Recensione a «Snowpiercer»

di Roberto Chiavini

A causa dell’utilizzo di un’arma devastante, l’intero pianeta Terra si trova sottoposto a una glaciazione totale che annichila la civiltà umana. I pochi sopravvissuti viaggiano in perpetuo su un gigantesco treno che percorre tutto il pianeta senza mai arrestarsi. Questa sorta di Titanic su rotaie ospita una rigida suddivisione in classi – quelle sociali rispecchiano quelle del treno – e il film ci racconta la rivolta di un gruppo di abitanti dei vagoni più lontani dalla locomotiva in una ascesa ribelle verso la medesima, per cercare di ottenere il controllo del mezzo. Ci riusciranno, al prezzo di molte perdite, ma la conclusione non sarà quella auspicata.
Considerata da parte della critica il «Blade Runner» del nuovo millennio, il primo film “occidentale” di Bong Joon Ho è ancora eccessivamente caratterizzato da spunti narrativi che interrompono il flusso dinamico del racconto con siparietti fortemente caricaturali che permettono al regista di mettere sullo schermo tutti gli stereotipi del caso, che richiamano in primis «Brazil» di Gilliam, ma anche «Accion Mutante» di De la Iglesia e «La città dei bimbi perduti» di Caro (con più di una strizzatina d’occhio a veri capolavori dei primi anni Settanta, come «2022: I sopravvissuti» – e in specie il Soylent verde, evocato in modo se possibile ancora più disgustoso dell’originale). Nonostante quello che si potrebbe pensare (regista coreano, fumetto francese), tali cadute di gusto (personalmente quasi insopportabili) sono tutta farina della sceneggiatura cinematografica, visto che il fumetto d’origine è in questo molto più serio, più tradizionale.
In questo racconto di una salita al Paradiso, attraverso tutta una serie di vagoni simili a gironi infernali (ancora una volta con molte forzature o “aggiornamenti” rispetto alla struttura dei disegni originali) i protagonisti del film si trovano ad affrontare situazioni troppo spesso paradossali e sardoniche per riuscire a colpire lo spettatore con quella carica eversiva che si poteva avere (e il fumetto almeno in parte possiede, specialmente in tutta la parte di critica religiosa, abilmente cassata dal film, onde evitare problemi). Il film quindi si limita a presentare bozzetti, di qualità mutevole, prima di inaridirsi in un inutile discorso pre-conclusivo simil Roy Batty, protagonista di «Blade Runner» (forse è questo uno dei motivi dell’improprio accostamento fra le pellicole trovato da parte della critica) e trovare compimento in un finale tanto deludente, quanto probabilmente inevitabile.
«Snowpiercer»
(South Korea/USA, 2013, 125 minuti, colore)
Regia: Bong Joon Ho
Sceneggiatura: Bong Joon Ho e Kelly Masterson, dal fumetto «Le transperceinege» di Jacques Lob, Benjamin Legrand e Jean Marc Rochette
Con: Chris Evans, Ed Harris, Tilda Swinson, Jamie Bell, Kang ho Song

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