Poesia: Faraj Bayraqdar e Billy Collins

304esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)

Visita

Alla fine
a differenza del
solito
il mio amore sorride
al suo nome.
L’universo festeggia
due nuovi cieli
le farfalle indossano ali
di libertà pura.
Grazie dicono i boschi
sciogliendo al vento i capelli.
Grazie dicono i gabbiani
scrollando dalle ali
la stanchezza del primo migrare.
Grazie dicono le onde
eseguendo una danza
su un’aria marina d’amore.
Galoppano i campi di grano
i sogni domano le tempeste
e Dio si raddrizza
sul suo trono.
Alla fine
come al solito
gorgoglia la voce del poliziotto
che annuncia la fine della visita
le finestre del carcere chiudono gli occhi
e le pareti si coprono di
un colore di estremo pudore

Carcere di Sednaya, 26 gennaio 1993

[Faraj Bayraqdar, dalla rivista «Smerilliana», traduzione di E. Chiti]

Sintassi d’inverno

Una frase parte come un viaggiatore solitario
che va verso una tormenta di neve a mezzanotte,
e lotta contro il vento, un braccio a schermare il volto
e i lembi del cappotto leggero che sbattono dietro di lui.

Ci sono modi più semplici per costruire senso,
la conoscenza dei gesti, per esempio.
Si tiene il volto di una ragazza fra le mani come un vaso.
Si prende una pistola dal cruscotto dell’auto
e la si getta dal finestrino nella calura del deserto.
Questi freddi momenti risplendono di silenzio.

La luna piena ha senso. Quando una nuvola le passa davanti
diventa eloquente quanto una bicicletta appoggiata
a una farmacia o un cane che dorme tutto il pomeriggio
in un angolo del divano.

I rami spogli d’inverno sono una forma di scrittura.
Il corpo svestito è un’autobiografia.
Ogni lago è una vocale, ogni isola un nome.

Ma il viaggiatore insiste nella sua fatica,
lotta per tutta la notte nella neve sempre più alta,
lascia un tenue alfabeto di orme
sulle bianche colline sui piani bianchi delle valli,
un messaggio ai topi di campagna e ai corvi di passaggio.

All’alba vedrà il rampicante di fumo
alzarsi dal tuo camino, e quando tremante
sarà davanti a te, rivestito di gelo che brilla,
fra la sua barba di ghiaccioli comparirà un sorriso,
e l’uomo esprimerà un pensiero compiuto.

[Billy Collins, da «A vela in solitaria intorno alla stanza», traduzione di F. Nasi]

(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da oltre 15 anni invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana i versi da regalare alla “bottega”. [db]

 

 

Redazione
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