il tempo e il jazz), segnalo che MusicaJazz stessa mi sta rispondendo sul post fb
https://www.facebook.com/musicajazz/posts/1182955501763023?comment_id=1197003357024904&reply_comment_id=1199026620155911&comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22R9%22%7D