Bifo: «Island School of Social Autonomy»

Il progetto spiegato da Franco Berardi e dedicato ad annunciare l’inaugurazione dell’Istituto di studi sull’autonomia sociale – Issa – nel settembre 2023.

di Franco Berardi (Bifo)

 

Nel settembre del 2023 inaugureremo l’Istituto di studi sull’autonomia sociale (ISSA: Island school of social autonomy), sull’isola di Vis, che il tiranno di Siracusa Dioniso il Vecchio chiamò ISSA. In seguito l’isola divenne una polis indipendente, poi una colonia romana, dopo di che cadde sotto il dominio di Venezia fino al 1797. L’architettura di Komiza e di Kut, le due meravigliose piccole città, denuncia l’impronta veneziana.

Dopo essere stata occupata da Napoleone l’isola fu governata dall’Impero austriaco per circa un secolo. Dopo la prima guerra mondiale divenne di nuovo italiana per un breve periodo.

Nella seconda guerra mondiale, dopo due anni di occupazione fascista l’isola divenne il centro della lotta di liberazione: il Maresciallo Tito pose le sue basi nelle caverne sulle montagne dell’isola. Proprio qui intendiamo aprire la scuola.

Perché iniziare una scuola oggi?

In che contesto?

A quale scopo?

E per finire: cosa dovremmo studiare in una scuola che nasce oggi?

Prima di rispondere a queste domande diamo un’occhiata al panorama.

La Terra si ribella contro il Mondo, perché ha iniziato la sua vendetta contro la storia degli uomini.

Non c’è via di uscita né possibilità di tornare indietro.

L’acqua l’aria il fuoco, gli elementi si scatenano contro l’animale che ha dissipato risorse, inquinato le acque l’atmosfera e la terra.

Questo provoca una cascata di effetti catastrofici a ogni livello della vita sociale.

L’aggressività nazionalista è destinata a crescere dovunque. Le guerre si moltiplicano. 

Il cambio climatico è fuori controllo. I piani per ridurre gli effetti del riscaldamento globale, gli ingannevoli progetti di economia verde non servono a nulla. Fin a quando la crescita economica rimarrà il mito indiscutibile della società non faremo che aumentare il caos ambientale. Oggi a causa della guerra, la crescita ha bisogno di più carbone, di nuove centrali nucleari da piazzare dappertutto. E il tempo è scaduto, scaduto, scaduto.

Siamo seri: la civiltà sociale del mondo privilegiato dell’occidente è finita.

L’apocalisse è iniziata e nessuna azione politica può fermarla perché l’azione politica non può far tornare indietro l’irreversibile.

Questo è il contesto in cui stiamo avviando la scuola dell’ISSA (Island school for social autonomy).

Qual è il nostro obiettivo? Non ci proponiamo di preparare i quadri per il governo del futuro. Non ci sarà governo della società del futuro, perché la volontà umana è e sarà sempre più incapace di comprendere e governare la complessità del Caos scatenato.

Creeremo una scuola mentre il Caos si diffonde in ogni nicchia, e il nostro obiettivo sarà ascoltare il ritmo del caos, interpretare il significato dei flussi caotici. Stringere un patto amichevole con il Caos, prosperare nel Caos.

Stiamo progettando una scuola per la Grande Diserzione che è cominciata. Comunità di persone che disertano la guerra che esplode dovunque. Comunità di persone che disertano il consumo, il lavoro e la partecipazione politica.

Assisteremo alla diffusione della demenza, di psicosi aggressive, omicidi di massa, disperazione, ma noi cercheremo di creare isole di sopravvivenza, isole di vita felice e comprensione umana.

Di cosa abbiamo bisogno per questo? Cosa studiare per rendere possibile una nuova era di vita autonoma, durante il lungo processo di smantellamento della civiltà sociale?

Avremo bisogno della conoscenza per la sopravvivenza, per la terapia.

La nostra scuola sarà prima di tutto una scuola di immaginazione.

L’immaginazione sarà il fulcro del nostro insegnamento: dobbiamo immaginare la vita umana in ambienti non umani.

Studieremo la storia del Novecento dal punto di vista del presente.

Dedicheremo un’attenzione particolare agli studi ambientali, cercheremo di capire come umanizzare lo spazio post-antropico. Come creare l’acqua nel deserto.

Dedicheremo uno spazio centrale alle tecnologie per la sopravvivenza pratica in ambienti apocalittici: agronomia, scienze nutrizionali, medicina, farmacologia.

Il primo compito che dobbiamo affrontare oggigiorno e che svilupperemo nei prossimi anni è la creazione di un programma di sopravvivenza autonomo.

Il compito che ci proponiamo per il prossimo anno, prima dell’inaugurazione del settembre 2023 é l’elaborazione di un Sillabus di sopravvivenza felice: un programma di contenuti inter-disciplinari dedicato alla ricerca della possibile vita felice nel mondo che attraversa l’apocalisse post-antropica.

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

2 commenti

  • Metto a disposizione casa mia per un gemellaggio -i cui termini potremo definire- e/o ospitalità per un convegno sul tema, in una antica fortezza con torre dell’epoca del Federico Barbarossa, in un paese di cento anime, a 500 metri di altezza, nell’alessandrino. Vargo ha un acquedotto rurale autonomo e una comunità molto coesa, potrebbe essere una “succursale” italiana del progetto. Se interessati scrivetemi a matilda.collettivo@gmail.com

  • Concordo su tutto e vorrei farne parte. Aprirei uno spazio di riflessione su questo, a mio vedere, inculcato senso di colpa circa il pianeta terra. Credo sia ancora un retaggio dualistico che per una scuola come questa può essere lasciato indietro come una muta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *