Patriarca è chi patriarca fa
Testo, immagini e link da chiedoaisassichenomevogliono
“Gli uomini ogni volta mettono un tale impegno, nel farti sentire una puttana, e naturalmente un impegno del tutto inconscio, ed è qui che essi vincono.” (Il taccuino d’oro, Doris Lessing)
https://youtu.be/IF6q6XKKrik
C’è precisamente la misura dell’epifenomeno, che sa di morte a fasci tra donne che fecero solo un errore, scappò loro di dire “no”. Che vuol dire che a morte annunciata corrisponde solo apice di piramide di tanti “si” estorti, silenzi pretesi ed ottenuti a mezzi di sopraffazione, di annichilimento per sganassone e parola feroce. Patriarca è colui che pretende soffocamento d’ogni “no” ed anelito di ribellione di donna, ma anche d’ultimo chiunque esso sia, purché miserabile e sofferente. Che di miseria e fragilità il patriarca si nutre, gode a misura colma, pure quando si veste da donna ma non parve adesione la sua ad universo femminino, che quello è senza piramide. Detto universo è sempre senza gerarchia di patriarca, e donna che vi aderisce a forma incondizionata fa tradimento di sé stessa. Ma detto patriarca è violento sempre, a fatto che non ama piccolissima particella che è «no», tanto poco la ama se viene da donna, altrettanto meno da chi non ha ricevuto invito a suo banchetto esclusivo, che parve orgia e basta. «Le donne tengono insieme le cose, favoriscono i nostri importanti appuntamenti coi grandi eventi con le loro multiformi attività, così umili che, interrogate alla fine della giornata su quello che hanno fatto, spesso rispondono: Oh, niente.» (Doris Lessing)
Forse ci fu e c’è pure qualche uomo che fece lo stesso, ma egli è ribelle, è marginale, evaso da carceri di patriarcato, conta quanto due di coppe con briscola a denari. Perché davanti a fatto efferato donna dice «basta», uomo inveisce, che pare a preoccupazione che fu sgamato, e urla «taglia il coso, lavoro forzato», e cose così.
https://youtu.be/DtJzr1Wcy_s
E piccolo omaggio farei a donna, che non è nemmeno 8 marzo, nemmanco mi ci avvicino, poi faccio a cosparsa di capo di cenere conto mio, conto terzi.
«A 17 anni e basta, fu presa dal mafioso Melodia, che agì con aiuto di dodici amici, tutti di gran coraggio da maschio vero. Franca fu violentata, malmenata, lasciata a digiuno, tenuta segregata per otto giorni; poi, i parenti del fenomeno Melodia contattarono il padre di Franca per la “paciata” e matrimonio riparatore a tanto di rito per parroco dabbene. Padre e madre di Franca giocarono a finta di “che bello” e fecero arrestare la banda. Che legge di repubblica proponeva che il matrimonio era gomma a matita per stupro, altrimenti c’era il “donna svergognata”.
Il giudice Giovanni Albeggiani, per fermo immagine di Franca, fece mannaia sulla banditaglia, ma la leggiastra fu abrogata dopo sedici anni, e altri quindici ne passarono per 1996, che poi stupro è contro persona non contro morale. Eccola Franca, che pure porta per cognome fiore.
“Per me quella vicenda rappresentò una vera e propria disgrazia, ho dovuto attraversare momenti tristi, di sofferenza, è stata un’esperienza decisamente negativa. Ritenni quel gesto non un atto di grande coraggio, ma una normale scelta dettata dal cuore. Feci quello che mi sentivo di fare, furono i media, in seguito, a rendere la vicenda un evento storico.
La gente parla sempre a sproposito, nel bene o nel male, dicevano che mi vendevo le interviste ai giornali per soldi, mi mortificavano con le loro false affermazioni. Ero contenta quando sentivo di altre ragazze che si erano salvate facendo la mia stessa scelta, mi faceva piacere sapere che, anche se indirettamente, ero stata io ad aiutarle. Quella legge era ingiusta e andava cambiata, c’è sempre una prima volta, e io fui quella che diede inizio al cambiamento. Mi sposai e decisi di condurre una vita dedita alla normalità, lontana dai riflettori. Abitai tre anni a Monreale, dove mio marito lavorava, per poi trasferirmi di nuovo ad Alcamo quando ottenne il trasferimento. Abbiamo due figli, uno studia Scienze naturali e l’altro lavora come commercialista. Con loro non abbiamo mai affrontato a pieno la questione, sanno già tutto dagli altri, che mi descrivono sempre come una donna molto coraggiosa.
Mi sono sempre sentita molto serena, come se non fosse mai accaduto niente. Guardo a quei giorni come se avessi seguito bene e da vicino la cronaca che ha visto coinvolta un’altra persona. Per me non è stato facile allora riprendere la vita di tutti i giorni, ma quella scelta fu decisiva. Semplicemente non volevo sposarmi con un uomo che non amavo e preferivo restare tutta la vita da sola piuttosto che farlo. Non fu un gesto coraggioso. Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, come farebbe oggi una qualsiasi donna: ho ascoltato il mio cuore, il resto è venuto da sé. Oggi consiglio ai giovani di seguire i loro sentimenti; non è difficile.”»
https://youtu.be/7bSuCOcL39U