Quanto poco vale la vita di Antonio Del Cin

Lettera al Presidente della Repubblica per il rispetto dei diritti basilari delle vittime dell’amianto (*)

 

Riportiamo la lettera inviata al Presidente della Repubblica da parte della figlia di Antonio Del Cin, militare della Guardia di Finanza, che ha denunciato la presenza e l’esposizione all’amianto anche dei militari (e non è certo il primo caso, si pensi al processo in corso nei confronti dei vertici della marina militare): nonostante la grave malattia professionale non viene riconosciuto il diritto a un trattamento economico dignitoso e, men che meno, alla individuazione dei responsabili della esposizione sua e degli altri militari.

Ne abbiamo parlato nella iniziativa presso la sede del Senato il 13 maggio 2022

Basta con la giustizia bifronte per le vittime di amianto! – Medicina DemocraticaMedicina Democratica

e continueremo a parlare e ad agire nelle piazze, con i movimenti, i lavoratori/lavoratrici e nelle aule dei tribunali inclusi quelli della ex Montefibre di Acerra.

Montefibre, il dramma degli ex lavoratori: “L’amianto ci ha distrutto, dimenticati dal governo” – alanews

 

Egregio Signor Presidente della Repubblica Prof. On. Sergio Mattarella,

mi chiamo Anna Dal Cin, ho 15 anni e frequento la classe 1AI  Informatica e Telecomunicazioni della scuola secondaria di II grado  dell’Istituto Onnicomprensivo “Giulio Cesare” di Sabaudia (LT).

Le scrivo questa mia lettera aperta nella speranza che possa  rispondermi, perché non riesco a comprendere il motivo per cui, in un  cosiddetto tempo di pace, e si spera resti tale sempre, la vita di un  uomo, quella di mio padre, vale 20.000,00 Euro  (Sentenza del T.A.R. del  Lazio, Sezione Quarta, N. 01995/2022 del 18.02.2022 – Ricorso in  appello al Consiglio di Stato, NRG 202202285, Sezione 2, data di  deposito 17.03.2022).

Sono sconvolta nell’apprendere che alla vita umana possa essere dato  un valore materiale così irrisorio, quando da sempre nelle scuole ci  viene insegnato che la vita ha un valore immenso, e la persona umana  deve essere tutelata in tutte le fasi della sua esistenza.

Mio padre, Antonio Dal Cin, è una “Vittima del Dovere”, un militare  della Guardia di Finanza, condannato a morte attraverso le fibre di  amianto, che non lasciano scampo e determinano gravi patologie,  altamente invalidanti, incurabili e quasi sempre mortali.

Le scrivo Signor Presidente, perché vivo quotidianamente la  sofferenza di mio padre e la sua forte preoccupazione che possa  accadergli qualcosa, lasciando me, mio fratello Matteo di 9 anni e  nostra madre, anche lei gravemente malata, affetta da “Sclerosi  Multipla”, privati di alcuna possibilità di sostentamento.

La triste e dolorosa vicenda di mio padre, nota alle cronache  nazionali, e in parte richiamata in una Interrogazione in Senato nel  2016, non è solo la storia di una malattia, ma quella di un uomo, che  fedele al suo giuramento, ha messo al primo posto il bene sacro della  vita, donando al prossimo quanto di più prezioso, il suo tempo.

Di contro, ha subito mobbing di tipo verticale, e ciò è documentato  in atti, fino a vivere un comprovato e reiterato ostruzionismo,  esclusivamente mirato a non far emergere il rischio morbigeno per  esposizione all’amianto nelle caserme della Guardia di Finanza e negli  elicotteri del Corpo.

Provato dalla sofferenza e dalla malattia, inspiegabilmente, mio  padre permane ostaggio della burocrazia e di una giustizia ingiusta, che  chiede tempo a chi non può aspettare altro tempo. Ma la cosa assurda è  che pur essendo stato collocato in congedo assoluto nel 2014, in forza  del suo precario stato di salute, ulteriormente aggravatosi nel tempo,  in modo del tutto illogico, immotivato e fuorviante, viene dichiarato  invalido al 5%, senza che possiamo gridare al miracolo, e senza così  ottenere i benefici economici previsti per le Vittime del Dovere.

Il Tribunale di Latina, Sezione lavoro, Giudice Dott. Umberto Maria  Costume, con sentenza n. 1242/2021 pubblicata in data 25.11.2021, nel  definire il giudizio iscritto al n. 3985/2018 RG “… condanna il  Ministero dell’Interno alla riliquidazione in favore della parte  ricorrente della speciale elargizione prevista dall’art. 5, comma I  della L. 266/04, già attribuitagli con decreto del 12.06.2018, in  riferimento all’invalidità complessiva del 50% nella misura e con la  decorrenza di legge, detratte le somme già corrisposte al medesimo  titolo, oltre alla maggior somma tra interessi legali e rivalutazione  monetaria dalla maturazione al soddisfo; condanna il Ministero al  pagamento, a decorrere dalla domanda amministrativa, dello speciale  assegno vitalizio mensile  di € 1.033,00, e dell’assegno vitalizio  mensile di € 500,00, con relativa perequazione automatica, oltre  accessori di legge…”.

