L’iniziativa (e la lotta) autoorganizzata pagano: il …

caso di Piandisieve di Firenze e un bitumificio (*)


Il Comitato di Massorondinaio (San Piero a Sieve, Firenze) chiese alla sezione fiorentina di Medicina Democratica di intervenire il 16 marzo scorso a un convegno, per illustrare alla popolazione i rischi per la salute e per l’ambiente derivanti dall’ impianto di bitume Piandisieve, situato nel bel mezzo di civili abitazioni.

Si tratta di un impianto classificato come azienda insalubre di prima classe ai sensi del D. M. 5 settembre 1994 e la normativa prevede che le industrie insalubri di prima classe debbano essere isolate nelle campagne e tenute lontano dalle abitazioni (T. U. LL. SS. comma 2 articolo 216).

L’impianto emette una miscela di sostanze “senza soglia” cioè che non hanno nessuna soglia di sicurezza, fra queste ricordiamo le principali:

– Particolato primario e secondario, cancerogeno, per gli esseri umani, causa il cancro del polmone (Monografia n. 109 «Ambient air pollution», IARC ,Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro).A breve termine provoca aumento mortalità cardio-respiratoria.

– IPA cioè IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI, possibili o probabili cancerogeni per l’uomo (IARC)- Agiscono anche come interferenti endocrini: sostanze che sono pericolose anche a ‘dosi minimali’ ben al di sotto dei limiti di legge, specie in fasi cruciali della vita (Mesnage et al., 2014, 2015).

– NOX, ossidi di azoto e SOX, ossidi di zolfo, sono precursori di particolato secondario (cancerogeno). Per gli ossidi azoto in Italia ci sono stati 17.290 morti premature, nel 2014 (Air quality in Europe – 2017 report prodotto dall’Agenzia europea dell’ambiente, Eea).

– L’esposizione a PARTICOLATO,IPA, NO2, NOX non determina solo patologie cardiorespiratorie, ma anche danni neuropsichici (The impact of air pollution to central nervous system in children and adults. Neuro Endocrinol Lett. 2017 Dec;38(6):389-396).

La popolazione di San Piero a Sieve è soggetta anche a un rischio da poliesposizione simultanea di sostanze cancerogene, o con attività di interferenza endocrina, cioè a una miscela di sostanze dal potenziale effetto sinergico. La valutazione del rischio non può prescindere dallo studio degli effetti cumulativi dovuti a una poliesposizione di sostanze chimiche (Rapporto Ispra “Pesticidi nelle Acque” 2016).

La esposizione cronica a basse dosi di miscele di sostanze tossiche, anche se entro i limiti di legge, può:

  • indurre modifiche epigenetiche sul DNA, con conseguenti patologie anche molti anni dopo l’esposizione;
  • alterare il sistema endocrino (azione di interferenza endocrina), influenzando negativamente diverse funzioni vitali quali lo sviluppo, la crescita, la riproduzione e il comportamento.( Kortenkamp, A. (2014). Low dose mixture effects of endocrine disrupters and their implications for regulatory thresholds in chemical risk assessment. Current Opinion in Pharmacology 2014, 19; 105-111).

L’inquinamento non è uguale per tutti, perché più vulnerabili sono i bambini, le donne in gravidanza, i malati cronici. Per esempio l’esposizione prenatale agli IPA è associata con ritardo mentale e problemi comportamentali. (Molecular and Neurodevelopmental Benefits to Children of Closure of a Coal Burning Power Plant in China-PLoS One. 2014; 9(3): e91966).

Inoltre gli abitanti sono pure vessati da odori disgustosi (da idrogeno solforato) e rumore.

A distanza di pochi mesi da quel convegno – che fu molto partecipato dai cittadini – chiediamo a Cristiano Nencioli, del Comitato di Massorondinaio, di fare il punto sulla situazione attuale, anche alla luce del recente decreto di diffida della Regione Toscana, che ha chiarito che quell’impianto di bitume ha davvero dei problemi, seri e gravi.

