Scor-data: 18 marzo 1870

Fannie Quigley, che cammina, caccia e cerca l’oro

di Fiorella Iacono (*)   18marzo-fioppi

Ho incontrato il suo volto segnato dal tempo duro dell’Alaska al Denali Natural Park, a pochi chilometri dal luogo in cui ha vissuto la sua vita di pioniera, ritratta nelle vecchie foto in bianco e nero mentre imbraccia il fucile per difendersi da qualche probabile orso o mentre trasporta pesi o spacca la legna. Fannie Quigley é stata una delle prime donne che si sono avventurate nel mondo maschile dei cercatori d ‘oro del Klondike. Nata il 18 marzo 1870 in Nebraska in un insediamento boemo vicino a Wadoo, imparò molto presto cosa significava lottare per l’ esistenza: invasione di locuste, disastrosi raccolti e per finire tempeste terribili di blizzard, un vento gelido. A sedici anni se ne andò dal Nebraska per cercare fortuna e per seguire quella strada (Railroad) che la porterà in Alaska verso le miniere del Klondike, una delle prime donne ad ottenere , oltre al suo «free miner’s certificate» (certificato di minatrice) anche il soprannome di «Fannie the Hike» visto che da sola aveva risalito lo Yukon, ed era arrivata a Clear Creek, 125 miglia da Dowson, trascinando slitta e tenda.

Non è chiaro quanti mariti ebbe, pare che abbia incontrato il primo, Angus Mckenzie, proprio a Dowson, con il quale condivise soprattutto l’alcool, un problema che l’ accompagnò per tutta la vita.

Nelle foto esposte nella grande «breakfast room» del Denali Park Cabins, Fanny è ripresa mentre guarda l’obiettivo con aria molto risoluta e un po’ seccata. In effetti la vita non deve esser stata facile, pochi i momenti leggeri , giornate di duro lavoro che poco hanno a che fare con la filosofia di «Into the wild» (il luogo del film non è distante) o con la contemplazione estatica della natura selvaggia, soprattutto a partire dall’agosto 1906, anno in cui lei e il suo nuovo marito, Joe Quigley, si trasferirono a Kantishna, nel Parco Nazionale Dinali, non lontano dal monte McKinley, nella casa di legno dove visse fino alla morte.

Proprio nei dintorni di Kantishna, divenne una leggenda: oltre a cercare il mitico oro , Fannie si dedicava alla caccia di orsi, alci e altri animali, metteva trappole per catturarli, spaccava legna, curava l’orto (a quelle latitudini!) ed era riuscita a coltivare fiori nel suo giardino, soprattutto papaveri gialli, i suoi preferiti. Quando capitava, si intratteneva a chiacchierare con i turisti e si racconta che una volta Joe, suo marito, fosse caduto con l’aereo schiantandosi nel fiume e procurandosi una grossa frattura al naso. Fanny prese tutto il necessario e glielo ricucì utilizzando la tipica cucitura delle palle da baseball.

Un giorno, dopo aver ucciso un alce, mentre stava trasportando verso casa la carne, trovò una pepita d’ oro da sessanta dollari.

La sua capacità di lavorare strenuamente, di fare affari e anche la fortuna come minatrice, le permisero di vivere nella sua casa anche quando suo marito la lasciò. E sola morì, dopo aver spaccato la legna, nell’estate del 1944.

Ci sono state altre donne che si sono avventurate nella ricerca dell’oro del Klondike, ma non tutte sono divenute leggendarie come Fanny e soprattutto non ci hanno lasciato la preziosa ricetta del pasticcio di mirtilli, un documento di scrittura davvero eccezionale perché non basta avere frutti di bosco per cucinare ma occorre anche «uccidere in autunno un bell’orso grasso… trasformare il suo grasso in lardo» con un procedimento tipico dei pionieri dell’Alaska; «prendere poi i cani e andare a Nenana a comprare farina e zucchero … mescolare il tutto col lardo e cuocere a fuoco non troppo alto… per far raffreddare, infine, mettere il tuo pasticcio di mirtilli fuori nel permafrost dietro casa».

Un procedimento abbastanza complesso a Kantishna , soprattutto per il fatto che l’orso (ucciso solo quando necessario) andava cacciato in autunno, quando per tutta l’estate si era nutrito di trote e bacche profumate così da rendere profumatissima anche la sua carne e il nutriente grasso.

Voglio ricordare che Kantishna non è lontana da Fairbanks, mitica città di pionieri, fondata da Felice Pedroni, cittadino italiano di Fanano (in provincia di Modena). Ma questa è un’ altra storia…   

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molte le firme (non abbastanza però per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi, magari solo una citazione, un disegno o una foto. Se l’idea vi piace fate circolare le “scor-date” o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo un gran bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

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