New York: buone notizie … per l’Italia

Zohran Mamdami è (sarà?) il nuovo sindaco. Così “prevede” db, d’intesa con un profetico libro di Altraeconomia, appena uscito.

Che scommessa fare uscire a ottobre «Zoran sindaco a New York per l’uguaglianza» (176 pagine per 16 euro) quando le elezioni si tengono a novembre. Soprattutto per un piccolo editore come Altreconomia. Molto allettante il sottotitolo: «Lezioni per le Comunali italiane».

In effetti nel libretto – senza firma,dunque si intende del collettivo di Altreconomia – non si legge mai che ZM ha vinto. «Quasi certa elezione» ci si sbilancia e si citano i sondaggi.

Allora anche io mi faccio contagiare dall’ottimismo, come se ZM fosse già diventato il nuovo sindaco della Mela (a volte magica, altre stregata).

PERCHé ZM HA VINTO

Impensabile che a vincere prima le Primarie e poi le elezioni a sindaco fosse un «giovane candidato socialista… musulmano, di origini afro-indiane e democratico socialista della scuola di Bernie Sanders». Tutto quello insomma che Trump detesta: persino peggio di Obama – per chi è a destra – il quale non ha mai sognato di dirsi “socialista”.

Come, quando, dove, perchè ZM ha vinto il libro lo racconta benissimo. Mentre Trump fa le prove di “guerra civile” dentro gli Usa mandando le truppe nelle «città ribelli», ZM parla di «nidi pubblici gratis per bambine/i da 6 settimane a 5 anni» (una rivoluzione negli Usa), di «congelamento degli affitti sulle unità abitative a equo canone» (altra bestemmia), della campagna «free and fast public bus» (che ha già avuto un programma pilota nello Stato, per una sua proposta). Un tridente, come è stampigliato nella campagna elettorale.

Ma subito si arriva a 7 con altre 4 proposte importanti.

«La prima è quella del salario minimo a 30 dollari l’ora».

«Sostenere la sanità di prossimità, in particolare per i residenti LGBTQIA+ (il 5 per cento della popolazione» è la seconda.

Con la terza proposta siamo davvero dalle parti del socialismo o se preferite della negazione del “libero mercato”. Mamdani vuole creare «spacci alimentari comunali che vendano beni a prezzi calmierati».

La quarta proposta è «abolire le tasse per accedere a CUNY, la City University of New York, sistema universitario di buona qualità».

Chi vuole conoscerle più in dettaglio non ha che da prendere questo scorrevole libretto.

Si immagina già un’obiezione: demagogia pura, libro dei sogni, dove mai si potrebbero prendere i soldi? ZM ha risposto e fatto i conti in pubblico. In gran parte la risposta è semplice: «tassando i ricchi». Stime forse un pochino ottimiste – ammette Zohran con il suo famoso sorriso – e spiega su quali altre ipotesi lavora, con uno staff di quasi tutta gente giovane, per trovare nuove entrate e/o risparmi.

C’è molto altro. Leggetelo.

Ovviamente il libro racconta anche la campagna elettorale concreta: sui social certo, con idee nuove per comunicare ma soprattutto con lunghissime camminate nelle vie di New York non per il solito rito di “stringere la mano” ma per ascoltare le persone, far conoscere loro il programma elettorale, sentire se ci sono obiezioni, perplessità, altre idee.

Ha contato che «Zohran» (il cognome non viene quasi mai citato) sia bello? Certo ma non sembra essere stato un elemento decisivo se non per predisporre all’ascolto di “quel tipo con la faccia nuova” che fa battute divertenti (mai volgari o idiote) e tira fuori proposte concrete dalla parte della gente… anzichè dei ricchi.

Le ultime 34 pagine del libro sono intitolate «La lezione di Zohran per le comunali italiane del 2027». Qualcosa si intuisce da ciò che abbiamo fin qui scoperto con la vittoria di ZM, ma bisognerà ragionarci su.

Ora champagne, senza esagerare.

NOTA PER CINEFILI: la madre di ZM è «l’acclamata» regista indiana Mira Nair.

NOTA PER CALCIOFILI: nel suo liceo ha fondato la prima squadra di calcio.

NOTA PER PANAFRICANISTI e/o AFRO-CURIOSI: il suo secondo nome è Kwame… come Nkrumah, «presidente del primo Stato a decolonizzarsi in Africa, il Ghana nel 1957».

Siccome la prudenza non è mai troppa, se ZM perdesse … domani notte sotto questo articolo ne comparirà un altro (sempre mio) un po’ diverso: Perchè la lezione di Zohran è importante per l’Italia… anche se a new York non ha trionfato. Invece di champagne berrò un caffè con succo di limone come punizione per il mio estremismo “infantile”.

RedAz bottega
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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