Oggi 12 dichiarazioni d’amore…

… ai libri: 3 – (come mescolare autori e yogurt)
di Christiana De Caldas Brito (*)
Il racconto parla di Gesualdo, un giovane critico letterario che scrive delle recensioni per la rivista «Letteratura Oggi». Il padre di Gesualdo ha sempre avuto una grande passione per la letteratura (in modo speciale per il Verga) e realizza il suo sogno di scrivere attraverso il figlio. Il lettore immagina, giustamente, che a Gesualdo forse sarebbe piaciuto fare altro.
Gesualdo frequenta la biblioteca del quartiere ed è innamorato di Glicina, la bibliotecaria. Estremamente timido, non ha il coraggio di avvicinarsi alla ragazza. Passa i giorni in biblioteca. Oltre a guardare Glicinia, scrive le sue recensioni e … divora i libri. Il problema però è che li divora letteralmente: estrae le pagine dei libri e le mangia. (Espressione di rabbia?). Il guaio non finisce qui: la sua digestione letteraria gli provoca terribili rutti. A volte rigetta parole, a volte, interi paragrafi.
Un giorno, spinto da un inusitato coraggio, Gesualdo chiede a Glicinia di uscire con lui. La ragazza accetta. A poco a poco, cominciano a vedersi regolarmente. Glicinia, si mostra estremamente comprensiva verso il disturbo del giovane ed elabora un piano per liberarlo. Gli propone di prendere una vacanza dall’attività di critico letterario e, durante l’estate, lavorare nella yogurteria di suo cugino Alberto. in Trastevere.
La storia è raccontata da Gesualdo. Vi propongo l’ultima parte.
«Senza capire il piano di Glicinia, iniziai a lavorare da Alberto. La sua yogurteria sembrava una piccola libreria, solo che invece di libri, sulle mensole c’erano contenitori di yogurt.
Se qualcuno mi avesse detto che con grembiule e berretto immacolatamente bianchi, quella stessa settimana sarei stato a lavorare in una yogurteria, non ci avrei creduto. Mi vedevo trasformato in un bianco-yougurt-ecologico-magro-naturale.
Non ero molto entusiasta del nuovo lavoro ma dopo qualche giorno avevo imparato a consigliare lo yogurt giusto a ogni cliente.
Due settimane erano passate. Proposi ad Alberto di dare dei nomi agli yogurt. Ricevuto l’ OK, cominciai a divertirmi.
“Signora, prenda il Madame Bovary, dal gusto soave, il Moby Dick è troppo grasso per lei. E voi, ragazzi, permettetemi un suggerimento: lo Zanna bianca, è yogurt purissimo!”
I più grandi successi erano gli yogurt mescolati: quello di due gusti, il Guerra e Pace, e quello di crema, cioccolata e pistacchio, I Tre Moschettieri al quale si poteva aggiungere un quarto gusto dato che i tre erano quattro.
File e file di persone venivano a prendere gli yogurt letterari. Alcuni erano stagionali come il Violette di Marzo che dovrebbe essere servito in primavera; altri tendevano al sapore esotico, tipo La Mia Africa o il Tropico del Cancro. Pochi clienti sceglievano l’Utopia, dal sapore incerto, non definito, mentre i bambini preferivano Cuore, uno yogurt dal gusto tradizionale. Persino il parroco ogni tanto si fermava alla yogurteria per prendere Il Prete Bello.
Glicinia veniva ogni sera. Dopo la chiusura, ci mettevamo seduti, da soli, a mangiare il delizioso yogurt L’Amore nel Palmo della Mano da me creato appositamente per lei.
I guadagni della yogurteria erano triplicati. Non eruttavo più. Non rigettavo parole o paragrafi dei libri letti.
Mangiavo I Tre moschettieri e persino il Moby Dick senza alcuna conseguenza. Feci una prova con Guerra e Pace: tolsi la Pace, mangiando solo la Guerra. Non eruttavo più.
“Il mio piano ha funzionato” esultava Glicinia.
Alberto rimase male quando gli partecipai che stava per scadere il mio tempo di lavoro. A dire la verità, ero triste anch’io. Triste di lasciare la mia biblioteca di yogurt. Non ero mai stato così felice, ma Letteratura Oggi mi aspettava. Il capo redattore mi aveva inviato una mail con l’elenco di otto libri da recensire.
La mattina dopo, andai in biblioteca e iniziai a leggere il primo degli otto libri. Glicinia mi guardava con una certa ansietà.
Scrissi la recensione. Lasciai la biblioteca per andare a consegnarla al capo.
Avevo mangiato solo quattro pagine del libro recensito ma non mi sentivo bene. Gironzolai per le strade, senza meta. Tornai in biblioteca. Mi avvicinai al bancone dov’era Glicinia. Mi uscirono tre rutti altisonanti. Lei mi guardò: “Allora? Il mio piano non è servito a nulla?”.
Mi ci son voluti due secondi, forse uno solo per iniziare un’accelerata corsa che mi portò in Trastevere. Nella yogurteria, Alberto stava servendo lo Zanna Bianca a due ragazzi. “Gesualdo!” mi gridò “che fai da queste parti?”. Gli risposi: “Indovina un po’” . Lui mi guardò con aria di chi non sa cosa dire, però quando mi vide mettere il berretto e il grembiule, non gli restò alcun dubbio.

Tre mesi dopo, creai I Promessi Sposi, a forma di libro, di puro yogurt naturale, che Glicinia e io abbiamo divorato insieme agli amici venuti a festeggiare il nostro matrimonio. C’era pure mio padre. Dopo qualche bicchiere di vino e due assaggi de I Promessi Sposi, papà affermò che quella torta era la miglior cosa che io avessi mai scritto.
(*) La Giornata mondiale del libro è un evento nato spontaneamente in diversi luoghi (tradizionalmente in Catalogna) e dal 1996 patrocinato dall’Unesco: la data scelta è il 23 aprile ma in qualche caso con manifestazioni che durano per un mese, cioè fino al 23 maggio. Noi abbiamo deciso di ricordarlo in blog – con una pioggerellina di post, uno ogni due ore – proprio oggi per suggerire che un giorno va bene, un mese è meglio ma se «continua» tutto l’anno è “meglissimo”. Fra gli impegni credibili che ognuna/o potrebbe prendersi c’è l’organizzare ogni tanto presentazioni di libri e/o letture collettive oppure calendarizzare (una volta al mese?) di prestare o regalare un “vecchio” libro amato non a qualche persona che abitualmente legge ma a chi di solito non frequenta librerie e biblioteche. Se ci sono altre idee fatevi sentire. (db)

Redazione
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