Rovereto, 17 ottobre: contro ogni militarismo

La narrazione «Ancora prigionieri della guerra» è all’interno di “Insubordinate ed insubordinati”

Quante bugie ci dicono – ancora 100 anni dopo – sul macello che fu chiamato «prima guerra mondiale». E quante verità scompaiono nelle commemorazioni di comodo: dai massacri alle rivolte, dai pescecani che si arricchivano alle “tregue spontanee”, dalle pratiche di “decimazione” agli stupri di massa.

Un esercizio di memoria contro il militarismo e i nazionalismi che – come avvoltoi – si riaffacciano ai giorni nostri.

L’appuntamento a Rovereto con “ANCORA PRIGIONIERI DELLA GUERRA”  – letture di Daniele Barbieri e Agata Marchi – è alle 20,30 nello Smart Lab di viale Trento 47.

Le iniziative sono a cura di ANPI Rovereto-Vallagarina in collaborazione con Comitato delle Associazioni per la Pace e i Diritti Umani, Nuovo Cineforum Rovereto.

La serata si inserisce all’interno del programma del Comitato “Insubordinate ed insubordinati” costituito per ricordare la memoria delle donne trentine che protestarono contro la fame e l’arruolamento di figli, mariti e fratelli nell’esercito austroungarico, così come la memoria dei soldati italiani vittime di esecuzioni sommarie ordinate dai propri ufficiali.

http://www.rovepace.org/?p=2161

Il Comitato “Insubordinate ed insubordinati” è stato costituito per ricordare la memoria delle donne trentine che protestarono contro la fame e l’arruolamento di figli, mariti e fratelli nell’esercito austroungarico, così come la memoria dei soldati italiani vittime di esecuzioni sommarie ordinate dai propri ufficiali.

Lo scorso 6 settembre il Comitato “Insubordinate ed insubordinati” ha presentato alla «Commissione cultura, toponomastica, formazione e sport» del Comune di Trento la proposta di affiggere sulla facciata del municipio una targa, che realizzerà a sue spese, affinché la memoria del protagonismo popolare venga realizzata con un atto di protagonismo dal basso.

Al Comune di Trento viene chiesto il permesso di affiggere ed ospitare sulla propria sede una targa che ricordi le donne non come vittime, ma come protagoniste di un atto di insubordinazione alle logiche del sacrificio sterile, della guerra e del nazionalismo.

Il Comitato è in attesa delle valutazioni della Commissione e del Consiglio Comunale in seguito. Nel pomeriggio del 3 novembre gli aderenti e simpatizzanti al Comitato si riuniranno in Piazza Pasi a Trento per sostenere la proposta e rivendicare l’attualità di quei gesti di insubordinazione di cento anni fa oggi, in tempi di nazionalismo, di sfruttamento e di rinnovate minacce alla pacifica convivenza dei popoli della nostra regione da parte di tutti coloro che propongono modelli di cittadinanza su base “etnica”.

«Nel giorno in cui i nazionalisti celebreranno il “centenario della vittoria” esaltando i massacri ed i confini di ieri e di oggi, vogliamo presidiare le piazze con i nostri corpi e con le nostre idee. Per rifiutare qualunque logica che imponga il sacrificio delle persone comuni, italiane o straniere, in nome degli interessi dei potenti. Per chiedere come le insubordinate e gli insubordinati di cento anni fa pane, pace e libertà per tutti e tutte».

I promotori del comitato “Insubordinate ed insubordinati” sono:

Centro Sociale Bruno 

ARCI Circolo Ugo Winkler di Brentonico

ANPI Alto Garda e Ledro – Sezione Luciano Baroni

ANPI di Rovereto – Vallagarina – Sezione Angelo Bettini

ANPI del Trentino 

ARCI Circolo di Avio e Ala

ARCI Cafè de la Paix

ARCI del Trentino

Un territorio due fronti

Coordinamento Studenti Medi

Comitato delle associazioni per la Pace e I Diritti Umani di Rovereto 

Social Catena

Invitiamo singoli ed associazioni che condividono l’iniziativa ad aderire comunicandolo per mail a insubordinazione2018@gmail.com e a seguire la pagina facebook “Insubordinate ed insubordinati”

Vogliamo i nostri uomini!”; “Vogliamo la pace!”; “Vogliamo pane!”. Come gridarono il 24 aprile 1915 centodieci donne dei sobborghi di Trento che si riunirono davanti alla sede del Capitanato distrettuale per protestare contro la guerra. É già la seconda protesta al femminile in città e negli stessi giorni le donne manifestano anche a Rovereto, Riva e in Vallarsa. Di lì a un mese comincerà la guerra contro il Regno d’Italia: buona parte della popolazione trentina diventerà profuga. Le proteste contro la fame e la guerra riprenderanno con maggiore forza sia a Trento che nelle valli nella primavera del 1917, dopo il ritorno di alcuni contingenti di profughi, e continueranno anche nel 1918. Alcune donne si spingeranno persino a contestazioni e aggressioni contro ufficiali e ausiliarie militari, accusati di fare la bella vita alle spalle della popolazione affamata.

A lungo dimenticate, le proteste delle donne trentine sono riemerse solo di recente attraverso lo studio dei documenti prodotti dalle autorità austroungariche in occasione del convegno storico internazionale “Rifiuto la guerra” (Gallerie di Piedicastello, 2017). Questa forma di spontanea resistenza popolare si inserisce nel quadro internazionale dell’opposizione ad un conflitto che fu il suicidio dei popoli europei e che avrebbe aperto la strada a trent’anni di guerre e totalitarismi.

Redazione
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