La violenza sulle donne ci riguarda: appello…

… di uomini per una manifestazione a Milano

Report della prima assemblea (il 22 novembre all’Arci Corvetto di Milano)

Partecipanti tutti già impegnati sull’argomento, in modi diversificati: chi agisce in organizzazioni miste tradizionali, chi in un piccolo gruppo di uomini, chi in area antagonismo, chi in associazione che fa attività educative e culturali

La modalità con cui ci siamo parlati: a partire dalle proprie vite ed esperienze concrete

– introduzione di Vito che ha raccontato le sue esperienze (in che modo ha avvertito il privilegio di essere maschio), perché si è mosso con l’appello di una manifestazione e in cui ha proposto alcuni contenuti sul piano della politica istituzionale (congedo parentale obbligatorio, riduzione orario di lavoro per lavoro di cura, educazione sessuale, spingere autonomia economica e pensionistica delle donne).

Contenuti emersi dal dibattito:

– il dominio maschile è una gabbia anche per noi maschi. Partiamo dall’autocritica per agire comportamenti in cui non esercitiamo il nostro privilegio

– c’è una galassia di piccoli gruppi, di azioni sperimentali che attivano percorsi e interventi educativi. Questa galassia è frammentata e poco visibile. La manifestazione può essere l’occasione per incontrarsi, collegarsi, conoscersi, confrontare i percorsi – anche nelle loro diversità – e renderci visibili, cosa che può funzionare come “innesco” per altri. Qualcuno esprime dubbi sulla possibilità di realizzarla a breve.

– l’esercizio della violenza è la punta dell’iceberg di un sistema basato sulla asimmetria di potere…

– …ma la parola ‘violenza’ è difficilmente comprensibile a uomini non già sensibilizzati; siccome non picchiano e non stuprano, non si sentono coinvolti, pensano che il problema non li riguardi; non vedono che ci sono tanti gesti, parole e atteggiamenti quotidiani che rimettono le donne “al loro posto” anche senza esercitare abuso. I convinti lo sono già, al polo opposto ci sono quelli che vorrebbero tornare alla tradizione. Dobbiamo trovare un modo per intercettare quelli di mezzo, che si stanno interrogando ma non usano necessariamente la parola violenza 

–  no al parlare di “colpa” degli uomini, perché la colpa rimanda a linguaggio giuridico e cattolico, sì a parlare di responsabilità

– siamo in una condizione di dipendenza dalle donne. Dobbiamo sviluppare e proporre un modello positivo di relazione, non di forza e potenza ma di equilibrio all’interno della coppia 

– importanza del metterci la faccia in prima persona, parlando delle responsabilità consce e inconsce che abbiamo 

– importanza del nominare, raccontare, esplicitare i modelli culturali in cui siamo cresciuti. Inchiesta su territorio cintura esterna milanese: molti ragazzi esercitano il sessismo verso le donne senza accorgersene, mentre si rendono conto di cosa siano il razzismo e l’omofobia rifiutandoli

– dubbio che si possa cambiare la mentalità e il comportamento di chi ha già concluso la propria formazione: c’è chi ha scelto di lavorare con adolescenti

– si è discusso in che modo questo tema, che è fortemente politico, possa entrare nelle organizzazioni miste più o meno strutturate (partiti, sindacati, centri sociali).  Chi ne fa parte ha suggerito delle modalità per interessare le organizzazioni. Chi ha espresso dubbi, ha osservato che partiti e sindacati hanno modalità di dibattito che vanificano la possibilità di prendere parola come uomini sulla discriminazione che essi stessi esercitano. Nei centri sociali c’è chi osserva una distanza tra le parole e i fatti, tra la teoria e la pratica. Si decide in ogni caso di provare ad intercettare anche questi ambiti proponendo assemblee lì nelle sedi stesse.

– alla domanda quali sono le organizzazioni coinvolte rispondiamo: tutte quelle che vogliono coinvolgersi, nella prospettiva che gli uomini che ne fanno parte siano disponibili a prendersi la responsabilità di cui sopra e che lo facciano, appunto, “come uomini” 

Come si prosegue:

13 dicembre data prossima assemblea (luogo e ora da definire)

– nel frattempo, ognuno cerca di attivare i propri contatti per ampliare la partecipazione (reti gruppi uomini), eventualmente anche organizzando riunioni e incontri nei luoghi delle organizzazioni (proposta di Luca e Stefano)

– Francesco propone attività di facilitazione che descriverà al gruppo prima della assemblea

– Per la sede, dobbiamo trovarne una che non sia a pagamento. Tutti i presenti si sono impegnati a cercare una soluzione 

Punti discussione prossimo incontro:

Assodato e chiarito che cosa è e che cosa non è la manifestazione:

– non è la manifestazione degli uomini buoni

– è una tappa di un processo lungo, articolato, che si sviluppa sia sul piano della critica ai modelli patriarcali sia su quello della proposta di modelli alternativi

– è una occasione per collegare “orti e orticelli” e per dare visibilità alle molte attività già in essere – e magari stimolarne altre

– è una presa di parola pubblica su “il problema siamo noi”, “assumiamoci le responsabilità”

di cosa discutiamo la prossima volta:

– che tipo di manifestazione vogliamo fare? (ci sono alternative al classico corteo e quali)

– i punti dell’appello vanno esplicitati ed approfonditi

  • suggerimento di formare uno o più cerchi.

PER CONTATTI: appellouomini@gmail.com

 

 

Redazione
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