Sacconi alle ACLI: analisi del testo – di Mark Adin

A Sacconi hanno dato del fascista, durante una dura contestazione a un convegno, da parte non di esponenti dell’insurrezionalismo anarchico, bensì  di pericolosi estremisti delle Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani).

Deve averla fatta ben grossa, il nostro Ministro del Lavoro in carica. Vado a rivedermi il suo focoso intervento sul web, trascrivo alcune parti salienti, e cerco di farmi un’idea.

Durante il suo infervorato speech (sembra faccia più figo chiamarlo così) Sua Eccellenza il Ministro ha tuonato contro i – testuale – “Maledetti…  Bastardi anni Settanta”, durante i quali “Le peggiori culture secolariste si sono espresse”, e che hanno visto “Cattivi maestri e cattivi genitori, così occupati con se stessi”.

Dalla platea si sono levati mugugni, qualche risata di scherno, e un distinto grido “Fascista!”, a cui è stato opposto un fermo e ministeriale: “Cretino”.

Devo dire che le due reciproche invettive possono ritenersi equivalenti per improprietà di linguaggio: infatti la prima è sbagliata perché il suo significato non è aleatorio e fa riferimento a una fase storica ben individuata, e la seconda è sbagliata perché il cretino ha un deficit intellettivo e cognitivo, che nel caso non è stato diagnosticato. Una opinione contraria non è da curare, se mai da accettare o rifiutare.

I termini sono equivalenti anche perché entrambi gli aggettivi possono ritenersi, sia “cretino” sia “fascista”, titoli offensivi. Soprattutto per ciò che concerne “fascista”.

Certo l’atteggiamento aggressivo e violento del dottor Maurizio, più evidente nei toni e nella mimica che nelle parole, non poteva non provocare reazioni. La sua immagine che si staglia netta, a braccia larghe come un cristo in croce, mentre pronuncia con smagliante sorriso beffardo “sìììì… sono anticomunistaaa”, la raccomanderei ai migliori Blob: memorabile.

Rammenterei al simil-nazareno che la nostra Costituzione riporta, tra le Disposizioni transitorie all’art.XII, il divieto di ricostituzione del Partito “Fascista” (“Fascista”, e non “Comunista”). Firmato De Nicola, Parri, De Gasperi. Uomini sì di altri tempi, ma pure di altra “statura”.

Darei per equivalente con altrui sproloqui anche il liberatorio grido: “Maledetti… Bastardi anni Settanta” che può ben fare il paio con il titolo dell’operetta di Mario Capanna riferita a quel periodo storico: “Formidabili quegli anni”. Due punti di vista talmente unilaterali e gratuiti da poter essere giustamente ignorati. Tutti sentenziano, tutti farneticano, ma su quegli anni la costante, soprattutto da destra ma anche da sinistra, è che nessuno vuole davvero la verità storica:  troppo scomoda.

Rispetto l’opinione del Ministro sui “cattivi maestri”, beato Lui che ne ha avuto uno buono: De Michelis.

Trovo piuttosto banale, ma innocua e logora, quella sui “cattivi genitori”. Posto il fatto che, se mai dovessi essere considerato cattivo genitore da un tale pulpito, la considererei una lode, credo che al mondo ci siano soltanto due persone titolate per darmi del cattivo genitore e dei quali terrò in buon conto il giudizio: i miei figli. Tutto il resto del mondo si astenga, prego, perché la cosa non li riguarda.

Del discorso mi ha incuriosito, soprattutto, il riferimento alle “peggiori culture secolariste che si sono espresse” in quegli anni. Per evitare equivoci, vado al vocabolario e lo interrogo. Preciso che, se durante una domenica pomeriggio mi dedico a compulsare dizionari occupandomi di Sacconi, è solo perché piove a dirotto e non posso uscire. In ogni caso traggo la seguente definizione alla parola “secolarizzazione”:  “Progressivo declino dei valori religiosi nella società” (Salvatore Battaglia – Grande dizionario della lingua italiana – vol.XVIII – pag.411). Rilevo dalla medesima fonte, inoltre, che esiste anche un più antico “seqularizzazione”, che metto a disposizione dell’oratore per una prossima eventuale. Farebbe un figurone, mettendoci il “qul”.

Dunque gli anni Settanta sono maledetti da Maurizio Sacconi per via dell’azione di culture fautrici del “progressivo declino dei valori religiosi nella Società”?  Mah…  Vuoi vedere che ce l’ha con Spadolini?

Mi tocca ricorrere a una semplificazione: quando una cultura prevale su un’altra, è perché più forte. Ergo la soccombente più debole. Mi pare ovvio. Tutto ciò può avvenire perché una parte si sia rafforzata, ma pure perché l’altra compagine si stia indebolendo, “di suo”, per motivi interni. Mi sembra che il caso più probabile sia il secondo.

Il Ministro Anticomunista ci vuole raccontare che il pensiero laico in Italia si sia talmente irrobustito, culturalmente e/o politicamente, sia divenuto talmente egemone, da effettuare il sorpasso sul  mondo cattolico (sì, perché per il Nostro siamo certi che, per mondo religioso, intenda solo quello di emanazione vaticana …).

A me pare di osservare un altro fenomeno: l’affievolirsi di valori e credibilità, la penuria cronica di vocazioni, gli scandali sessuali interni, le chiese sempre più deserte,  riportano alla Chiesa stessa le cause della sua debolezza. Magari fosse il contrario!

Cosa deve fare di più lo Stato – laico, come impone la Costituzione – per sostenere la cultura confessionale dominante? L’ultima riforma della Scuola Pubblica ha tagliato migliaia di insegnanti, ma ha incrementato il numero di quelli impropriamente detti di Religione (si dovrebbero dire Cattolici, visto che vengano assunti tramite le Curie), ha erogato fondi, ha tollerato ingerenze e veti nella propria attività legislativa, ha escluso dalla tassazione gli edifici religiosi (pure quelli commerciali).

Il Ministro di cui sopra si è invece prodigato, insieme a Formigoni, nel chiedere il voto, con specifica lettera, ai cattolici italiani a favore di Silvio Berlusconi, il Premier delle donnine, delle leggi ad personam e dalla bestemmia facile. Perché non ricerca, serenamente,  in questo, uno dei motivi della summenzionata “secolarizzazione”? O forse ci vuol rifilare che Famiglia Cristiana discende da Toni Negri?

Mark Adin

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Un commento

  • Complimenti, splendido articolo. E’ proprio vero che ne ‘uccide’ più la penna che la spada. Peccato soltanto che tutti quelli che avrebbero molto da imparare da questo intervento quasi certamente non lo leggeranno mai

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