Morire mentre si lavora a 60 anni o 70 anni

Carlo Soricelli aggiorna la tragica lista delle persone morte a novembre. Fra loro troppi anziani, costretti a lavorare, come mostra la storia “esemplare” di Giorgio Canetti… L’Osservatorio di Bologna chiede aiuto per realizzare due progetti: un docufilm e una “piramide” per non dimenticare.

loredana abbonizio

Il mese si conclude con oltre 100 morti complessivi, 72 di questi sui luoghi di lavoro. Quello che colpisce di più è la terribile sequenza di donne che sono morte in itinere, 5 negli ultimi 5 giorni, già più di 100 le donne morte dall’inizio dell’anno. Nelle fotografie due di loro: Loredana Abbonizio (a destra) e Benedetta Tralli (qui sopra)

Arriviamo a contare al 30 novembre 1355 morti complessivi.

Giorgio Canetti aveva 64 anni quando è morto per infortunio sul lavoro.

di Carlo Soricelli (26 settembre 2025)

Nessuno ha scritto di lui sui giornali, nessun titolo, solo alcuni trafiletti nella cronaca locale. La sua è la storia di tanti che non fanno notizia. È successo a Busto Arsizio: stava aiutando un amico imbianchino, era salito su una scala malferma per tinteggiare una stanza. È bastato un attimo: la caduta, l’impatto, la fine. qualche anno fa aveva perso il lavoro. La fabbrica in cui era rimasto per più di vent’anni aveva chiuso i battenti. Troppo vecchio per essere riassunto altrove, troppo giovane per la pensione. Gli mancavano sei anni. Così aveva iniziato ad arrangiarsi: piccoli lavori in nero, faticosi e pericolosi, proprio quelli che un tempo raccomandava ai giovani di non accettare. Giorgio aveva sempre lavorato. Da ragazzo era rimasto fermo qualche anno: prima il militare, poi una fabbrica in crisi. Ma non si era mai arreso. In reparto era conosciuto per la sua generosità: aiutava i colleghi, difendeva i precari, diceva a tutti di non farsi mettere in pericolo. Poi, alla fine, toccò a lui farlo. Credeva nelle promesse di chi diceva di voler abolire la Legge Fornero, l’aveva fatto anche con Salvini e l’aveva anche votato per questa promessa. Ci aveva creduto due volte, e due volte era stato tradito: l’età per andare in pensione era addirittura aumentata. Alla fine si era rassegnato: contava solo di arrivare vivo alla pensione, anche se con meno contributi. Intanto i figli, Alessia e Riccardo, si erano sistemati, la moglie si arrangiava anche lei con lavoretti saltuari, anche a lei mancavano anni di lavoro, soprattutto perché aveva voluto crescere lei i due figli. Per fortuna l’appartamento di proprietà li salvava dall’affitto. Quando morì, Giorgio tutti pensarono: “Almeno lassù sarà accolto bene”.

«Ho cresciuto due figli, non ho mai tradito mia moglie, aiutavo sempre i più deboli, spesso alla domenica andavo a messa». Sul portone del Paradiso, San Pietro l’avrebbe guardato severo: so chi sei ma dimmi pure…

«Sono Giorgio Canetti, morto sul lavoro. Mi fai entrare?».

E San Pietro gli risponde: «Eri assicurato all’INAIL? Pagavi i contributi?». «No… non avevo più uno stipendio, ma li ho versati per una vita».

«Allora non sei tra i morti sul lavoro. Per lo Stato e INAIL non esisti. Ti lascerò in Purgatorio fino a quando non avrai scontato gli anni che ti mancavano per andarci».

Il 30% di chi muore sul lavoro in Italia non risulta nelle statistiche ufficiali, un terzo dei morti ha più di 60 anni, addirittura il 17% hanno più di 70 anni, costretti a lavorare nonostante l’età per aver perso il lavoro, per avere pensioni che non permettono di vivere decentemente e che si sono decurtate in questi anni: sono i dimenticati, quelli senza copertura, quelli che non contano. E Giorgio Canetti è davvero uno di loro. O forse no.

Nel 2025 sono già morti 323 lavoratori over 60 sui luoghi di lavoro (escluso l’itinere) su 962 vittime totali (con l’itinere si superano già 1350 morti complessivi): 159 hanno tra i 61-69 anni.

Un dato sconvolgente: un terzo dei morti (33%) ha più di 60 anni, e quasi la metà degli anziani deceduti supera i 70.

Si muore da vecchi in agricoltura, edilizia, autotrasporto, industria, taglio della legna, ma anche nei servizi, commercio, giardinaggio e perfino per infortuni domestici .
È una vera
strage di anziani, costretti a svolgere lavori pericolosi nonostante riflessi più lenti, vista e udito ridotti e fragilità dovute all’età.

La politica non ha mostrato alcuna sensibilità nel distinguere i lavori pericolosi da quelli non pericolosi, lasciando gli anziani esposti a rischi enormi.
Decisioni come la
Legge Fornero, il subappalto a cascata e l’innalzamento dell’età pensionabile hanno contribuito a una strage aumentata del 15% in tre anni.

Giorgio Canetti rappresenta i tanti anziani reali: senza lavoro e senza pensione, costretti ad accettare impieghi rischiosi, spesso in nero.

Con «Non vi farò dimenticare» voglio denunciare una pagina oscura della nostra società: non si può morire così, a 60 o 70 anni, lavorando.

Chi vuole può contribuire alla realizzazione del docufilm dell’Osservatorio “Non vi farò dimenticare” e alla piramide commemorativa, dove saranno ricordati, con le loro foto, centinaia di lavoratori e lavoratrici morti sul lavoro.

IBAN IT38I0307501603CC8001169837

Carlo Soricelli dell’«Osservatorio di Bologna Morti sul Lavoro»,

attivo dal 1° gennaio 2008
http://cadutisullavoro.blogspot.it

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