Oggi 12 dichiarazioni d’amore…

ai libri: 1 – Gioconda Belli

di David Lifodi (*)  

«Sono stata due donne e ho vissuto due vite» afferma Gioconda Belli quando parla de «Il paese sotto la pelle», che rappresenta per lei una sorta di biografia sdoppiata fra la militanza nel Frente Sandinista e quella di donna che, al tempo stesso, cerca di occuparsi della famiglia.

«Il paese sotto la pelle» è il suo Nicaragua, soffocato dalla dittatura della dinastia dei Somoza e contro cui Gioconda lotta in un crescendo di emozioni in cui la vita privata e quella pubblica «si incontrano magicamente nell’amore e nella guerriglia». La più conosciuta scrittrice del Nicaragua racconta dei suoi contrasti interiori, che vive sia tra gli ideali di libertà e giustizia sociale (finendo spesso per scontrarsi con i rigidi dogmatismi della guerriglia) sia con la propria famiglia che, appartenendo all’alta borghesia di Managua, non appoggerà fino in fondo la sua scelta. Non a caso la scrittrice si identifica nella giovane Lavinia, protagonista de «La donna abitata», l’altro romanzo sandinista di Gioconda Belli, per molti aspetti autobiografico. Lavinia è una giovane architetta di buona famiglia che, stanca della vita fra i circoli d’elite di Faguas (una città immaginaria che prende il nome da fuego e agua), entra in contatto con la lotta armata diventando protagonista dello scontro finale con il “Grande Generale”, nella realtà il dittatore Anastasio Somoza.

Gioconda paga in prima persona tutte le sue difficili decisioni: l’esilio in Costarica, gravidanze avventurose nel periodo di maggior impegno contro la dittatura, la perdita di tanti suoi compagni sandinisti. Riesce però a trovare sempre il coraggio e la capacità per mantenere una autonomia di pensiero invidiabile che la porta a far emergere una prospettiva femminile nella lotta politica, nonostante un marcato maschilismo finisca per prendere la meglio all’interno del Frente Sandinista. Il Felipe con cui Lavinia ha una storia d’amore ne «La donna abitata» (e che poi morirà durante un’azione armata) la farà entrare nella guerriglia ma a malincuore, cercando spesso di relegarla ad attività di retroguardia. In calce a «La donna abitata» si trova una breve intervista all’autrice, che si definisce «una femminista latinoamericana di tipo duttile, che tende a includere gli uomini, più che a escluderli». Il problema, osserva amaramente Gioconda Belli, è che «oggi molte donne che hanno acquistato potere l’hanno ottenuto camuffandosi da uomini e secondo regole maschili»: basti pensare, proprio per rimanere in Nicaragua al personalismo di Daniel Ortega e della moglie Rosario Murillo.

«Il paese sotto la pelle» non è semplicemente il romanzo della rivoluzione sandinista, ma rappresenta soprattutto i sentimenti, le passioni e gli ideali di una donna che incarna tutta la femminilità centroamericana, a partire da Itzá, la donna-albero e guerriera indigena de «La donna abitata», che rivive in e attraverso Lavinia ed è una degna interprete della lotta dei popoli precolombiani.

Gioconda Belli, «Il paese sotto la pelle», Edizioni e/o, Roma, 2002

Gioconda Belli, «La donna abitata», Edizioni e/o, Roma, 1999

(*) La Giornata mondiale del libro è un evento nato spontaneamente in diversi luoghi (tradizionalmente in Catalogna) e dal 1996 patrocinato dall’Unesco: la data scelta è il 23 aprile ma in qualche caso con manifestazioni che durano per un mese, cioè fino al 23 maggio. Noi abbiamo deciso di ricordarlo in blog – con una pioggerellina di post, uno ogni due ore – proprio oggi per suggerire che un giorno va bene, un mese è meglio ma se «continua» tutto l’anno è “meglissimo”. Fra gli impegni credibili che ognuna/o potrebbe prendersi c’è l’organizzare ogni tanto presentazioni di libri e/o letture collettive oppure calendarizzare (una volta al mese?) di prestare o regalare un “vecchio” libro amato non a qualche persona che abitualmente legge ma a chi di solito non frequenta librerie e biblioteche. Se ci sono altre idee fatevi sentire. (db)

 

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