Nazim Hikmet «Le sei del mattino»

318esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)

Le sei del mattino.


Ho aperto la porta del giorno ci sono entrato
ho assaporato
l’azzurro nuovo nelle finestre
le rughe della mia fronte di ieri
sono rimaste sullo specchio

sulla mia nuca una voce di donna
tenera peluria di pesca
e le notizie del mio paese alla radio

vorrei correre d’albero in albero
nel frutteto delle ore

verrà il tramonto, mia rosa
e al di là della notte
mi aspetterà
spero
il sapore di un nuovo azzurro.

[da «Poesie d’amore», traduzione di Joyce Lussu]

Per ricordare Nazim Hikmet (nel 2020, cinquantenario della morte) la “bottega” ha chiesto a Pierpaolo Piludu di postare il testo dello spettacolo da lui scritto – nel periodo della guerra del Golfo –  dove racconta la vita di Hikmet e il dramma dei curdi; vedi Il più bello dei mari

(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana i versi da regalare alla “bottega”… Perciò ci rivediamo qui il prossimo sabato.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Lirico, struggente,emozionante(“…vorrei correre di albero in albero nel frutteto delle ore…” Che magnifica metafora!), ho di questo poeta un ricordo remoto risalente forse alle scuole medie, un anno che ebbi un prof ‘illuminato’.

    Grazie per averlo proposto

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