Omicidi commessi da minori in aumento. Anzi no
di Danilo Tosarelli
Qualche giorno fa a Milano è accaduto un fatto terribile.
5 giovani, tra i quali 3 minorenni, hanno malmenato e poi accoltellato un ventiduenne ancora grave.
Risulta persino banale riferire che tutto ciò è accaduto per rubargli 50 euro, ma è stato un pretesto.
Ormai non si parla d’altro nelle trasmissioni televisive e nelle strade. Ma sono stufo dei soliti discorsi.
Sono da sempre insofferente alle bugie. L’incompetente a volte racconta bugie, ma è solo un servo sciocco.
Ma quando la bugia proviene dalla politica o dalle istituzioni diventa necessario alzare le antenne. Eccome.
La controinformazione nasce con lo scopo di tutelare, affinché queste strumentalizzazioni non deformino la realtà.
Queste bugie sono un attacco alla buona fede dei cittadini e nel tempo diventano un autentico lavaggio del cervello.
Il 25 febbraio 2025 il Corriere della Sera dedica un’intera pagina a un rapporto fornito dal ministero dell’Interno.
Il Servizio Analisi Criminale del Dipartimento di Polizia del ministero degli Interni riporta dati importanti e preoccupanti.
«In italia sempre meno omicidi, ma triplicano i killer minorenni. I bulli si trasformano in killer spietati. Da Milano a Napoli».
Il giorno prima ANSA aveva titolato: «Boom di minori autori di omicidi. Raddoppiano le vittime». Sono titoli da vero incubo.
Maranza, baby gang, baby killer. Una sequenza di vocaboli di recente coniazione, che creano inquietudine e paura.
Baby killer. Un termine che crea sgomento. Perchè riesce a convogliare angosce esistenziali e inquietudini generazionali.
Come può un adolescente diventare un assassino? Credo che a questa domanda, un genitore faccia fatica a rispondere.
Sono d’accordo su quanto asserisce la psicologa e criminologa Roberta Bruzzone ma per me il disagio sociale ha un ruolo.
«Non esistono famiglie immuni dal fallimento educativo, solo perchè vivono in quartieri benestanti, i genitori hanno un buon lavoro e si frequentano le scuole giuste. Dietro questa nuova generazione che sta dimostrando derive violentissime, c’è un fallimento genitoriale. Un fallimento collettivo, che si radica nell’incapacità di vedere il disagio e di porre limiti. Il male non nasce nel disagio sociale, nasce dalle famiglie che non vedono, non ascoltano, non guidano».
Nel rapporto della Criminalpol: «La percentuale dei minorenni autori di omicidio in Italia è quasi triplicata in un anno».
I dati dicono che nel 2024 gli omicidi commessi da minori si attestano all’11% del totale. Nel 2023 erano il 4%. Triplicati.
Questa verità, considerata incontrovertibile, ha alimentato per settimane il dibattito.
Il Governo ha parlato della necessità di contrastare questa emergenza con mezzi eccezionali. E’ davvero un’emergenza?
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi il 19/3/2025 risponde ad un’interrogazione parlamentare, confermando i dati sopracitati.
Nel 2024 i minori segnalati per omicidio volontario sono stati 35 su un totale di 330. Nel 2023 erano stati 13. Una conferma.
Peccato che solo pochi giorni fa il Sole 24 ore abbia pubblicato i dati riguardanti la criminalità in Italia. Cosa si scopre?
Stilato con il ministero dell’Interno: «Gli omicidi commessi da minorenni nel 2023 sarebbero 25 e nel 2024 sarebbero 26».
Tutto ciò smentirebbe l’allarme dei dati forniti dal ministro Piantedosi. Non è vero il dato sugli omicidi commessi dai minori. Non è vero che nel 2024 siano triplicati rispetto al 2023 e quindi si è creato un allarmismo ingiustificato. E’ tutto casuale?
