Più informatica e più sangue (di animali)

La rubrica settimanale (con brevi testi e fotomontaggi) di Chief Joseph: 21esimo appuntamento

«Prima occorre sapere che cosa si vuole fare e poi si sceglie il mezzo. Non a caso, nessuno si è mai sognato di proporre un approfondimento relativo all’uso della biro e della matita. Nello stesso modo, l’informatica non è autosignificante e non può prescindere dagli obiettivi che si vogliono raggiungere. Qualsiasi scoperta non può prescindere dai bisogni originali. Nel momento in cui si prescinde da questi bisogni, le tecniche e i linguaggi diventano autogiustificanti, tolgono all’uomo i suoi punti di riferimento e diventano Hal, il computer di 2001 Odissea nello spazio, che si rivolta al suo creatore». Dal libro “Educablob” di Giuseppe Callegari (Erickson 2003): manuale per gli insegnanti e gli educatori.

Peter Assmann, austriaco e direttore di Palazzo Ducale di Mantova, ha programmato una mostra per la prossima primavera con Hermann Nitsch, esponente del Movimento Azionista Austriaco. Si tratta di un artista noto per utilizzare, nelle sue installazioni, litri e litri di sangue di animali e carcasse ancora calde. Fortunatamente, c’è stata una sollevazione che probabilmente riuscirà a far saltare l’evento, nonostante complici silenzi.

L’AUTORE 

Chief Joseph – o se preferite Capo Giuseppe – è stato una guida (militare e spirituale) dei Nasi Forati, un popolo nativo americano. Si chiamava in realtà Hinmaton Yalaktit, che in lingua niimiipuutímt significa Tuono che rotola dalla montagna. Da tempo riceviamo molti contributi alla “bottega” firmati Chief Joseph. Sono fotomontaggi per dialoghi immaginari (spesso volutamente anacronistici) a commentare una notizia o un breve testo. Ci piacciono per l’estrema sintesi e la contrapposizione fra mondi diversi. Così la “bottega” ha chiesto a Chief Joseph di prendersi uno spazio fisso (come hanno da tempo le vignette di Energu) e lui ha accettato: faremo il mercoledì mattina. [db]

 

Redazione
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