Pegasus e l’intelligence Usa

ripreso da diogeneonline

La Nso è un’azienda israeliana di cyber hacking, in sostanza di spionaggio informatico, nota per aver inventato lo spyware chiamato Pegasus, che consente di sorvegliare da remoto gli smartphone. In seguito allo scandalo seguito alla scoperta dell’utilizzo di questo software per spiare leader politici, giornalisti e attivisti per i diritti umani in tutto il mondo, gli Usa avevano inserito l’azienda in una lista nera, insieme alla Candiru, che ha poi cambiato il nome in Saitu, sempre israeliana, vietando alle aziende statunitensi, tramite il Dipartimento per il Commercio di avere rapporti con queste società. Nonostante il divieto si è scoperto che i dirigenti di un appaltatore militare Usa, L3 Harris, durante numerose visite in Israele, sostenendo di essere appoggiati da funzionari dell’intelligence a stelle e strisce, stanno trattando l’acquisto della Nso. Lo ha rivelato nei giorni scorsi il sito web Intelligence Online.

L3Harris è una società di contractor di tecnologia Usa, con grossi appalti presso il settore della Difesa, specializzati in soluzioni di sorveglianza, il sesto più grande appaltatore della difesa negli Stati Uniti. Secondo le indiscrezioni provenienti dall’interno delle due aziende e riportate successivamente dal New York Times, un team composto da cinque dirigenti della L3Harris ha segretamente trattato in queste settimane con la Nso group per acquisirla, con il consenso di funzionari dell’intelligence a stelle e strisce. Appena le indiscrezioni sono trapelate la trattativa si è arenata, la Casa Bianca ha chiesto spiegazioni e la L3Harris, che sulle commesse del Pentagono basa il suo fatturato ha sostenuto di aver posto fine alla trattativa.

La vicenda presenta però grossi punti oscuri. E’ difficile credere, proprio perchè la Nso era inserita nella lista nera, che i colloqui si siano svolti con il governo Usa completamente all’oscuro della vicenda. A Washington l’opinione è che ci sia stata una spinta dell’intelligence e del Pentagono per sottrarre il controllo del più potente strumento di spionaggio in circolazione agli israeliani e portarlo sotto il dominio Usa. Ma c’è anche un altro grosso dubbio e riguarda la posizione di Israele sulla vicenda, anche in questo caso è difficile credere che una trattativa di questa portata sia avvenuta con il governo all’oscuro di tutto. Secondo le talpe interne la trattativa includeva almeno un incontro con Amir Eshel, il direttore generale del ministero della Difesa israeliano, che avrebbe dovuto approvare qualsiasi accordo. La Nso è di fatto un’estensione dello Stato israeliano, che ha utilizzato la concessione delle licenze di Pegasus a Paesi come l’Arabia Saudita, l’Ungheria e l’India come scambio per rinsaldare i rapporti diplomatici

Nella sua ricostruzione dello scorso gennaio il NYT aveva rivelato l’acquisto nel 2019 da parte dell’Fbi del software Pegasus da utilizzare all’interno degli Usa e che nel 2018 la Cia aveva acquistato Pegasus per conto del governo di Gibuti, noto per l’utilizzo della tortura verso gli oppositori politici, sotto la voce “operazioni antiterrorismo”, che da molti anni negli Usa, dopo l’11 settembre 2001, copre qualsiasi nefandezza e violazione dei diritti umani compiuta dagli enti governativi di intelligence.

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