Missione compiuta (già?) – by Pabuda
la faccenda ferale, finale, esiziale
non l’avevo mai considerata
da questo punto d’osservazione
– il che, già lo so, mi costerà
qualche punto
in classifica finale –
ma ormai è tardi,
non posso farci niente.
il punto è il seguente:
giacere all’umido calduccio
della fossa cimiteriale
sarà un segnale
che tutto da solo
dovrò interpretare
nella corretta maniera:
grosso modo, il segnale mi dirà:
“la vita non è più incompleta:
giovanotto, la missione,
che ti sia piaciuta o meno,
è stata portata a compimento
nei tempi stabiliti”.
al di là del punteggio,
tanta puntualità sarà già
una bella soddisfazione.
non poter raccontare la missione
rimarrà l’unica seria delusione:
punto
grazie Pabuda
nella tua solita forma paradossale-blues butti lì questioni che noi (almeno in questa parte del mondo) preferiamo non discutere e/o delegare ai soli – che è aggettivo non sostantivo – rappresentanti delle religioni organizzate.
Sono seccato come te da non poter “raccontare la missione compiuta” e così mi sto convincendo che no, invece: in qualche parte degli universi, in qualche linguaggio che ora non conosciamo, in qualche forma di vita (magari non fra quelle terrestri e/o visibili) noi raccontiamo anche “dopo”.
Altrimenti perchè ogni tanto (a esempio 7-8 volte nella mia non breve vita) una nuvola, un suono, un albero verrebbe a prenderci in giro, a incoraggiarci, a sussurrarci storie, a farci godere? (db)