Leonardo/ Palestina: fra Imola e la Spezia…
… due piccole storie sui “benefattori” che vendono armi e ricevono premi “ambientali”. A seguire un’interpellanza parlamentare di Stefania Ascari sulle schedature israeliane di attiviste/i che in Italia si battono per il rispetto del diritto internazionale.
La prima piccola storia riguarda Imola. Guardate con che abilità Ezio Roi riesce a smascherare la “riverniciatura da benefattore” di Leonardo Spa (quella che qui soprattutto ci interessa) ma anche l’intera vicenda di Assoambiente.
IL PREMIO PIMBY NON CI INORGOGLISCE, CI IMBARAZZA
Leggiamo che la Fib3r (il progetto per il riciclo della fibra di carbonio, collocato nei pressi della centrale hera di via Casalegno) è considerato talmente virtuoso da aver ricevuto il premio Pimby Green (tradotto rudemente: “Vi prego, fatelo nel mio giardino, è così verde!”) promosso da Assoambiente. L’assessora Spada, con tanto di fascia tricolore, si è recata personalmente a ritirarlo a Roma.
Il progetto “virtuoso” è nato dalla collaborazione tra Unibo, Herambiente, Curti di Castel Bolognese, Leonardo e il comune di Imola
Questa notizia suscita il nostro interesse per molte ragioni, quasi tutte non incoraggianti.
Giova a malapena ricordare, in merito alla compagine societaria e ai suoi precedenti “verdi”, la battaglia per la chiusura della discarica in gestione a Hera, sostenuta da tanti cittadini imolesi, o che la Curti di Castel Bolognese ha ricevuto appalti dalla Difesa e che Leonardo è una delle principali aziende produttrici di armi nel mondo.
Nel testo si garantisce che Leonardo non è affatto interessata al progetto per una qualsiasi produzione bellica (metterà il timbro sul nostro carbonio che sarà destinato esclusivamente al civile?) e che il progetto è molto ecologico, senza emissioni (le emissioni zero non sembra esistano sulla Terra, ma lì ci sono! ). Inoltre, nessun problema a livello acustico? Eppure gli abitanti della zona sostengono sentire per periodi di tempo significativi colpi assordanti ogni 2 o 3 minuti.
Passiamo ad Assoambiente, il cui presidente è quel Chicco Testa, nato leader ambientalista e attualmente sostenitore dell’energia nucleare pulita, anche se il problema dello smaltimento delle scorie resta un grosso punto interrogativo. Per quanto riguarda i premiati, come risultano dal comunicato stampa di Assoambiente: il primo è Renato Schifani, ex parlamentare, avvocato specializzato in recupero crediti e urbanistica, archiviato per concorso esterno in associazione mafiosa e autore dell’incostituzionale Lodo Schifani, teso a stoppare i processi per Berlusconi. In modo camaleontico è riuscito a convertirsi in promotore di ben due termovalorizzatori per la cifra di 800 milioni. Non manca l’ENI, per il progetto di stoccaggio a Ravenna della Co2, che affiancherà il rigassificatore della SNAM, con la riviera romagnola trasformata nel polo del gas italiano. L’impressione è che questa amministrazione stia portando la città a livelli di snobistico ma cieco extraprovincialismo, a scapito dell’ambiente e sottraendo risorse a servizi pubblici utili per la quotidianità della nostra comunità. Evidentemente è più importante entrare nei giri che contano, rapportarsi con le élite e giocare allo stesso tavolo, con la presunzione di essere alla pari. I bisogni reali della cittadinanza? Non contano.
Ezio Roi – Imola
- E a proposito di Leonardo e soci facciamo un salto a La Spezia per raccontare i perchè della manifestazione di domani 27 settembre.
Nel cuore de La Spezia, città storicamente legata al mare e alla cantieristica, si prepara la nuova edizione di SeaFuture 2025, un evento che da fiera civile della blue economy si è trasformato in un salone militare navale dedicato al commercio bellico internazionale
Sabato 27 settembre La Spezia vedrà scendere in piazza una manifestazione di protesta contro SeaFuture 2025, un evento di caratura internazionale dedicato agli armamenti e alle tecnologie belliche navali. L’appuntamento, lanciato dal coordinamento “Riconvertiamo SeaFuture” è convocato a piazza Brin, alle 15.30.
Sponsorizzato dalle aziende leader della produzione bellica, tra cui Leonardo, Fincantieri, MBDA, Elettronica Group, Intermarine e sostenuta dalla Marina Militare italiana, SeaFuture ospiterà oltre 150 delegazioni militari da tutto il mondo comprese quelle di regimi autoritari e Paesi coinvolti in guerre. Non si parlerà di pace ma di guerra elettronica, cyber-difesa, produzione e vendita di armamenti, compresi i cosiddetti “dual use” ovvero tecnologie civili facilmente convertibili all’uso militare.
Nel pieno di un’escalation bellica globale e del genocidio del popolo palestinese, sotto gli occhi del mondo intero, La Spezia si appresta ad accogliere un evento che normalizza e celebra il mercato delle armi, una scelta che appare in netto contrasto con l’articolo 11 della Costituzione italiana che sancisce il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Inoltre, la legge 185/1990 vieta espressamente l’esportazione di armi italiane verso Paesi in guerra, responsabili di violazioni dei diritti umani o che minacciano la pace. Eppure, oggi è sempre più ignorata e aggirata: componenti e armamenti italiani finiscono in scenari di conflitto e repressione, spesso in violazione diretta di questa normativa.
