Imola: fiutando i rifiuti…

… e ricordate: mai rompere le uova nei Panieri. In questa strana “democrazia” decide solo chi comanda

di Ipazzia (*)

 

La discarica di Imola è un esempio emblematico dell’opacità – a dir poco – del potere locale e della difficoltà per i cittadini e le cittadine non solo di far valere i propri diritti a un ambiente salubre, vivibile e decoroso ma anche solo a essere ascoltati, senza essere considerati “quelli a cui non va mai bene niente” o che non si mobilitano sufficientemente per solidarietà (a chi? In che senso? E’ un ‘accusa di solito lanciata da chi di solidarietà ne esercita quasi zero e pensa accortamente ai propri interessi in primo luogo).

Discarica emblematica e romanzesca: piena di colpi di scena e intrecci, ma il “lieto fine” per ora manca: il bene (l’interesse della collettività) NON STA VINCENDO sul male (quelli che ti avvelenano e ci guadagnano pure sopr).

Però c’è chi continua ad opporsi.

Se fosse una favola, l’inizio sarebbe: «C’era una volta una fiorente cittadina», baciata dalla fortuna per la fertilità del suolo, per la posizione su una grande via di comunicazione, per avere, in passato, valorizzato l’ingegno degli abitanti, la solidarietà e i diritti. La cittadina della fiaba godeva anche di un piacevole paesaggio, di uno sviluppo urbanistico proporzionato alle proprie dimensioni e tutto sommato equilibrato rispetto alle aree di espansione (fino a un certo punto proseguito rispetto a un modello concentrico e radiale). Godeva anche la “ridente cittadina” di un parco accessibile, storico e secolare, con un punto di acqua termale apprezzato, nel pressi del piccolo e grazioso Rio Rondinella, che arrivava a confluire nel Santerno partendo dalle vicine colline, tutelate per la pregevolezza paesaggistica.

I cittadini della favola partivano da un alto livello di fiducia nelle “istituzioni locali” che in effetti dopo la seconda guerra mondiale sembravano aver lavorato per garantire almeno casa e lavoro a tutti; per una più grande giustzia sociale… si vedrà dopo. 

Come in ogni favola, arriva l’imprevisto cioè le cose iniziano ad andare storte. La municipalizzata, orgoglio dell’aristocrazia operaia imolese, che aveva sempre garantito servizi eccellenti, deve cedere la gestione degli stessi a una multiutility con voraci azionisti a cui rendere conto (persino alcuni Comuni) e mantenuta attiva come uno zombie per gestire parte degli utili: forse unico caso in Italia di ente “secondo livello”… e alquanto dubbio nelle sue finalità. Prima viene considerato ente privato che DOVEVA fatturare: cfr una recente sentenza Corte dei Conti (chi vuole il testo lo chieda alla “bottega” e sarà girato). E poi considerato dalla stessa Corte dei Conti «Ente Pubblico» (idem).

L’ex municipalizzata fiabesca in crisi di identità ha goduto di asset pubblici gestendoli come il privato, in particolare ha assegnato a propria discrezione la discarica alla multiutility a condizioni mai del tutto chiarite ma senza gara e con canoni probabilmente non di mercato, visto che si trattava di un importante azionista della stessa spa che poi corrispondeva i dividendi (chi vuole il testo della sentenza Antitrust lo chieda alla “bottega” e sarà girato).

Contemporaneamente iniziano massivi conferimenti di rifiuti nella discarica, che viene presentata ai cittadini come a uso esclusivamente locale, mentre il traffico di camion è intenso e continuo, in particolare nottetempo.

Qualcuno inizia a insospettirsi e si tentano alcuni accessi (anche di parlamentari) ai registri rifiuti ma il fortino è inespugnabile per lungo tempo.

I cittadini e i comitati vengono nel frattempo accusati di scarsa solidarietà (e daje), di poco senso civico, di non volere impianti sgraditi nel proprio giardino (dall’acronimo inglese NIMBY, «not in may bacmyard») ma altrove. Allo stesso tempo cittadini di altri siti condiscariche ottenevano almeno l’abbattimento della tassa rifiuti, che a Imola (la favolosa città) continua a restare piuttosto alta.

La “eminenza grigia” dell’ex municipalizzata – per gioco vogliamo chiamarla L. L. ? – in codesta favoletta siede in certi consigli di amministrazione con esponenti del clan dei cosentinesi (chi vuole imformazioni le cerchi e le troverà) ed è presente in molte società del settore con incarichi di rilievo. Viene quindi invitato a esporre in commissione consigliare … ma nega «apporti esterni di rifiuti». E’ ben presto smentito da alcuni ignari camionisti e infine dalla stessa ex municipalizzata. Resta tuttavia ignota la tipologia di rifiuti che sono stati “conferiti” (si dice così in burocratese) saturando ben presto un impianto di grande portata che invece avrebbe dovuto accogliere poco più che i rifiuti urbani cittadini.

Una presa per il culo grande come Tre Monti e forse più.

Il punto termale vicino al rio Rondinella è stato nel frattempo chiuso, perchè l’acqua non andava più bene, si sussurra, e parallelamente il parco continua il suo inesorabile declino, diventando persino sedime del vicino autodromo. Il favoloso Comune (inteso come istituzione) vince al TAR una causa da cui si rileva che la multiutility, che gode della discarica in condizioni particolarmente favorevoli, ha ricavato (attraverso i piani finanziari presentati ad Atersir) notevoli extraprofitti sul territorio imolese.

Extraprofitti? Ohibò. Si fa ma non si dice.

Sarebbe già sufficientemente una brutta favola… Ma purtroppo l’italiano-tipo è rassegnato e NON s’incazza come il cugino francese; e nella “media” italica l’imolese/tipo rappresenta una sottospecie particolarmente addomesticata, che pensa (purtroppo con qualche ragione nella storia recente…vedi il tragicomico interludio dei 5 stelle al governo di Imola) che si può sempre finire peggio.

Tipo che la Regione Emilia-Romagna potrebbe peggiorare le cose. Ma dai? Dopo aver perso al Consiglio di Stato per un progetto di sopraelevazione e raddoppio di una discarica già satura, vicina a eventi franosi, già produttrice di sversamenti di percolato (il solito rio Rondinella) eccetera insomma una bomba ecologica, con statistiche ASL prontamente fatte sparire (ha stato il COVID?) con medie altissime di malattie polmonari rispetto alla regione e alla nazione, riecco la Regione EmiliaRomagna – anche questa fiabesca – che (grazie all’astensione del governo chiamato in causa) riavvia il progetto di sopraelevazione.

C’è chi pensa che domani i nostri amministratori sapranno tutelarci. C’è pure chi crede che in Consiglio comunale diranno tutta la verità e niente altro che la verità, per il rispetto della propria funzione e della democrazia. Così quando il favoloso Sindaco, giovane e bello, afferma che la discarica riaprirà sì ma solo «per solidarità con l’emergenza alluvione» (un consigliere particolarmente sensibile descrive i rifiuti alluvionali con i giocattoli dei bambini: in Consiglio comunale tutti piangono con il cuore straziato) e non oltre il 31 dicembre 2024, ecco che il bravo cittadino imolese-tipo si dice: ci sacrificheremo per altruismo, non si può fare diversamente. E nessuno romperà le uova nei Panieri.

Viva il sindaco giovane e bello, palesemente smentito in Commissione Consigliare, dai documenti della Regione eccetera. Lui balbetta che “volevamo comunque riaprire la discarica, la nuova autorizzazione durerà 5 anni, saranno conferiti prioritariamente rifiuti alluvionali ma non solo”. Perfino la lingua è un optional: burocratese con un tocco di assurdo. Tanto nessuno rompe le uova al sindaco: che è Marco Panieri, del PD, tanto per non fare nomi.

L’Europa considera le discariche quasi fuorilegge, ci sono in giro tanti mostri ecologici… e va beh, ne riparliamo fra 5 anni.Qualcuno in più si ammalerà? E che ci volete fare? E’ il fato.

Ah, i milioni spesi per l’autodromo di Imola seguono percorsi altrettanto poco trasparenti, cioè siamo dalle parti del buio totale. Ma evviva i motori che rombano, vile è chi pensa alla salute collettiva.

Cosa? Il reddito di cittadinanza? La povertà anche a Imola? Ma no che andate a pensare, mica siamo in terre mafiose.

PS: come dite? Anche la Lega di Savini a imola si oppone alla discarica? Beh, è la vecchia storia degli orologi: anche quelli rottissimi per due volte al giorno fanno “l’ora giusta”.

(*) Ipazzia – due z, sì – abita a Imola dove lavora, ascolta jazz e si impegna nella solidarietà sociale, quella attiva non a chiacchiere da bar. Si firma Ipazzia per un evidente rimando storico a Ipazia (scienziata e filosofa assassinata dai fanatici cristiani) ma forse perchè in napoletano “ipazzia” suona bene e lei – che è romagnola ma poliglotta – lo sa. A proposito di questo specifico articolo, ove mai il sindaco Panieri decidesse di denunciare (poi tanto le querele si ritirano) Ipazzia per calunnie o simili, la redazione della “bottega” si assumerà la responsabilità collettiva di pagarle un avvocato. Qui siamo tutte/tutti un poco IpaZZia; anche se solo lei lavora nel cuore del mostro, scusate della favola.

 

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

4 commenti

  • il pozzente (e pezzente) ihcnor

    ovviamente, l’ex-assessore-violatore-dei-diritti-umani-passato-in-giudicato-e-riabilitato-per-finta andrea longhi aveva delega, oltreché alla pubblica sicurezza, anche alla gestione dei rifiuti. guess why…

  • il pozzente (e pezzente) ihcnor

    …ah, dimenticavo: of course, affanculo l’autodromo.
    a ipazzia, affetto e GRATITUDINE.

  • CLAUDIO MAZZOLANI

    Ad Imola comanda HERA attraverso CON.AMI e con grande beneficio di molti.
    La classe dirigente attuale non ha lo spessore della precedente che sapeva “USARE” Con.Ami e non “FARSI USARE”.
    Poi dovete metterci la CORPORAZIONE dei Commercianti, Negozianti, Ristoratori e Baristi che ad Imola hanno sempre avuto un peso notevole.
    Premetto che eravamo riusciti a liberarci del Circuito, CON.AMI non lo voleva così come è. Sapevano che era costo sempre in perdita. Vi garantisco che fu fatto molto ma non ci riuscirono neanche loro.
    Ora la discarica.
    Ma dove volete che vadano, tutto quello che fanno sarà impugnabile subito e sempre.
    Che non sappiano neanche di cosa e come parlare è sintomo non tanto di incapacità ma solo del fatto che ormai Bologna è riuscita ad impossessarsi di Imola e del suo tesoro che è Con.Ami, ci hanno messo 50 e più anni ma alla fine PENSANO di avercela fatta. NO! NO PASARAN!!!!!!

  • Dalla serie ” la puzza, nelle sue multiforme specie, e’ grande e si espande sempre più”.
    …..dall’ Alpi alle Piramidi…..attraverso la Sicilia ( Catania nella fattispecie)….e la brezza dello stretto fino a quando non sara’ fermata dal faraonico ponte ( da Pontida allo Stretto).
    https://www.argocatania.it/2023/07/12/vittoria-dei-comitati-oikos-deve-chiudere-la-discarica/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *