In ricordo di Angelo Baracca

di Giorgio Ferrari

Angelo Baracca a Firenze allo sciopero globale per il clima, nel 2019. (Foto di Wikipedia)

Angelo Baracca è morto. Improvvisamente, per i molti e molte che lo conoscevano di persona o attraverso i suoi scritti. Non per me, purtroppo, che di questa sua fine mi aveva messo a parte più volte negli ultimi anni appena trascorsi.

Non era la morte biologica che desiderava, quanto porre fine ad una esistenza di cui non sopportava più il peso umano e politico che gliene derivava da questo mondo.

Con Angelo ci siamo conosciuti tardi (di questo ci manifestavamo reciproco rimpianto) ed ora che non è più tra noi, questo rimpianto è tale da risultarmi incolmabile e sono sicuro che altri, meglio di me, sapranno ricordare quella parte della vita di Angelo a me sconosciuta.

Ciò che sento e ricorderò sempre di lui – al di là della liturgia per le care persone scomparse – è la sua grande disponibilità abbinata ad un impegno incessante in quello che lui chiamava “ecopacifismo” vissuto però da materialista e comunista quale egli era, tanto più perché apertamente professato da un cattedratico. Un professore fuori dai ranghi accademici Angelo (se non addirittura contro) in cui spiccava quella rara e preziosa critica della scienza di cui c’è tanto bisogno in questo era di sacrale idolatria della scienza e degli scienziati.

Per questo, tra i tanti impegni politici (in Democrazia proletaria, nei movimenti pacifisti ed antinucleari) e gli altrettanti scritti e libri, vorrei citare la sua opera più coerente (e bistrattata!): un libro di testo universitario “Fisica per Scienze Biologiche e Ambientali” del 2007.

Un libro in cui si manifesta appieno il suo approccio innovativo, non solo all’insegnamento, ma alla produzione della vita stessa degli esseri umani su questa Terra; un’opera che, mi auguro, veda qualche rettore illuminato adottarla come testo di riferimento, restituendo ad Angelo quell’importanza che avrebbe meritato da vivo anche in ambito accademico.

Angelo è stato lucido fino all’ultimo, e non ha fatto sconti né a sé, né agli altri. Gli volevo bene e lo rispettavo profondamente. Non mi sento di aggiungere altro, se non riportare il suo ultimo messaggio scritto, dopo il quale ha interrotto il suo contatto col mondo. Addio caro amico.

Carissime,i, non posso neanche essere molto lungo. un tumore al fegato mi lascia poche settimane, in assistenza domiciliare avrò le cure del caso e verrò accompagnato alla fine. Destino migliore non potevo sperare.
Sapete che sono un ateo convinto e che nell’aldilà troverò solo tenebre, la pace il silenzio del nulla. Finalmente.
Non farò un funerale, anzi. Non mi dispiace mettere fine ai miei giorni, da 4 anni lo desideravo, finalmente ci siamo.
Se posso fare un’ultima esternazione me ne vado convinto che la nonviolenza non abbia senso, sia una velleità vuota che sussiste solo in Europa e in America non una prospettiva reale, andate a praticarla in Africa Nera …
Non ho più fiato per continuare.
Vi prego non rispondetemi, non venitemi a cercare voglio solo silenzio.
Non credete sono su di morale
Abbraccio
Angelo

Redazione
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4 commenti

  • Maria Teresa messidoro

    Eccomi qui a scrivere il primo pensiero per Angelo, che è stato uno dei miei maestri fondamentali, quando studiavo fisica
    Con lui ho scoperto la non neutralità della scienza, il legame tra scienza e politica, e tanto altro.
    Un mondo mi si è aperto davanti.
    L ho ritrovato per strada, nella strada dell’impegno quotidiano, alcuni anni fa, commentando e parlando di amici comuni, di storie e di sogni. Non so dove sei ora, so però che ti porterò sempre con me. Arrivederci Angelo

  • Grazie.Bella foto .Bel ricordo

  • Gian Marco Martignoni

    Non sapevo della malattia di Angelo Baracca, perciò ieri mattina la prima cosa che ho letto su Il manifesto è stato il bel ricordo di Giorgio, che giustamente la ” bottega ” ha ripreso quest’oggi. Con Marcello Cini e gli altri autori de ” L’ ape e l’architetto ” , dobbiamo ad Angelo Baracca l’approfondimento e la divulgazione del concetto della ” non neutralità della scienza “. Perdiamo un compagno impegnato su molti fronti della battaglia culturale e politica. Cerchiamo di fare tesoro del suo lascito teorico.

  • Conoscevo A. Baracca dagli anni ’60-’70 del ‘900. Da lui e dal gruppo de L’ APE E L’ ARCHITETTO ho compreso molto del rapporto scienza- potere, scienza- tecnica, non neutralita’ della scienza ed altro ancora. Gli devo molto e come me tanti altri compagni e compagne.

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