«Che in quell’impianto di bitume, troppo vicino alle abitazioni, con l’emissione di miasmi insopportabili, tecnicamente “disturbi di natura olfattiva” – come vengono definiti dalla Regione Toscana nel Decreto n. 8423 del 30/05/2018, “Provvedimento di diffida, ai sensi dell’art. 278 Parte Quinta, Titolo I del D.lgs. n. 152/206 e s.m.i.” – il rispetto delle regole fosse da verificare era prima un auspicio, in seguito un dovere. I cittadini lo avevano chiesto, più volte, in varie forme e altrettanti modi. Inizialmente ignorati, addirittura apostrofati con toni denigratori da parte di coloro che intravedevano, in questa azione, la solita becera protesta contro l’amministrazione pubblica, verso cui, questi, riconoscono sempre l’infallibilità e la correttezza. Insomma, effetti del pensiero omologato. Adesso la Regione Toscana ha chiarito, con quel decreto di diffida, in maniera ineluttabile, facendo proprie le osservazioni di altri enti e autorità pubbliche, che quell’impianto di bitume ha dei problemi, seri e gravi. La lista dei provvedimenti migliorativi è ben definita. Alla base della diffida della Regione Toscana, i cui termini scadono a inizio luglio, c’è una dettagliata relazione di Arpat, redatta dopo un sopralluogo allo stabilimento fatto a marzo. Dalle verifiche sono emerse infrazioni amministrative ed evidenti violazioni alle prescrizioni dell’autorizzazione. È stato rilevato che le emissioni generate durante la movimentazione del conglomerato bituminoso non sono correttamente convogliate; il metodo utilizzato per gli autocontrolli obbligatori che l’azienda deve fare per gli inquinanti SO2 e COT non è risultato coerente con quanto prescritto nell’autorizzazione; Arpat non ha potuto effettuare il campionamento delle emissioni che escono dal camino principale, e che si generano durante la produzione del conglomerato bituminoso, perché l’impianto non rispetta le norme di sicurezza per il trasporto in quota della strumentazione necessaria. L’industria di cui parliamo è insalubre di prima classe e secondo la legge deve stare lontano da aree residenziali salvo che dimostri di non produrre “nocumento” alla salute dei cittadini».

Come ha fatto finora a dimostrarlo?

«Come scritto in una lettera aperta al Sindaco del Comune di Scarperia e San Piero dal Comitato cittadini di Massorondinaio, il Sindaco è la massima autorità sanitaria nel territorio comunale e ha titolo a tutelare la salute dei cittadini. Quindi oltre al potere di ordinanza esercitabile nel caso in esame, visto il quadro esistente sopra esposto, avrebbe potuto e può tutt’ora, considerato che la situazione va avanti da tempo, far predisporre una valutazione di impatto sanitario. Allora perché non lo fa? Tra l’altro il parere sanitario gli è stato richiesto con un’istanza inviata il 30/12/2017 ma tale parere non è mai stato fornito, tant’è che in questi giorni il Comitato si è rivolto al Difensore Civico della Toscana. Ricordiamo anche che il 27 aprile scorso è stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica a firma di 733 cittadini. La consigliera regionale Monica Pecori, presidente del Gruppo Misto Toscana per Tutti, dopo averci fatto visita a febbraio scorso per sincerarsi di persona della situazione, ha dato seguito all’impegno preso, presentando una interrogazione a risposta scritta evidenziando tutte le irregolarità e le inadempienze che gravano sulla conduzione dell’impianto di bitume. Vedremo dopo la scadenza dei termini della diffida che succederà».

Testo a cura di Gian Luca Garetti, Sezione di Medicina Democratica Mirabelli, Firenze

(*) ripreso da www.medicinademocratica.org

 

Redazione
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Un commento

  • valerio gennaro

    1) misurare subito i livelli di SALUTE della popolazione in tutte le età e in tutti i quartieri comunali specialmente quelli ritenuti a rischio sanitario. In molti casi i dati statistici grezzi, ma già in formato elettronico, sono già disponibili ed aggiornati al 2017 (es. dati di mortalità comunale per quartiere, età, sesso ed anno solare).
    Perché nessuno li chiede e li analizza? Si potrebbe produrre a costo (quasi) zero il Referto Epidemiologico Comunale;
    2) riconvertire immediatamente le spese MILITARI in spese per la DIFESA CIVILE.
    TRATTASI DI CIRCA 3 MILIONI DI EURO ALL’ORA SOLO IN ITALIA (si, all’ora!).
    http://www.lastampa.it/2018/02/09/scienza/nel-spese-militari-italiane-in-aumento-8CVAvvJj0dWrkziClYMoCJ/pagina.html

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