La democrazia di minoranza, la democratura e le rivoluzioni del futuro

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di bortocal

non ho capito quando e` successo che e` cambiato un punto essenziale del concetto di democrazia.

e` cambiato in modo subdolo, tanto che non facciamo mente locale neppure ce ne accorgiamo.

e non e` neppure la prima volta che succede.

provo a spiegarlo.

. . .

tutti diciamo che la democrazia l’hanno inventata i Greci antichi, con Solone o giu` di li`.

il concetto del potere del popolo, il demos…

bello eh?

solo che il demos dei greci era ben diverso dal popolo nel senso moderno del termine.

nella democrazia moderna il popolo si confonde con la popolazione:

e` la somma di tutti coloro che vivono in una struttura sociale.

esclusi al massimo coloro, rari, che vengono privati dei diritti politici.

e gli immigrati che non sono stati ancora naturalizzati come cittadini,

e che non contano nulla nelle decisioni politiche.

vivono fra noi, ma senza diritti politici:

sono i moderni schiavi.

. . .

nella Grecia antica il demos invece era soltanto una parte ancora piu` ristretta della popolazione.

non soltanto perche` non comprendeva, come oggi, i meteci, cioe` gli immigrati di allora.

e neppure gli schiavi,

che oggi sono formalmente aboliti e vengono chiamati a votare per dire che comunque la schiavitu` dichiarata gli piace.

inoltre la democrazia antica escludeva le donne, piu` di meta` del cielo, come si suol dire.

ma anche perche` il demos non comprendeva neppure tutto l’insieme dei cittadini liberi.

. . .

il demos infatti si contrapponeva agli aristoi, cioe` ai nobili.

la democrazia era il potere dei cittadini di seconda classe.

il demos era il popolino.

democrazia, aristocrazia: dialettica spesso sanguinosa.

e il tiranno era il capo del demos che predeva il potere per farne gli interessi…

. . .

la democrazia ha subito un’eclisse millenaria con la fine dell’impero romano.

e` ricomparsa nei comuni medievali o nelle citta` anseatiche e nei cantoni svizzeri,

cosi` simili alle citta` stato di 1.500 anni prima nel mondo greco.

era un fenomeno locale e marginale.

si sono dovuti aspettare altri secoli e fare qualche sanguinosa rivoluzione perche` la democrazia diventasse in una parte dell’Europa qualcosa di completamente nuovo e mai visto prima:

il modo per riconoscere eguaglianza teorica di diritti politici all’insieme dei cittadini.

e il ruolo di cittadino venisse riconosciuto anche ai nullatenenenti, agli analfabeti, alle donne.

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insomma, in Italia questo tipo di democrazia esiste soltanto da settant’anni esatti:

dal referendum del 1946

che fece scegliere tra repubblica e monarchia

e fece eleggere l’assemblea costituente con il primo suffragio universale integrale.

e non c’erano immigrati allora, non c’erano altri gruppi esclusi.

. . .

da quel momento la legge fondamentale della democrazia e` diventata la legge della maggioranza.

della maggioranza o quasi,

perche` qualche correttivo esiste da sempre

e chi governa raramente e` davvero rappresentativo della maggioranza reale degli elettori.

l’importante e` pero` che almeno lo sembri.

insomma, sembra che aggregare l’insieme della popolazione di uno stato moderno attorno ad una maggioranza reale di consensi sia diventato maledettamente difficile.

leggi elettorali, premi elettorali sono stati introdotti per portare al potere, in mancanza di una chiara maggioranza, almeno la minoranza piu` grande.

. . .

ma qualcuno saprebbe dirmi quando e` successo che la democrazia e` diventata apertamente e dichiaratamente il potere di una minoranza?

che  si definisce vincitrice contro gli altri

credo che un ruolo storico decisivo l’abbiano avuto un secolo fa i bolscevichi, che fin dal nome (che potremmo tradurre come “i minoritari”) si vantavano di essere minoranza e di esercitare una dittatura simile a quella delle tirannidi classiche:

per fare, dicevano, gli interessi dei proletari.

ma poi il potere di una minoranza, diventato via via comune, ha perso ogni carattere rivoluzionario.

ed e` diventata semplice prassi:

stato di necessita`.

democratura, come si dice oggi, per riconoscerne la novita`.

ma la democrazia che si inventa dei meccanismi politicanti per far governare una minoranza ha esaurito la sua funzione storica.

ops, credo di non averla ancora detta chiaramente, rimedio subito.

la democrazia come potere della maggioranza e` la migliore assicurazione contro le rivoluzioni.

dice ben chiaro che chi governa e` piu` forte di chi si oppone al governo…

e dunque scoraggia dai colpi di testa o di stato, in linea di tendenza.

non li esclude del tutto, come la storia insegna, ma li rende piuttosto improbabili.

oppure facili da sconfiggere.

ma, se la democrazia diventa chiaramente il potere di una minoranza, allora chi governa perde il suo prestigio e la sua intoccabilita`.

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e` solo questione di tempo, ma la democrazia come potere della minoranza pone le basi delle rivoluzioni del futuro.

le rivoluzioni per definizione non sono un fatto democratico nel senso che diamo oggi alla parola,

cioe` nel senso moderno del termine.

sono un fatto democratico nel senso classico della parola demos, popolo.

sono populismo, sono popolino, sono ignoranza e confusione, sono violenza e pregiudizi, sono tumulto.

il popolo che dava l’attacco a Versailles, purtroppo per Maria Antonietta, non era abituato a mangare i biscotti.

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chi osserva i fatti sociali non si meraviglia che vi sia oggi una minoranza che pretende di governare.

si chiama democratica, ma e` soltanto un equivoco: sono gli aristoi di 2.500 anni fa.

sono, o credono di essere, piu` distinti, piu` colti, piu` ricchi, hanno piu` benessere da difendere.

il popolino che i greci antichi chiamavano demos e` ignorante, pieno di pregiudizi, incolto ma informaticamente presuntuoso, confuso.

puo` diventare violento.

ma tutto questo e` inevitabile, quando diminuisce la trippa per gatti e si tratta di spartirsi risorse che diminuiscono per la gente comune.

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la morte della democrazia moderna sono oggi gli iper-plutocrati.

gruppi ristrettissimi che assorbono quantita` crescenti del bene comune, oramai piu del 50% della ricchezza mondiale.

no, la democrazia inventata da circa un secolo non sembra in grado di contrastarli,

anzi si e` rivelata lo strumento perfetto per la costruzione del loro potere.

che si definisce da solo democratico, ma e` sempre di piu` il potere di una minoranza sempre piu` ristretta che governa il resto del mondo.

cosi` ristretta che, senza cambiare il nome, uomini piu` potenti degli stati esercitano oramai di fatto il potere mondiale in nome dell’economia.

sono i signori della finanza, ma anche della guerra e attaccando il potere democratico degli stati classici alimentano il caos contemporaneo.

e col ricatto della morte quasi universale per fame, nel caso non li si lasciasse governare.

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ma il loro stesso potere esige sempre maggiori risorse:

un numero crescente di uomini e` addetto a proteggerlo:

polizia, apparato degli stati, burocrati, tribunali, ceto politico, giornalisti, star, mondo dello sport e dello spettacolo.

il peso dell’apparato e` devastante e sottrae continuamente risorse all’uomo comune che vive del suo lavoro.

cresce la poverta`, la classe media e` logorata, un caos poco invidiabile avanza.

la rivoluzione non e` un pranzo di gala.

ma neppure l’assenza di una rivoluzione lo e`, certamente…

da qui

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