Nonostante la notifica avvenuta in data 17.01.2022 della sentenza  munita di formula esecutiva, il Ministero dell’Interno non ha provveduto  al pagamento di quanto dovuto, e meglio specificato sopra, tanto che  mio padre è stato costretto ad agire legalmente con atto di Precetto  dove si intima al Ministero dell’Interno, in persona del Ministro P.T., di provvedere al pagamento delle somme spettanti, ad oggi  ancora non corrisposte.

Signor Presidente, purtroppo in questo Paese le persone come mio  padre non sono un esempio da seguire, altrimenti tutti avrebbero il  coraggio di denunciare.

Gli eroi sono altri, quelli che non intralciano in alcun modo le  gerarchie militari, e ancor più i poteri forti, e sono loro l’esempio da  seguire e da far seguire. Infatti, li fanno sfilare.

Desidero che Lei sappia cosa ha fatto mio padre in tutti questi anni,  in nome della sacralità della vita e della salubrità degli ambienti di  vita e di lavoro, con il solo obiettivo di impedire che ad altri  militari toccasse la sua stessa sorte.

“…nelle sommarie informazioni già rilasciate il —- al sottoscritto,  il DAL CIN Antonio, ha con grande dovizia di particolari ben riferito  sulla presenza di amianto presso le strutture ed infrastrutture all’interno dei perimetri militari della Guardia di Finanza, dove ha  prestato servizio, con particolare riferimento alla caserma di confine  di PROSECCO (TRIESTE). Grazie all’instancabile lavoro condotto dal  Signor DAL CIN Antonio, dal 2012 ad oggi molta rilevante documentazione  “sulla presenza di noisis” presso i luoghi di lavoro della Guardia di  Finanza” è pervenuta scrivente. Tale documentazione, inequivocabilmente  evidenzia, spiega e dimostra molteplici situazioni operative nelle quali  il Personale in forza/servizio alla Guardia di Finanza – “componente  terrestre” e “componente navale” – venne e viene ancora oggi a contatto,  diretto o indiretto, con agenti fisici e chimici pericolosi (compreso  l’amianto) presenti nei siti, Reparti, Direzioni, Comandi, Siti,  dell’Amministrazione dello Stato in trattazione”.

PREMIO INTERNAZIONALE ANTONIO de CURTIS – TOTO’

XVIII EDIZIONE CAMERA DEI DEPUTATI – 9 DICEMBRE 2015
Radio Vaticana con i Patrocini delle più prestigiose Istituzioni.
SEZIONE BONTA’
ANTONIO DAL CIN

Motivazione: “Militare in congedo, premiato con la medaglia del  Senato della Repubblica per aver intrapreso una battaglia tout – court a  favore dei colleghi, finalizzata alla bonifica dell’amianto dalle  caserme e dagli elicotteri delle forze armate”. Conferisce il Premio la  Dott.ssa Rossella Guadagnini, giornalista di Adnkronos, di Repubblica e  della rivista MicroMega.

Signor Presidente, tenuto conto di tutto quanto sopra esposto, Le  chiedo com’è possibile che in Italia la vita di un uomo, di una “Vittima  del Dovere”, vale 20.000,00 Euro.

Contestualmente, Le chiedo come si può accettare che chi già soffre  deve lottare fino alla morte per ottenere quei benefici economici  spettanti alle Vittime del Dovere, che nonostante una sentenza con  formula esecutiva, non vengono elargiti come previsto per legge.

Confido in Lei Signor Presidente, al fine di poter ricevere una  risposta, anche per la mia famiglia, così come per tutte le persone che  vivono la stessa condizione di mio padre, per tutti i figli e per gli  orfani delle Vittime del Dovere, perché ci sia equità, uguaglianza, e  sia mantenuta fede alla parola giustizia.

Mi rivolgo a Lei Signor Presidente, nel Suo ruolo di Capo Supremo  delle Forze Armate dello Stato, di cui il glorioso Corpo della Guardia  di Finanza è parte integrante, nella speranza che in questo Paese, non  esistano Vittime di serie A e vittime di serie B, considerata l’evidenza di fatti inoppugnabili, di cui risulta impossibile non tener conto, e  casi come quello di mio padre abbiano la giusta e doverosa  considerazione e il valore del bene sacro della vita non sia mai più  sminuito così come avvenuto.

(*) ripreso da www.medicinademocratica.org

 

 

Redazione
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