La guerra, le guerre

Un “vecchio” romanzo di Arturo Pérez-Reverte: terza puntata per «libri ritrovati in biblioteca»

di Bianca Menichelli (*)

 

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Un affresco circolare in una torre di guardia mediterranea che raffigura la guerra dall’inizio dei tempi, da Troia ad oggi: è l’opera pittorica, ancora incompiuta, di Falques, ex fotoreporter di guerra, per il quale l’oggi si è fermato alla Bosnia e all’assedio di Sarajevo, raccolto in uno dei tanti suoi album fotografici, «The Eye of War». L’arte, la pittura in questo caso, può far con/fluire gli attimi nei quali molte vite sono state troncate dalla violenza, soprattutto la vita della amata e perduta Olvido Ferrara Arianna che lo guida nel labirinto. «Un panorama murale che spiegasse le regole implacabili della guerra – il caos apparente – come specchio della vita» (pag. 15).

Cioè quello che non può fare la fotografia, che perde il flusso e la vitalità della memoria nell’attimo stesso in cui viene scattata, restando testimonianza.

Il suo lavoro prosegue finché non compare la sua interfaccia (o la sua consapevolezza), l’ex soldato croato Malkovic, la cui vita è stata distrutta da una foto (pluripremiata) scattata da Falques. Malkovic lo incalza,con le medesime domande nelle quali il pittore di battaglie narcisisticamente si perde, fino a restituirgli la ragione d’essere della guerra: «In fin dei conti.. quello che stava per accadere succedeva da quattrocentocinquanta milioni di anni. Qualcosa di così comune come la vita e lo stesso universo» (pag. 282).

L’ultima cosa che rimane a Falques, dopo aver terminato il murale, è immergersi nel mare, nuotando con precisione geometrica e assaporando sulla lingua il sapore metallico della moneta destinata a Caronte.

Arturo Pérez-Reverte, conosciuto dall’universo mondo per i suoi romanzi storici e d’avventura (ma non forse come reporter di guerra), con questo libro inusuale rispetto ai suoi canoni narrativi, per mezzo di una scrittura senza sbavature e con rimandi non casuali al mondo artistico, ha dilatato in quasi trecento pagine l’interrogativo che ci perseguita dalla notte dei tempi e che non ci ha mai abbandonato: perché le guerre?

Non è facile parlare di questo libro, bisogna immergersi nella sua lettura crudele e dolorosa per ricordare le atrocità degli ultimi decenni (e non fino all’immediato) e chiederci ancora una volta come il genere umano possa giustificare in nome di chissà cosa e chissà chi gli orrori che da sempre percorrono al nostro fianco le nostre strade.

Tutti coloro che quotidianamente sparano colpo su colpo, con parole, atti e opere di guerra, compresi gli italianissimi che vendono armi, portano sempre in tasca la moneta da porgere a Caronte quando sarà il momento?

Mondi di fantasia

«Le storie non possono trasformare la tua situazione reale, ma possono trasformare l’esperienza che ne fai. Noi non creiamo mondi di fantasia per sfuggire alla realtà, li creiamo per essere in grado di rimanere nella realtà. Io credo che abbiamo sempre fatto questo, usiamo le storie e le immagini per affrontare e capire ciò che altrimenti sarebbe intollerabile»: Lynda Jean Barry, fumettista e scrittrice nata nel 1956, attualmente docente universitaria (da «Lunanuvola’s Blog», il Blog di Maria G. Di Rienzo).

PS – ho trovato questo titolo consigliato in Biblioteca, anni fa; dopo averlo letto, l’ho comprato. Fa quindi parte della categoria “Libri trovati in Biblioteca”, sub a) “e successivamente acquistati”. Le sotto-categorie possono continuare…

Arturo Pérez-Reverte

«Il pittore di battaglie»

traduzione di Roberta Bovaia

Marco Tropea Editore 2007

(Biblioteca Civica – Comune di Verona – 863.64 Per. Pit)

(*) Terza puntata della rubrica “libri trovati in biblioteca”. Ha scritto Bianca per lanciare l’idea «E se in bottega si aprisse un angolo dedicato a quelli presi in prestito nelle biblioteche? A me capita a volte di trovare autori-autrici sconosciuti/e seguendo le briciole come Pollicino e scoprire che… funziona! E come me chissà quanti! Tenendo anche conto dei periodi di ristrettezza che a volte possono non permettere l’acquisto in libreria». Una proposta accolta e rilanciata. E sia chiaro: Bianca è sempre la benvenuta ma questo spazio è aperto a tutte/i. L’IMMAGINE è sempre di JACEK YERKA: sì, lo amiamo. (db)

 

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