Pabuda: «Panico nel Transatlantico»

Il meglio del blog-bottega / 203…. andando a ritroso nel tempo (*)

sembra serpeggiare

il panico

laggiù, in Transatlantico.

giornalisti pigrissimi

certuni già alticci –

si guardano attorno, spersi

e non trovano

certe facce abituali:

brutti ceffi, ganzi noti,

loschi figuri lisi,

ma adusi,

esperti, solerti e abituati.

al cesso, invece,

incontrano degli sconosciuti

che non san rispondere alle domande,

alle strizzate d’occhio, agli ammiccamenti.

e – soprattutto – ‘sti novizi se ne stanno confusi,

in soggezione e imbambolati

di fronte ad alcuni modernissimi strumenti

(mai visti, per dire, quando ti fermi a pisciare

all’autogrill!): come quelli

per razionare colatine di sapone liquido ma denso

come il moccio del naso.

addirittura, si spaventano con quegli aggeggi

che sputano aria calda o caldissima:

mica immaginano che servono soltanto

a seccar mani pulite e umidicce!

alla buvette, insomma…

all’onorevole taverna dei deputati,

sbracati, per terra distesi

tra i tavoli rovesciati le cicche le cartacce

rimangono

dei leader ben navigati

che, nonostante il puzzo di birra marcia

che impregna la moquette i divanetti e le pareti

degli ambigui separés,

s’imbarcano – come ai vecchi bei tempi –

nell’elaborazione ed esternazione

di raffinate tattiche e audaci strategie.

quando li si interroga al riguardo

risultan poco comprensibili:

ma non è il politichese stretto il problema:

son quei rutti, quei singhiozzi, quei singulti

che devastano ogni retorica

rendendola del tutto inintelligibile!

meglio girare alla larga, dice un elegante reporter:

conosco un vecchio bordello,

sgangherato ma economico…

molto più tranquillo e pulito

di ‘sto palazzo del menga!

torneremo più avanti,

quando sarà passata

a tutti quanti – secondo i casi –

la sbronza e la cagarella.

(*) Anche quest’anno la “bottega” ha recuperato alcuni vecchi post che a rileggerli, anni dopo, sono sembrati interessanti. Il motivo? Un po’ perché quasi 16mila articoli (avete letto bene: 16 mila) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi. E un po’ perché nel pieno dell’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda ma valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto di ritrovare semi, ponti, pensieri perduti… in qualche caso accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente: con le firme più varie, stili assai differenti e quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – lo speriamo – caratterizza questa blottega, cioè blog-bottega. [db]

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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