Maschile plurale: a Torino il 9 e 10 ottobre
QUELL’OSCURO SOGGETTO DEL DESIDERIO. IMMAGINARIO SESSUALE MASCHILE E DOMANDA DI PROSTITUZIONE
L’associazione nazionale Maschile Plurale, che promuove l’incontro, invita le associazioni e organizzazioni che si occupano di prostituzione e tratta a confrontarsi sul tema. L’incontro si terrà presso IDEA SOLIDALE, corso Novara 64, Torino, con il seguente calendario:
– Sabato 9 ottobre (ore 9 – 13; ore 15-19): incontro interno di Maschile Plurale
– Domenica 10 ottobre (ore 9 – 13): incontro con le associazioni e organizzazioni invitate.
Con questo incontro cerchiamo di focalizzare il rapporto fra immaginario sessuale maschile, prostituzione e tratta nell’Italia di oggi, come un tassello importante della nostra riflessione sul mondo maschile.
La prostituzione, presentata come un fenomeno derivante dall’esterno che inquina la vita delle nostre città, alimenta politiche securitarie e di repressione di donne e uomini immigrati.
Noi invece crediamo riguardi la nostra società, che ne genera la domanda.
Per questo mettiamo a confronto i seguenti due aspetti, che si possono illuminare l’un l’altro:
1 – C’è una domanda maschile di prostituzione – femminile, transessuale, maschile – che oggi in Italia coinvolge alcuni milioni di clienti (pur nell’incertezza dei dati)
2 – Per andare al fondo di questa domanda, bisogna interrogare l’immaginario sessuale maschile, le sue/nostre rappresentazioni qui e adesso.
Possiamo illuminare una zona grigia di contiguità fra un “normale” immaginario sessuale di dominio maschile (fortunatamente non l’unico) e la “normale” domanda di prostituzione.
C’è un terreno comune fra chi è cliente e chi non lo è, in questo immaginario della sessualità maschile come forma di dominio?
Parliamo di una cultura di dominio del maschio eterosessuale bianco occidentale: sulle donne, sui bambini nelle forme come la pedofilia o il turismo sessuale, sugli altri uomini “non conformi” al modello dominante come gli omosessuali, sulle persone transessuali, sulle persone immigrate in Occidente.
Questa cultura maschile, che coltiva immagini e desideri coerenti al mercato della prostituzione e della tratta, ci sembra la più diffusa in Italia.
Al di là del suo occultamento e rimozione dal discorso pubblico (se non fosse per gli ultimi scandali sul tema “sesso e potere”), crediamo importante fare emergere questi desideri.
D’altra parte, possiamo riconoscere una diversa cultura della sessualità maschile, che coesiste e confligge in noi con la mascolinità dominante?
Ci interessa rilanciare altre possibilità del nostro essere maschi. Sono immagini ed esperienze di relazioni libere e non violente fra uomini e donne, di riconoscimento e di rispetto degli orientamenti affettivi e sessuali di ogni persona.
Senza giudicare nè volere reprimere chi si prostituisce, poniamo invece agli uomini questa idea della domanda di prostituzione come un impoverimento delle relazioni sessuali, ridotte al consumo, alla mediazione del denaro e all’indifferenza.
Per noi uomini, dunque, l’immaginario sessuale maschile diventa un terreno di ricerca, di conflitto, di interrogazione reciproca.
Anche nel dibattito pubblico su prostituzione e tratta questa riflessione sulla cultura italiana della sessualità maschile, a partire da se stessi, è il punto di vista che vorremmo portare.
Sappiamo che varie associazioni/organizzazioni lavorano a fianco delle donne e delle persone transessuali prostitute, spesso sotto tratta, e fra queste tante straniere. Emerge ultimamente anche il fenomeno della prostituzione maschile (per esempio nel caso Balducci).
Gli approcci di accompagnamento di queste persone, in regime di prostituzione o di tratta, tendono a garantire loro alcuni diritti. Il terreno di lavoro diventa quindi:
- la richiesta di una migliore tutela giuridica e di servizi
- la gestione di progetti specifici
- la collaborazione o meno con le istituzioni.
L’approccio di Maschile Plurale è invece dal lato degli uomini, deriva da un lungo percorso di scambi e di riflessione sul maschile in Italia, a partire da sè.