Sono dati sui quali si costruiscono campagne mediatiche, allarmi sociali, torsioni legislative e iniziative straordinarie.
Sono elementi che modificano le percezioni individuali e collettive. L’immaginario collettivo si plasma proprio così. E’ vero?
Sono informazioni pregnanti che possono modificare le politiche pubbliche e produrre sostanziali cambiamenti di cultura.
Cosa davvero sappiamo sulla criminalità minorile? C’è consapevolezza sulle dinamiche devianti delle giovani generazioni?
Negli ultimi anni abbiamo smesso di interessarcene. La colpa è solo dei giovani che non sono in grado di stare alle regole?
Invece dovremmo avere il coraggio di ammettere che i giovani sono lo specchio di cosa stiamo diventando. E l’esempio?
Ci crogioliamo nei luoghi comuni, illudendoci che ai nostri figli o nipoti non possa capitare nulla, ma la realtà è un’altra.
Nel 2024 i minori segnalati sono stati 38.247. Rispetto al 2023 sono il 16% in più. Rispetto al pre-Covid sono il 30% in più.
Sentiamo cosa dice Roberto Cornelli, professore ordinario di criminologia all’ Università degli Studi di Milano. La sua esperienza vale.
«Vorrei essere chiaro. Non sto affermando che in Italia non ci siano problematiche vecchie e nuove riguardanti i giovani e la questione criminale. Sostengo invece che la società e la politica facciano fatica a vedere queste problematiche, perchè si è come avvolti da “un banco di nebbia” formato da visioni allarmistiche ed emergenziali che non consentono di mettere a fuoco problemi e priorità».
Naturalmente, chi vuole speculare su questi fenomeni sociali di grande rilevanza non ha voglia di rimboccarsi le maniche.
Molto più facile far prevalere la superficialità e la strumentalizzazione, cercando di tradurla in consenso elettorale. Bestie.
Prevalgono i luoghi comuni che diventano veri nella misura in cui tutti, a tutti i livelli, li ripetono. Che rabbia.
Servono analisi, dati certi? Questo governo preferisce mettere in campo politiche di sicurezza, spesso inefficaci e dannose.
Non saranno la moltiplicazione delle fattispecie di reato o l’approccio puramente punitivo a migliorare la situazione esistente.
L’intervento deve essere a 360 gradi, perchè vanno affrontati ed interpretati fenomeni sociali assai complessi. Quella è la strada.
Come mai , nonostante l’inasprimento delle pene, la microcriminalità invece di diminuire aumenta? Il ministro Nordio lo sa?
Quanto è stato fatto e quanto si è disposti a spendere per dare gambe alla tanto nominata e poco ricercata prevenzione?
Per me rimane essenziale il valore dell’esempio. Solo dando un buon esempio c’è speranza che le cose possano migliorare.
Mi sento di dire che il governo Meloni non dà un buon esempio. Parla bene e razzola male. Basta nominare la Santanchè.
Posso aggiungere che anche il caso Almasri ha rivelato l’indecenza? I ministri Nordio e Piantedosi non subiranno processi.
E stiamo parlando del ministro della Giustizia e del ministro dell’Interno. Indagati, ma il Tribunale dei Ministri archivia.
In compenso, questo Governo sceglie di criminalizzare il sempre più ampio disagio sociale. Anche chi protesta deve pagare.
Dall’altra parte, chi comanda si preoccupa di garantire privilegi ed anche “assoluzioni” a chi è già potente e già tutelato.
Ho fatto alcuni esempi clamorosi, ma la lista potrebbe essere più lunga. Esponenti di rilievo dell’economia e della politica.
Non vi nascondo, che quando mi capita di confrontarmi con qualche appartenente alla Generazione Z sono in difficoltà.
Questi giovani hanno di fronte a loro un futuro sempre più precario e molto parco di speranze. Quali sono i loro riferimenti?
Se questo è l’esempio che le nostre istituzioni sanno mettere in campo, temo che assisteremo a tempi sempre più bui.