Gravissimo il coinvolgimento delle scuole del territorio, chiamate a partecipare con progetti, visite, competizioni e attività PCTO che coinvolgono le ragazze e i ragazzi delle scuole della provincia. Questa partecipazione rischia di militarizzare la scuola e distorcerne i percorsi formativi degli studenti esponendoli a un messaggio implicito che legittima il conflitto armato e l’industria bellica.
L’evento arriva in un momento in cui l’Unione Europea vara piani di riarmo da centinaia di miliardi di euro e la NATO chiede ai Paesi membri di destinare il 5% del PIL alle spese militari, mentre mancano risorse per sanità, scuola e ambiente.
Tutto questo sta succedendo in una città che ha un arsenale ancora da bonificare, un litorale precluso alla popolazione perché occupato dalla Marina Militare che sottrae di fatto l’accesso al mare ai suoi stessi abitanti, una città che rischia di diventare un emblema di guerra e di morte con la presenza crescente di fabbriche di armi e di organizzazione di eventi come SeaFuture.
Contro tutto questo si chiede la riconversione di SeaFuture in una fiera civile orientata alla sostenibilità e all’innovazione.
La fine del coinvolgimento delle scuole in eventi a carattere bellico. Lo stop alla cooperazione militare con Israele e sanzioni per le violazioni dei diritti umani. La demilitarizzazione della Spezia con la riconversione dell’industria bellica e degli spazi militari a uso sociale.
Vogliamo un futuro di pace, di giustizia e solidarietà internazionale.
Coordinamento Restiamo Umani – Riconvertiamo SeaFuture
La solidarietà a Gaza che tante/i stanno mettendo in campo disturba Israele e i suoi complici. Se poi in Italia si punta il dito contro la lobby delle armi (in testa Leonardo, dove tutti i partiti tradizionali hanno i loro “buoni uffici”) allora si innervosiscono in molti “tricolorati”. Sarà interessante vedere quale brutto coniglio tirerà fuori dal cilindro il governo anche nel rispondere all’interrogazione fatta oggi da STEFANIA ASCARI che riprendiamo qui sotto. Non che le “schedature” illegali siano fatte solo da Israele, anzi l’Italia forse avrebbe da insegnare al mondo.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell’interno.
Per sapere – premesso che.
Secondo notizie circolate in queste ore e verificabili anche online, un sito di propaganda israeliano con sede a Tel Aviv avrebbe pubblicato un elenco di associazioni italiane che hanno partecipato o contribuito alle mobilitazioni di piazza per la Palestina, comprese realtà territoriali di Sassari e di altre città del Paese;
tali dati sembrano costituire una vera e propria schedatura politica di associazioni e movimenti italiani, inseriti in una campagna di propaganda estera volta a delegittimare le manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese;
la pubblicazione di simili elenchi, peraltro riferiti ad attività del tutto legittime, costituisce un atto gravissimo e suscettibile di produrre conseguenze sulla sicurezza dei soggetti coinvolti, i quali si trovano di fatto esposti a possibili intimidazioni e a campagne di diffamazione organizzate;
la circostanza che tali schedature provengano da un soggetto estero e siano rese pubbliche su una piattaforma accessibile a livello internazionale solleva evidenti questioni di tutela della sovranità, della libertà di associazione, di manifestazione del pensiero e di riservatezza dei dati personali in Italia;
appare necessario chiarire se le istituzioni italiane fossero a conoscenza dell’iniziativa, quali verifiche siano state effettuate circa la provenienza e le finalità di tali schedature e quali misure di protezione siano state eventualmente predisposte a tutela delle realtà associative coinvolte.
Si chiede di sapere se i Ministri interessati siano a conoscenza dei fatti sopra esposti e possano confermare la pubblicazione da parte di un sito israeliano di elenchi contenenti i nomi di associazioni italiane che hanno manifestazioni in piazza per manifestare solidarietà al popolo palestinese;
Quali iniziative intenda assumere il Ministro degli affari esteri presso le autorità israeliane per chiedere conto della natura e delle finalità di tali schedature;
Se i Ministri interrogati non ritengano opportuno verificare l’eventuale violazione della normativa nazionale e comunitaria in materia di trattamento dei dati personali e libertà di associazione;
Quali misure urgenti si intendano assumere per garantire la sicurezza delle associazioni e delle persone che, a seguito della pubblicazione di tali elenchi, potrebbero trovarsi esposte a rischi o intimidazioni.
Stefania Ascari del movimento 5 stelle
Breve, un grande abbraccio a tutti i partecipanti in navigazione sulle imabarcazioni della Flottiglia, ho 83 anni battaglie ne ho fatte tante questa è una battaglie che fate che non ha paragone alle nostre anche negli anni più bui del terrorismo in Italia. Vi sono vicino con tutto il pensiero col coprpo e vi ammiro coraggio e buona fortuna. State facendo quello che dovrebbero fare i governi cominciando dal nostro, ma sono inetti , ipocriti, la sig. Giorgia è bravisima fare del vittimiosmo, ultima chicca come si è comportata all’Onu e peggio dopo nelle dichiarazioni.
Vi mando un grosso bacio e buona fortuna, nella speranza che nel farttempo il loro dio blocchi per sempre la parola al sanguinaripo Netayahu.