D’altra parte, teniamo il filo delle relazioni anche con il variegato mondo delle donne e ci interessa il loro dibattito in corso sulla prostituzione. Di questo dibattito, evitando le contrapposizioni interne che non aiutano a sviluppare un confronto, vorremmo cogliere gli elementi positivi per quanto ci riguarda come uomini.
Dunque il nostro contributo può essere quello di parlare “da uomo a uomo”, nel discorso pubblico, per favorire:
- un salto di coscienza politica, riguardo la cultura italiana della sessualità maschile
- una discussione degli interventi in atto, nei casi specifici della prostituzione e della tratta
Infine, speriamo che lo scambio fra tutti i soggetti interessati sia di reciproco arricchimento e, di seguito, che possiamo collaborare ad alcune iniziative condivise.
Per esempio, una nostra ipotesi è quella di rilanciare un convegno nazionale su questi temi nel 2011.
DOMANDE SULLA DOMANDA DI PROSTITUZIONE
Come mai essa è composta – salvo casi di trascurabile rilevanza, e che comunque non sembrano preoccupare nessuno – esclusivamente da uomini?
Ha tutto questo a che fare con le identità di genere, con la morale sessuale, con le rappresentazioni del corpo socialmente costruite?
Di più: ha a che fare, questa strana (si fa per dire) indifferenza diffusa verso gli interrogativi che tale questione pone, con l’invisibilità del maschile in quanto genere, in quanto parzialità?
Ho letto di recente che, di tutti i fondi impegnati a livello mondiale nella lotta all’Aids, solo una parte assolutamente minima viene utilizzata per la ricerca di un possibile vaccino. La spiegazione è semplice: per le multinazionali farmaceutiche un malato è molto più redditizio che un compratore una tantum di un vaccino.
Chissà, mi chiedo, che qualcosa di simile non accada con la prostituzione, e con la lettura del problema in termini di ordine pubblico che tanto va per la maggiore.
Che sia, in altre parole, molto più redditizio politicamente accarezzare le psicosi collettive della “sicurezza” e dell’igiene sociale, piuttosto che lavorare per cambiare – con una seria educazione sessuale nelle scuole, ad esempio, ma anche a tanti altri livelli in cui si produce e si riproduce il senso comune – gli stereotipi, le dinamiche di potere, i “naturali” istinti collegati al desiderio e all’immaginario sessuale maschile?
Piuttosto, cioè, che smettere di ritenere “normale” una dinamica dell’identità di genere che fa derivare il piacere da un rapporto consumato – è il caso di dirlo – con una persona di cui compri il corpo per poterlo usare. Un corpo che comunque non ti desidera, e che troppo spesso è letteralmente ridotto in schiavitù: ma tutto questo non disturba minimamente il desiderio degli uomini. Come mai?
Sandro Bellassai
(Stralcio da un articolo pubblicato su “il foglio de il Paese delle donne“, a. XIII, n. 23-24, 25 settembre 2000, con il titolo Come mai?)
UNA PICCOLA NOTA
Riprendo questi due testi da “Uomini in cammino”: la redazione è presso Beppe Pavan – corso Torino 117 – 10064 Pinerolo (0121/393053 – 3391455800 – carlaebeppe@libero.it)
Interessantissimo punto di vista
Sarà un caso ma due donne (un’amica e una sconosciuta)mi hanno già scritto per chiedere una bibliografia e/o indirizzario, sitografia, bla-bla su questi gruppi di uomini che in Italia provano a ripensare i modelli della virilità-mascolinità. Non mi sento in grado di fare una “panoramica” ma posso indicare (non oggi perchè non sono a casa) 4-5 testi, abbastanza recenti, interessanti. Se nel frattempo c’è chi vuole “sgravarmi” di questo lavoro… il campanello è lì: posare il dito su “invia il commento”. Grazie (db)
Un aggiornamento (dicembre 2012) che mi pare assai utile.
E’ appena uscito “Trasformare il maschile”, volume generato in un anno di lavoro collettivo dal gruppo Trasformazione che si occupa di pedagogia, didattica e formazione all’interno di Maschile Plurale.(La parte del ricavato delle vendite spettante agli autori sarà devoluta all’associazione Maschile Plurale per coprire le spese delle sue attività).
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Trasformare il Maschile
Nella cura nell’educazione nelle relazioni
a cura di Salvatore Deiana – Massimo Michele Greco
Assisi, Cittadella Editrice, 2012
16 Euro
Per acquistarlo online:
http://www.cittadellaeditrice.com/index.php?content=scheda&id=752
Questo volume vuole partecipare al dibattito ormai aperto in ambito pedagogico su se e come educare un essere umano a vivere anche in termini di genere, partendo dall’idea che sia poco naturale e spontaneo il vivere come maschi e come femmine, ma che pure in questo ambito siamo in larga parte costruiti dalle culture e dalle società. Il libro riserva un’attenzione e un approfondimento particolari nei riguardi degli uomini, coinvolti come attori o come destinatari – bambini e adulti – della formazione/educazione/cura. È uno spazio per alcune voci maschili – tra cui un padre, un maestro di scuola, un educatore, un volontario ospedaliero, un formatore in ambito sportivo, uomini impegnati contro la violenza maschile sulle donne – a partire dalle proprie esperienze, perché, al di là dei momenti di teorizzazione o di governo, la presenza maschile nei luoghi di educazione e di cura è sempre più numericamente minoritaria ma può essere, forse anche per questo, originale e portatrice di trasformazione.
Indice
Prefazione, Barbara Mapelli
Introduzione, Salvatore Deiana – Massimo Michele Greco
Cornice, quadro, particolare di una prospettiva formativa
Il genere come questione pedagogica, Salvatore Deiana
Perdere potere, guadagnare autorità. A confronto con la dipendenza pedagogica del maschile, Salvatore Deiana
Cura e corporeità nel maschile, Massimo Michele Greco
Testimonianze alla prima persona singolare maschile
Di figlio in padre in figlio. Un itinerario riflessivo per crescere come genitori, Marco Deriu
La scuola, un uomo e l’infanzia. Perché e come faccio il maestro, Carlo Bellisai
La forza imprevista della dolcezza. Perché e come faccio l’educatore, Giacomo Mambriani
Che ci faccio qui? Un percorso maschile nel volontariato ospedaliero, Mario Simoncini
Esperienze e pratiche di cura di sé e delle relazioni
Riconoscersi tra donne e uomini. Un’amicizia politica a Milano contro la violenza maschile sulle donne,Alessio Miceli
La verità ci farà liberi. Critica del patriarcato e conversione personale nell’esperienza del gruppo piemontese Uomini in Cammino, Beppe Pavan
Uomini che scrivono di sé. Pratica autobiografica maschile e cura di sé, Massimo Michele Greco
Formare maschilità presenti e future
Un esperimento didattico a più generi. La Campagna del Fiocco Bianco nelle scuole di Bologna, Sandro Casanova e Gianluca Ricciato
La violenza maschile sulle donne: agire in prevenzione. Il Cerchio degli Uomini di Torino e le sue attività orientate al cambiamento, Roberto Poggi
Non è un gioco per signorine. Le identità maschili nelle prassi educative del calcio giovanile, Ludovico Arte
Salvatore Deiana – Ricercatore e docente di Pedagogia presso la Facoltà di Studi Umanistici dell’Università di Cagliari. Si è occupato dell’interpretazione in chiave pedagogica dell’ermeneutica filosofica di Hans Georg Gadamer in numerosi saggi. Studia ora la cura educativa in relazione alle differenze di genere, con particolare attenzione al maschile. Partecipa all’associazione Maschile Plurale.
Massimo M. Greco – Infermiere coordinatore, laureato in Educazione degli Adulti e Formazione continua. Insegna Pedagogia generale e sociale nella Laurea magistrale in Infermieristica, Università La Sapienza di Roma. Partecipa all’associazione Maschile Plurale. Per la FrancoAngeli, ha pubblicato come curatore Lettere dal Silenzio. Storie di accoglienza e assistenza sanitaria per donne che hanno subito violenza.
http://www.maschileplurale.it/cms/index.php?option=com_content&view=article&id=658:-nov-2012-qtrasformare-il-maschileq-a-cura-di-sdeiana-e-mmgreco&catid=55:qho-lettoq&Itemid=50