Le virtù, il leghista Fontana, l’amore alla verità

di Chief Joseph … o se preferite Hinmaton Yalaktit (*)

Rispondere direttamente alle affermazioni razzista del leghista e candidato governatore della Lombardia Attilio Fontana è da un lato troppo facile e, dall’altro, inutile. Infatti si rischia di mettere al centro del discorso le farneticazioni, le paure e l’egoismo. Tuttavia, non si può rimanere in silenzio. In questa direzione è d’aiuto un racconto di Natalia Ginzburg, “Le piccole virtù” che poi dà il nome all’antologia. Sebbene il titolo faccia pensare a una predilezione dell’autrice per le “piccole”, la conclusione sorprendente è la predilezione per le “grandi” virtù: «Per quanto riguarda l’educazione dei figli, penso che si debbano insegnar loro non le piccole virtù, ma le grandi. Non il risparmio, ma la generosità e l’indifferenza al denaro; non la prudenza, ma il coraggio e lo sprezzo del pericolo; non l’astuzia, ma la schiettezza e l’amore alla verità; non la diplomazia, ma l’amore al prossimo e l’abnegazione; non il desiderio del successo, ma il desiderio di essere e di sapere. Di solito invece facciamo il contrario: ci affrettiamo a insegnare il rispetto per le piccole virtù, fondando su di esse tutto il nostro sistema educativo».

(*) Capo Giuseppe, in inglese  Chief Joseph (1840-1904) è stato una guida (militare e spirituale) dei Nasi Forati, un popolo nativo americano. Si chiamava in realtà Hinmaton Yalaktit, che in lingua niimiipuutímt significa Tuono che rotola dalla montagna.

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